Il 20 novembre 2024, durante la seduta pomeridiana dell'Assemblea regionale, è stata bocciata con 26 voti di astensione e 9 a favore una proposta di legge contro lo spopolamento dei piccoli comuni di montagna. La proposta, avanzata dalla Lega Vallée d'Aoste il 15 marzo 2024, prevedeva misure urgenti destinate ai comuni con meno di 800 abitanti e situati sopra i 650 metri di altitudine, località che, come sottolineato dai proponenti, sono quelle più colpite dal fenomeno dello spopolamento. Tra le misure figuravano l'introduzione del "Chèque valdôtain", un assegno natalizio per le famiglie, il "Chèque montagnard", un incentivo per i nuovi residenti, e l’esenzione dall’addizionale regionale Irpef per i residenti con reddito fino a 50mila euro.
L’atto non è stato accolto favorevolmente, nonostante l’urgenza e la rilevanza del tema. Il Consigliere Erik Lavy, nel presentare il testo all'Aula, ha sottolineato l'importanza di misure concrete per contrastare la decrescita demografica nelle aree montane, un fenomeno che, secondo lui, rischia di minare la vita sociale e culturale delle comunità valdostane. «Questa proposta di legge affronta uno degli aspetti che potrebbero invertire il fenomeno, attraverso contributi e defiscalizzazione», ha affermato, evidenziando come la proposta non fosse vista come risolutiva ma come un contributo per far sì che chi vive in montagna possa rimanerci. Ha anche aggiunto un punto culturale importante, proponendo l’introduzione dell’obbligo di frequentare corsi di lingua locale nei comuni walser, come parte integrante del "Chèque montagnard". La sua conclusione, carica di passione, non ha mancato di far riflettere: «Non votare la nostra proposta è una pugnalata a chi abita in montagna.»
Dal fronte opposto, l'intervento del Consigliere di Rassemblement Valdôtain, Claudio Restano, ha messo in evidenza alcuni dubbi sull’efficacia della proposta, sollevando perplessità riguardo all’applicabilità della normativa. Restano ha riconosciuto lo sforzo della Lega ma ha criticato la proposta per non essere abbastanza ambiziosa, suggerendo che avrebbe dovuto coordinarsi con leggi esistenti. Il suo gruppo, ha dichiarato, stava già lavorando su altre misure, più strutturate e coordinate, per affrontare il problema dello spopolamento.
Il Consigliere Corrado Jordan (UV) ha invitato a considerare un approccio più strategico e di lungo periodo. Secondo Jordan, la crisi demografica e lo spopolamento non possono essere affrontati con interventi estemporanei ma richiedono una visione complessiva che integri politiche regionali e statali. È necessario, secondo lui, un piano che unisca incentivi fiscali, la valorizzazione dei servizi e la promozione di nuove iniziative come il coworking e il marketing territoriale.
Sulla stessa linea, Chiara Minelli del PCP ha posto l'accento sui punti deboli della proposta, come la definizione dei criteri per l’accesso agli aiuti, ritenendoli troppo rigidi. Ha anche criticato la sintesi dei parametri per determinare l’area dei beneficiari, che, secondo lei, non rispetta le peculiarità delle singole realtà montane. «I contributi possono essere utili, ma non basta. La riflessione deve spaziare su una gamma più ampia di servizi da garantire a chi vive nei territori di montagna», ha concluso Minelli.
Il Vicecapogruppo dell'UV, Albert Chatrian, ha, invece, posto l'accento sulla qualità della vita nelle terre alte come vera sfida da affrontare. La montagna, secondo Chatrian, non può essere sostenuta solo da incentivi economici, ma necessita di un'offerta di servizi continuativa e di qualità, che assicuri la vita nei territori per 365 giorni all’anno.
Nonostante l'apprezzamento per la proposta, che secondo alcuni presentava delle innovazioni interessanti, i principali dubbi riguardano la sua realizzabilità a livello pratico e la sostenibilità economica. Luciano Caveri, Assessore alle politiche nazionali per la montagna, ha ribadito che la crisi demografica e lo spopolamento in Valle d'Aosta devono essere affrontati in un quadro più ampio, che tenga conto delle sfide globali come il cambiamento climatico e la transizione energetica. Le misure in discussione, pur essendo interessanti, devono essere considerate solo come un inizio di un percorso, ha concluso Caveri, piuttosto che come una soluzione definitiva.
Infine, il Presidente della Regione, Renzo Testolin, ha fatto notare che il territorio valdostano non è al "zero", grazie alla specificità della nostra autonomia, che ha consentito di mantenere una vivibilità nei territori montani. «Ci siamo preoccupati della sicurezza della viabilità, dell'infrastrutturazione della fibra ottica, del sostegno agli esercizi di vicinato», ha affermato, mettendo in risalto che molte delle iniziative già attuate vanno in una direzione simile, seppur in modo più strutturato e integrato.
In sintesi, nonostante i tentativi di trovare soluzioni innovative per il contrasto allo spopolamento, la proposta della Lega non ha ricevuto il supporto della maggioranza. Il dibattito ha messo in luce la necessità di approcci più ampi e strutturati, che non si limitino a misure spot, ma che abbraccino una visione complessiva per il futuro delle valli montane valdostane. La bocciatura del provvedimento lascia però aperta una riflessione più profonda e una sfida per il futuro: quella di costruire una risposta condivisa, concreta e sostenibile, capace di rinnovare e rilanciare la montagna senza ridursi a misure temporanee. La questione rimane aperta e continua a essere una delle priorità per il territorio.