Di Marco Mancini - ACI Stampa
Si è chiusa ieri a Roma, presso la Basilica di San Paolo fuori le Mura, la prima Assemblea sinodale delle Chiese in Italia, a cui hanno partecipato 943 persone di cui: 4 Cardinali, 170 Vescovi, 4 Padri Abati, 238 Sacerdoti, 6 Diaconi, 37 Religiose e Religiosi, 210 Laici, 274 Laiche. In totale 641 uomini e 302 donne.
L’Assemblea, prima di chiudere i lavori, ha voluto inviare un messaggio di ringraziamento al Papa.
“Siamo già pronti – scrivono i partecipanti – a rimetterci in cammino verso la Seconda Assemblea sinodale, che vivremo dal 31 marzo al 4 aprile 2025. Ci lasceremo ancora una volta guidare dalla triplice consegna che Lei ci ha affidato: continuare a camminare, fare Chiesa insieme ed essere una Chiesa aperta”.
L’Assemblea promette a Papa Francesco “impegno nel tradurre in decisioni e scelte concrete le riflessioni raccolte nelle fasi di ascolto e discernimento di questi anni di Cammino sinodale e dai lavori di queste giornate. Ci sentiamo in un momento di rinnovata Pentecoste. È il tempo di realizzare quella missione nello stile della prossimità, che aveva animato San Paolo”.
E’ stato “un camminare insieme nella direzione indicata da Papa Francesco, insieme a tanti, con tanti compagni di strada. Due anni di ascolto: indicatori di una necessità – ha detto nella conferenza stampa conclusiva il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana - di un recupero che dovevamo fare, con la di accordarci con le domande profonde che incontriamo, di ascoltare. Ovviamente non era una rilevazione sociologica, ma è farsi ferire dalle tante domande che incontriamo per strada”.
Abbiamo vissuto – ha aggiunto il porporato – una “bella Assemblea, con tante sensibilità e tanta concretezza, per andare incontro agli altri, per una chiesa che sia sempre più accanto alle sofferenze, alle domande” del popolo.
Qui – ha concluso il Cardinale Zuppi – ho “visto sempre molta consapevolezza e molta gioia di vivere” questa Assemblea.
Abbiamo rivissuto – ha detto invece l’Arcivescovo di Modena e presidente del Comitato del cammino sinodale, Monsignor Erio Castellucci nel suo intervento conclusivo – “l’esperienza della prima comunità di Gerusalemme, subito dopo la Pentecoste, con le loro quattro perseveranze: nell’ascoltare l’insegnamento degli Apostoli, nella comunione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere”.
Abbiamo registrato una profonda “gioia per avere insieme celebrato, pregato, interagito; per avere potuto confrontarci liberamente: allo stesso tavolo donne, uomini, presbiteri, Vescovi, laici, consacrati e consacrate, giovani e anziani, delegati provenienti da tutte le zone della Penisola e persone di diversa formazione, sensibilità, ruolo. Abbiamo sperimentato, sebbene rapidamente, la bellezza di essere popolo profetico. Questo è il Cammino sinodale, prima ancora e forse più ancora che un testo scritto”.
“Un testo – ha comunque precisato Monsignor Castellucci - sarà necessario: lo dovremo discutere e votare nella Seconda Assemblea sinodale e nella prossima Assemblea Generale della CEI; ovviamente non potrà contenere tutti i temi pastorali e sociali ma dovrà tenerli presenti, perché costituiscono l’orizzonte missionario sul quale si deve misurare la riforma delle nostre Chiese; il testo finale non potrà essere un corposo manuale di temi pastorali, ma un tentativo di sbloccare alcune pesantezze che ora ci affliggono, perché siamo feriti dal peccato”.
Nel corso dei lavori – sabato sera – il Segretario Generale della CEI Monsignor Giuseppe Baturi ha presieduto i Vespri e la Preghiera per le vittime di abusi.