Chez Nous - 29 novembre 2024, 08:00

Redevance audiovisuelle

Meloni, pur mantenendo una calma apparente, trova sempre più difficile gestire le divergenze con Tajani e, più in generale, con Forza Italia

Il governo italiano è sull'orlo di una crisi di nervi, con la tensione che sale e le frizioni tra i principali alleati di coalizione sempre più evidenti. L’ultima causa di scontro riguarda il Canone Rai, con un’emergenza politica che sembra aver superato i limiti della normale dialettica tra i partiti. Giorgia Meloni, in particolare, appare “delusa” e “arrabbiata” per le posizioni difensive di Forza Italia, rappresentata da Antonio Tajani, che si è opposto alla proposta di taglio del Canone, suscitando una reazione che va ben oltre le solite divergenze politiche. Il confronto, inizialmente riservato alla sede parlamentare, sembra aver avuto effetti anche a livello personale, con momenti di scontro che si sarebbero verificati addirittura in hotel, in occasione dei Med Dialogues.

La vicenda del Canone Rai è solo l’ultimo episodio di una serie di dissidi che minano la stabilità della coalizione di centrodestra. Meloni, infatti, pur mantenendo una calma apparente, ha trovato sempre più difficile gestire le divergenze con Tajani e, più in generale, con Forza Italia. La proposta di taglio del Canone, che avrebbe rappresentato una misura popolare e simbolica, è stata bocciata grazie ai voti contrari di Forza Italia, con Tajani che ha giustificato la sua posizione con argomentazioni economiche, difendendo l’idea che il denaro destinato al taglio del canone sarebbe stato meglio utilizzato per operazioni fiscali più incisive. La scelta, tuttavia, ha suscitato forti polemiche, con Meloni che ha ritenuto inaccettabile l’opposizione interna, soprattutto in un momento così delicato.

L’intero episodio mette in evidenza l’instabilità interna alla maggioranza. Mentre Meloni cerca di mantenere unita la coalizione, le divergenze con Forza Italia non si limitano al tema del Canone. C’è un malcontento crescente tra i suoi alleati, a cominciare da Salvini, che non perde occasione per esprimere la sua disapprovazione per la gestione della situazione. Il governo sembra trovarsi a un bivio: o riuscirà a superare queste difficoltà e a presentarsi unito alle prossime sfide politiche, oppure la sua compattezza iniziale rischia di dissolversi, con possibili conseguenze per la sua stabilità.

A questa tensione politica si aggiunge il contesto di un’Italia sempre più divisa, dove i temi centrali come l’economia, le politiche fiscali e l’approccio alla giustizia sociale rischiano di alimentare ulteriori fratture all’interno di una maggioranza che, a conti fatti, ha troppo poco in comune se non l’opportunismo di alleanze destinate a sopravvivere solo grazie a un equilibrio fragile. Il no al taglio del Canone Rai da parte di Forza Italia rappresenta, in fondo, un chiaro segno di quanto sia difficile trovare una sintesi tra i vari attori politici di governo, con ognuno che cerca di difendere la propria visione, spesso in contrasto con quella degli altri.

Anche i retroscena, come quelli raccontati da Repubblica e Corriere della Sera, testimoniano la crescente frizione tra i protagonisti della scena politica. Meloni e Tajani non si sono limitati a un confronto politico, ma hanno perso il controllo durante un incontro a porte chiuse, dove le parole sono diventate pesanti e le relazioni personali sono entrate nel merito delle decisioni politiche. La Premier ha chiesto più volte a Tajani di abbassare i toni, preoccupata non solo della frattura all'interno del governo, ma anche delle ripercussioni che una continua instabilità potrebbe avere a livello istituzionale.

Lo scenario che si sta profilando non è dei più sereni. Se la crisi di nervi all'interno del governo dovesse continuare a crescere, potrebbe esserci un pericolo per la stabilità stessa dell'esecutivo. Non è un caso che, mentre Meloni combatte per mantenere il governo in piedi, si stiano rafforzando le ipotesi di un possibile accordo tra il centrodestra e il centrosinistra, con Forza Italia in prima linea. Questo riavvicinamento, che sembra quasi paradossale per le dinamiche politiche italiane, non sarebbe neanche la prima volta nella storia recente. Infatti, già ai tempi di D'Alema e Berlusconi, ci furono incontri “mediatici” che segnarono momenti di convergenza tra le due forze politiche. Oggi, però, il quadro è cambiato, e un simile riavvicinamento potrebbe essere dettato più da esigenze contingenti che da una reale convergenza ideologica.

Il rischio è che, dietro la cortina di fumo delle divergenze interne al governo, si stiano preparando manovre politiche che potrebbero ridisegnare gli equilibri, anche con l’inatteso ritorno di alleanze tra forze storicamente avverse. In ogni caso, il paese non può permettersi di aspettare che le scelte politiche si risolvano tra colpi di scena e crisi interne. L’instabilità del governo non è solo una questione di conflitti personali, ma una riflessione sul modo in cui l’Italia sta affrontando le sfide future. Con il Canone Rai che diventa il simbolo di un’agenda politica a tratti sconnessa e incoerente, è sempre più difficile capire quale sarà il percorso di questo esecutivo.

piero.minuzzo@gmail.com