Le motivazioni alla base di questa protesta sono molteplici, ma tutte ruotano attorno a una costante tensione tra le esigenze dei lavoratori e le scelte politiche ed economiche che riguardano i servizi pubblici e le condizioni di lavoro.
“Tra le motivazioni principali - spiega Cristina Marchiaro, segretaria generale della categoria dei trasporti della Cgil VdA - vi sono i mancati rinnovi contrattuali e i tagli ai servizi pubblici. Il nostro obiettivo è evitare il declino di un settore cruciale, che rischia di non poter più garantire un trasporto pubblico adeguato per i cittadini”. La Marchiaro fa riferimento ad un settore che ha visto negli ultimi anni numerosi tagli ai finanziamenti e una crescente difficoltà nel mantenere gli standard di servizio richiesti, con il rischio che il trasporto pubblico diventi sempre più inefficiente e inadeguato alle necessità dei cittadini, in particolare di quelli più vulnerabili.
Il trasporto pubblico locale, infatti, non è solo una questione di mobilità urbana, ma un elemento centrale della vita quotidiana per molte persone. La sua riduzione o inefficienza impatta direttamente sulla qualità della vita di tutti, in particolar modo su anziani, studenti e persone con disabilità, che dipendono in gran parte dai mezzi pubblici per spostarsi. Inoltre, i lavoratori del settore, spesso costretti a operare in condizioni difficili, si trovano sempre più sotto pressione, con turni estenuanti e, come sottolinea la Marchiaro, un preoccupante aumento delle aggressioni al personale di front-line, che non può più essere ignorato. “Gli operatori del trasporto pubblico sono costantemente esposti a rischi di violenza e a condizioni di lavoro che non sono più sostenibili”, afferma.
In questo contesto, lo sciopero diventa non solo un atto di protesta, ma anche un grido di allarme, una richiesta urgente di attenzione da parte delle istituzioni. “Non possiamo permettere che il settore del trasporto pubblico venga progressivamente smantellato. Se questo accadrà, le conseguenze saranno devastanti per la nostra comunità”, continua la Marchiaro.
Per quanto riguarda la modalità di attuazione dello sciopero, la Commissione di Garanzia ha preso una decisione controversa, escludendo dal provvedimento i lavoratori del Gruppo Ferrovie dello Stato e precettando quelli del Trasporto Pubblico Locale. Ciò significa che nella nostra regione, i lavoratori del trasporto pubblico locale saranno costretti a scioperare dalle ore 9 alle 12, una finestra di tempo che, seppur limitata, avrà un impatto significativo sull’efficienza dei servizi. “In tutti gli altri settori – Autostrade, Trafori, Anas, Funivie – lo sciopero avrà invece durata per l’intera giornata di lavoro, nel rispetto degli accordi attuativi e delle regolazioni previste dalla Legge 146/90”, conclude la segretaria.
Questa decisione della Commissione di Garanzia, che ha cercato di limitare l’impatto dello sciopero, non fa che aumentare la frustrazione tra i lavoratori, che vedono i loro diritti sempre più comprimersi in nome di un equilibrio politico e gestionale che sembra ignorare le reali problematiche del settore. La scelta di limitare lo sciopero, purtroppo, potrebbe anche ridurre la visibilità del problema, ma non diminuisce la determinazione dei lavoratori, che continuano a lottare per le proprie condizioni di vita e di lavoro.
Lo sciopero di venerdì sarà un’importante occasione per riflettere sull’attuale situazione dei trasporti pubblici e sullo stato di salute dei servizi pubblici in generale. Non si tratta solo di una protesta sindacale, ma di un vero e proprio appello a salvaguardare il futuro del trasporto pubblico e delle persone che vi lavorano ogni giorno. Senza un sistema di trasporto pubblico locale efficiente e sicuro, la nostra regione rischia di rimanere indietro rispetto agli altri territori, con conseguenze che vanno ben oltre le questioni sindacali. Il diritto alla mobilità è un diritto fondamentale, e la sua difesa è fondamentale per garantire un futuro equo e sostenibile per tutti i cittadini.