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CRONACA | 27 novembre 2024, 13:41

Fascicolo Sanitario Elettronico: forti disparità regionali ostacolano digitalizzazione del SSN

Secondo analisi Gimbe Lazio al vertice per completezza. Valle d'Aosta in ritrado. A livello nazionale solo 41% dei cittadini ha fornito consenso: 89% in E-R, 1% in Abruzzo, Calabria, Campania

L'assessore regionale Carlo Marzi (sn) ed il Direttore generale dell'Usl Massimo Uberti hanno di che pensare

L'assessore regionale Carlo Marzi (sn) ed il Direttore generale dell'Usl Massimo Uberti hanno di che pensare

Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) è uno degli strumenti più significativi per la digitalizzazione del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), poiché facilita l'accesso dei cittadini ai servizi sanitari e consente ai professionisti sanitari di consultare in tempo reale i dati sanitari dei pazienti. Tuttavia, l'analisi dei dati relativi alla diffusione e all'uso del FSE evidenzia forti disparità tra le diverse regioni italiane, creando una vera e propria "frattura digitale" che impatta sull'efficacia e sull'efficienza del sistema sanitario nazionale.

Il report della Fondazione GIMBE sottolinea che, sebbene l'adozione del FSE sia in continua crescita, ci sono notevoli differenze in termini di disponibilità di servizi, numero di cittadini che hanno espresso il consenso alla consultazione dei propri dati, e il livello di utilizzo da parte dei medici. Ad esempio, la regione Lazio si distingue positivamente, occupando la posizione di vertice per la completezza del fascicolo, con tutti i 16 documenti previsti nel FSE, e per la disponibilità dei servizi, che raggiunge il 67%. In questa regione, però, solo l'8% dei cittadini ha fornito il consenso alla consultazione dei propri dati, un dato comunque superiore alla media nazionale del 41%.

Al contrario, alcune regioni meridionali mostrano un utilizzo molto limitato del FSE. In Abruzzo, Calabria, Campania e Molise, solo l'1% dei cittadini ha dato il consenso per l'accesso ai propri dati sanitari, con percentuali di utilizzo tra i cittadini che non superano il 2%. In queste regioni, la disponibilità di documenti nel FSE è relativamente buona (tra il 75% e l'88%), ma i servizi restano molto limitati. Questo fenomeno riflette una mancata integrazione del sistema, dove i medici di medicina generale mostrano una maggiore adesione all’utilizzo del FSE (seppur inferiore alla media nazionale del 94%), ma i medici specialisti non sono ancora in grado di utilizzare appieno lo strumento.

Le disparità regionali non si limitano alla partecipazione dei cittadini o alla disponibilità dei servizi, ma riguardano anche il coinvolgimento dei medici. In molte regioni, tra cui il Lazio e l'Emilia-Romagna, la totalità dei medici di medicina generale ha compiuto almeno un'operazione sul FSE, mentre in altre, come in Liguria e Marche, le percentuali sono significativamente inferiori. Le stesse disomogeneità si osservano anche nella formazione e nell’abilitazione dei medici specialisti, con alcuni territori che faticano a garantire un accesso uniforme e tempestivo alle funzionalità del FSE.

I dati sono ancora più significativi se si considerano le regioni più virtuose. L'Emilia-Romagna, ad esempio, ha raggiunto il 89% di consenso alla consultazione e ha una percentuale di utilizzo tra i cittadini pari al 39%, ben al di sopra della media nazionale del 18%. Tuttavia, anche in questa regione esistono margini di miglioramento, soprattutto nell'ambito dell'integrazione tra i vari attori del sistema sanitario, come i medici specialisti.

In sintesi, l'analisi di GIMBE evidenzia una grande disparità nell'implementazione del FSE, che riflette la variabilità nelle politiche regionali, nelle risorse disponibili e nell'efficacia delle iniziative di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza e ai professionisti del settore sanitario. Per un'efficace digitalizzazione del SSN e per ridurre queste disuguaglianze, sarà necessario un intervento coordinato che coinvolga tutte le regioni, con l'obiettivo di garantire a tutti i cittadini e professionisti la stessa qualità dei servizi sanitari e il medesimo accesso alle tecnologie digitali.

La Valle d'Aosta si trova in una posizione intermedia nella panoramica nazionale sullo stato del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), con alcune aree di eccellenza e altre che ancora necessitano di sviluppi significativi.

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Nel dettaglio, il FSE della regione ha attualmente una disponibilità documentale che si attesta al 75%, quindi un po' sotto la media nazionale che è del 79%. Sebbene non manchino tipologie di documenti importanti, la regione è ancora lontana dall'offrire un panorama completo di documenti elettronici a tutti i cittadini. Per quanto riguarda i servizi disponibili all'interno del FSE, la Valle d'Aosta si trova in una situazione piuttosto arretrata, con un'offerta che copre solo il 17% dei servizi rispetto alla disponibilità totale. Questo pone la regione tra quelle con il minor numero di servizi attivi, a un livello ben al di sotto della media nazionale del 41%. La carenza di servizi disponibili implica una fruibilità limitata da parte dei cittadini e una potenziale difficoltà nell'accesso completo alle informazioni sanitarie, che costituisce uno degli scopi principali di questa infrastruttura digitale.

Un aspetto cruciale per il successo del FSE è il consenso alla consultazione dei documenti sanitari. A livello nazionale, la media dei cittadini che ha acconsentito alla condivisione dei propri dati con i professionisti del sistema sanitario è del 41%. La Valle d'Aosta presenta un dato sensibilmente più basso, con solo il 10% dei cittadini che ha espresso il consenso per la consultazione dei propri documenti sanitari nel FSE. Questo dato la colloca tra le regioni con il minor tasso di adesione, indicando una resistenza o una scarsa informazione tra i cittadini riguardo i benefici di questo strumento digitale.

Dal punto di vista dell'utilizzo, la regione mostra un dato inferiore alla media nazionale, con solo il 3% dei cittadini che ha utilizzato attivamente il FSE tra giugno e agosto 2024, contro una media nazionale del 18%. Questo dato suggerisce che, nonostante la presenza del FSE, il coinvolgimento effettivo da parte dei cittadini è limitato, forse a causa di un insufficiente sviluppo dei servizi o di difficoltà nell'uso da parte delle persone.

Tuttavia, sebbene i cittadini siano ancora poco coinvolti nell’utilizzo e nell’adesione al sistema, la situazione tra i professionisti sanitari risulta un po’ migliore. Il 99% dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta ha effettuato almeno una operazione sul FSE, avvicinandosi alla media nazionale del 94%. Questo evidenzia che i medici hanno già preso familiarità con il sistema e sono più inclini a utilizzarlo nelle loro pratiche quotidiane, anche se la scarsità di cittadini che hanno dato il consenso limita l’efficacia dell’infrastruttura.

Per quanto riguarda i medici specialisti, la percentuale di coloro che sono abilitati all’utilizzo del FSE nella Valle d'Aosta è del 47%, superiore alla media nazionale del 41%, ma comunque lontana dalla situazione ideale. La regione ha quindi ancora margini di miglioramento nell'abilitazione e formazione dei professionisti del settore.

In sintesi, la Valle d'Aosta si trova ad un punto di transizione. Da un lato, il sistema di FSE è disponibile e la maggior parte dei medici è pronta a utilizzarlo, ma dall’altro lato, i cittadini sono ancora scarsamente coinvolti, sia nel fornire il consenso alla consultazione che nell’utilizzare attivamente la piattaforma. La regione dovrà affrontare le sfide legate alla sensibilizzazione della popolazione e all'espansione dei servizi digitali per far sì che il FSE possa diventare uno strumento pienamente funzionale e vantaggioso per la salute pubblica.

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pi.mi.

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