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Chez Nous | 26 novembre 2024, 08:00

Pipi à côté du pot

Due consigliere regionali che, in un dibattito recente, hanno accusato i giornalisti valdostani di farsi "comprarei" da una cena offerta dalla Compagnia Valdostana delle Acque (CVA), insinuando una presunta benevolenza che sarebbe stata indotta da un incontro conviviale con i vertici dell'azienda

Pipi à côté du pot

La Valle d'Aosta si trova ad affrontare una realtà economica sempre più pesante, con cittadini e famiglie che vedono crescere inesorabilmente i costi della vita, in particolare quelli relativi ai servizi essenziali come l’energia elettrica. Ma oggi, invece di concentrarsi sulle vere sfide che affliggono il nostro territorio, alcune rappresentanti istituzionali hanno scelto di spargere accuse senza fondamento, dirigendo l'attenzione su questioni marginali che non contribuiscono in alcun modo al benessere della comunità. È il caso di due consigliere regionali che, in un dibattito recente, hanno accusato i giornalisti valdostani di farsi "comprarei" da una cena offerta dalla Compagnia Valdostana delle Acque (CVA), insinuando una presunta benevolenza che sarebbe stata indotta da un incontro conviviale con i vertici dell'azienda. Un'accusa infondata e offensiva per chi ogni giorno svolge il proprio lavoro con professionalità e dedizione, e che merita una risposta forte e chiara.

Piuttosto che fare voli pindarici su supposti favori o alleanze tra stampa e imprese, queste stesse consigliere dovrebbero concentrarsi su questioni ben più urgenti, che riguardano direttamente il portafoglio e la vita quotidiana dei valdostani. Proprio oggi, infatti, mi è arrivata una bolletta per la fornitura di energia elettrica che rende bene l’idea della situazione. Un importo complessivo di 80,65 euro, di cui solo 28,18 euro sono relativi all’effettivo consumo di energia. Il resto? Voci come "spese di trasporto", "oneri di sistema", imposte e IVA, per un totale che supera ampiamente il costo dell'energia stessa. E qui la domanda sorge spontanea: dove sono le nostre rappresentanti quando si tratta di difendere la nostra autonomia, di chiedere che la Valle d'Aosta, come previsto dallo Statuto, non debba pagare certi oneri che altri territori non si trovano a sostenere?

Le accese polemiche sollevate dalle due consigliere, quindi, suonano più come un disperato tentativo di "quartod'ora di gloria", piuttosto che un interesse sincero per le reali necessità della nostra regione. Non è di cene o di relazioni con la stampa che dovremmo parlare, ma di come ridurre il peso delle tasse nascoste nelle bollette, di come fare in modo che i valdostani non vengano ulteriormente penalizzati per una gestione delle risorse che, in troppi casi, appare tutt'altro che trasparente.

Il Sindacato dei giornalisti valdostani ha già fatto sentire la sua voce, sottolineando come queste accuse siano non solo ingiustificate, ma anche gravemente dannose per la reputazione della nostra professione. Quando si mette in discussione la professionalità dei giornalisti, accusandoli di vendersi per una cena, si mina la libertà di stampa stessa. E la libertà di stampa, come ben sappiamo, è il fondamento di una democrazia sana e funzionante. Perché è grazie al lavoro quotidiano dei giornalisti che la comunità può essere informata, vigilare sull’operato delle istituzioni e, in ultima analisi, chiedere conto a chi governa. La vera minaccia alla nostra autonomia e alla nostra dignità non proviene dai giornalisti, ma da un sistema che impone oneri ingiustificabili, da un governo che sembra dimenticare i diritti che spettano a una regione autonoma come la nostra.

Come affermava il filosofo Voltaire, "Il giornalista è l’archivista della verità". Ma se la verità viene distorta per motivi politici o personali, se si cerca di ridurre il lavoro dei cronisti a un gioco di interessi, allora il rischio è di perdere la bussola di quella stessa verità. Non possiamo permetterlo. È ora che le nostre rappresentanti si concentrino su questioni concrete e urgenti, come il fatto che la Valle d'Aosta, grazie alla sua autonomia, potrebbe ridurre alcuni dei pesanti oneri che oggi gravano sui suoi cittadini.

E mentre si continuano a sollevare accuse sterili, mentre ci si abbandona a critiche frivole e a insinuazioni infondate, ricordiamoci che, come dice il proverbio, "chi ha la bocca piena non ha tempo per parlare". Se le nostre consigliere fossero davvero interessate al bene della nostra regione, si occuperebbero di questioni serie, come il controllo delle tariffe, l’abbattimento degli oneri ingiustificati e la tutela dei cittadini. La verità è che la Valle d'Aosta ha bisogno di politiche concrete, di un'attenzione alle reali necessità, non di teatrini politici che non fanno che danneggiare l’immagine delle istituzioni e la fiducia dei cittadini.

Questa, e non altre, è la vera battaglia che dovrebbero combattere le nostre rappresentanti invece che fare la pipì fuori dal vaso.

PS: Le due consiglieri sono state elette in una lista mista con il Pd-Rete Civica e Verdi ma dopo poche settimane le noste due prevenute si sono fatte un gruppo proprio con tutti i vantaggi che derivano da tale scelta.

piero.minuzzo@gmail.com

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