Centro Consumatori Italia ha recentemente reso pubblica una rilevazione sui prezzi dei principali beni alimentari, che evidenzia un quadro preoccupante per le famiglie italiane. La comparazione dei prezzi tra ottobre 2021 e ottobre 2024 mostra aumenti significativi in quasi tutti i settori, con alcuni prodotti che hanno visto crescere i loro prezzi in modo esponenziale, senza che le politiche economiche del governo Meloni abbiano prodotto un reale miglioramento per i ceti sociali più fragili.
Ecco una sintesi dei dati emersi dalla rilevazione:
Prodotto | Prezzo medio 2021 (€) | Prezzo medio 2024 (€) | Aumento % |
---|---|---|---|
Pane | 3.03 | 4.08 | 35% |
Pasta | 1.34 | 2.15 | 60% |
Latte | 1.29 | 1.85 | 43% |
Olio EVO | 5.20 | 11.50 | 121% |
Limoni | 1.84 | 3.21 | 74% |
Carote | 1.27 | 2.01 | 68% |
Mele Gold | 1.12 | 2.52 | 125% |
Patate | 1.19 | 1.95 | 62% |
Pomodori | 2.30 | 3.32 | 44% |
Pollo | 4.22 | 7.37 | 74% |
Pollo Cosce | 3.70 | 6.68 | 80% |
Macinato Vitello | 7.99 | 12.23 | 53% |
Prosciutto Cotto | 18.34 | 28.00 | 53% |
Il dato finale che emerge è che, se nel 2021 una famiglia tipo spendeva mediamente 5.400 euro all’anno per l’acquisto dei beni alimentari, oggi, a causa degli aumenti sopra elencati, la stessa famiglia dovrà affrontare un incremento annuale che può variare tra il 45% e il 55%. Ciò corrisponde a un aumento annuo di spesa che va dai 2.430 ai 2.970 euro, con una media di 2.700 euro all’anno, ovvero 225 euro al mese.
Questo impatto si fa particolarmente sentire sulle famiglie più vulnerabili, che sono ormai costrette a destinare una porzione sempre maggiore del proprio reddito ai beni di prima necessità. Un aumento che non è certo compensato da politiche salariali o da misure che possano garantire un potere d'acquisto adeguato.
Il governo Meloni, purtroppo, sembra non avere a cuore le difficoltà di queste famiglie. La risposta alle crescenti disuguaglianze è praticamente assente: i redditi dei ceti medi e deboli continuano a impoverirsi, mentre i più ricchi, con il supporto di politiche fiscali e finanziarie a loro favorevoli, vedono crescere il loro benessere. Le politiche di supporto alle fasce sociali più fragili restano insufficienti, se non completamente assenti, e il risultato è che la distanza tra i vari strati della società si allarga, con i poveri che restano poveri e i ricchi che diventano sempre più ricchi.
L’aumento dei prezzi non riguarda solo la spesa alimentare, ma si estende anche a molti altri settori, creando un circolo vizioso che continua a colpire i ceti più bassi e a peggiorare le condizioni di vita delle famiglie italiane. La disparità economica cresce, senza che il governo Meloni sembri adottare misure per arginarla, e questo non fa altro che alimentare un senso di frustrazione e di ingiustizia sociale che si sta diffondendo in tutto il paese.
In questo contesto, la situazione per le persone con un sostituto d’imposta è ancora più critica, poiché l'aumento della spesa alimentare colpisce direttamente il loro reddito disponibile. Le famiglie che già vivevano con difficoltà ora si trovano a fronteggiare il rincaro di beni essenziali senza che alcuna misura concreta venga messa in atto per mitigare questo impatto.
La rilevazione del Centro Consumatori Italia offre uno spunto di riflessione preoccupante: le politiche economiche del governo attuale sembrano non considerare le reali necessità di chi sta attraversando le difficoltà quotidiane. Finché non si interverrà seriamente su salari, imposte e politiche sociali, i poveri continueranno a restare nella loro condizione di miseria e i redditi medi continueranno ad impoverirsi, mentre una minoranza privilegiata di paperoni continuerà ad arricchirsi.