"Dal Rapporto 2024 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, luci ed ombre nella gestione dei rifiuti nelle varie aree del Paese, Valle d’Aosta compresa. E' la sintesia che (Mariagrazia Vacchina segretaria regionale ca VdA) fa da quanto emetge dall'ultimorapporta di settore secondo il quale del 20,3% rispetto al 2023 la spesa sostenuta da una famiglia valdostana per la tariffa dei rifiuti: in media, nel 2024 è di 365€ rispetto ai 303€ dello scorso anno. A livello nazionale, la spesa si attesta sui 329€, con un aumento del 2,6% rispetto all’anno precedente.
Rispetto alla raccolta differenziata, nel 2022, seppur con dieci anni di ritardo rispetto a quanto previsto dalla normativa europea, si è superato l’obiettivo del 65% di rifiuti differenziati a livello nazionale. Anche in Valle d'Aosta è stato superato lo stesso obiettivo: il livello di raccolta differenziata è del 66,1%.
Sono i dati che emergono dal Rapporto 2024 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, disponibile sul sito web www.cittadinanzattiva.it. L'indagine ha interessato le tariffe rifiuti applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2024 e ha preso come riferimento una famiglia tipo, composta da 3 persone e una casa di proprietà di 100 metri quadri. I costi rilevati sono comprensivi di IVA (ove applicata) e di addizionali provinciali.
FOCUS VALLE D'AOSTA
Regione | Comune | Tari 2024 | Tari 2023 | Variazione |
---|---|---|---|---|
Valle d'Aosta | Aosta | 365 € | 303 € | +20,3% |
Media | 365 € | 303 € | +20,3% |
Fonte: Cittadinanzattiva – Osservatorio Prezzi & Tariffe, Novembre 2024
Regione | Comune | Produzione pro-capite | RU | RD 2022 |
---|---|---|---|---|
Valle d'Aosta | Aosta | 491,5 | ↑ | 69,2% ↑ |
Media | 616,1 | ↑ | 66,1% ↑ |
Fonte: Cittadinanzattiva – Osservatorio Prezzi & Tariffe, Novembre 2024
Il quadro nazionale su tariffe e raccolta differenziata
Nel 2024, la spesa media annuale per la famiglia tipo individuata è di 329€, con un aumento del 2,6% circa rispetto all’anno precedente. Il Trentino Alto Adige è la regione più economica (203€), mentre la Puglia è la più costosa (426,50€, con un aumento di oltre il 4% rispetto all’anno precedente).
Catania è il capoluogo di provincia in cui, come lo scorso anno, si paga di più: 594€ annui, senza variazioni sul 2023. Trento, invece, è quello in cui si paga meno: 183€, di poco inferiore rispetto al 2023. Dalla top ten dei capoluoghi più costosi escono Benevento, Latina, Messina e Salerno; entrano invece Andria, Cagliari, Pistoia e Trapani. Dalla top ten dei meno cari, esce Bolzano ed entra Siena.
Sono state riscontrate variazioni in aumento in 84 capoluoghi sui 110 esaminati, variazioni in diminuzione in 20 capoluoghi e situazioni sostanzialmente invariate nei casi restanti.
Tabella delle tariffe e variazioni 2024
Regione | Tari 2024 | Tari 2023 | Variazione % | Raccolta differenziata 2022 |
---|---|---|---|---|
Abruzzo | 352 € | 334 € | 5,5% | 64,5% = |
Basilicata | 318 € | 299 € | 6,3% | 63,7% ↑ |
Calabria | 348 € | 360 € | -3,1% | 54,6% ↑ |
Campania | 407 € | 416 € | -2,1% | 55,6% ↑ |
Emilia Romagna | 273 € | 268 € | 2,0% | 74,0% ↑ |
Friuli Venezia Giulia | 269 € | 259 € | 3,8% | 67,5% ↓ |
Lazio | 376 € | 360 € | 4,3% | 54,5% ↑ |
Liguria | 353 € | 349 € | 1,0% | 57,5% ↑ |
Lombardia | 254 € | 249 € | 2,0% | 73,2% ↑ |
Marche | 265 € | 250 € | 5,7% | 72,0% ↑ |
Molise | 254 € | 252 € | 0,9% | 58,4% ↓ |
Piemonte | 308 € | 297 € | 3,6% | 67,0% ↑ |
Puglia | 427 € | 410 € | 4,1% | 58,6% ↑ |
Sardegna | 363 € | 347 € | 4,6% | 75,9% ↑ |
Sicilia | 390 € | 396 € | -1,4% | 51,5% ↑ |
Toscana | 373 € | 360 € | 3,8% | 65,6% ↑ |
Trentino Alto Adige | 203 € | 196 € | 3,6% | 74,7% ↑ |
Umbria | 371 € | 352 € | 5,5% | 67,9% ↑ |
Valle d'Aosta | 365 € | 303 € | 20,3% | 66,1% ↑ |
Veneto | 275 € | 262 € | 5,2% | 76,2% = |
Italia | 329 € | 321 € | 2,6% | 65,2% ↑ |
Fonte: Cittadinanzattiva – Osservatorio Prezzi & Tariffe, Novembre 2024
Raccolta differenziata
Secondo i dati raccolti dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), in Italia nel 2022 sono state prodotte circa 29,1 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (-1,8% rispetto al 2021). La produzione pro capite è di circa 494 chilogrammi per abitante (-1,6% rispetto al 2021), con valori più elevati al Centro (532 kg/ab.), seguito dal Nord (506 kg/ab.) e dal Sud (454 kg/ab.).
La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 65,2% (+1,2% rispetto al 2021), mentre il 18% dei rifiuti urbani prodotti finisce in discarica. A livello di aree geografiche, il Nord si posiziona al primo posto (71,8%), seguito dal Centro (61,5%) e dal Sud (57,5%). A livello di capoluoghi di provincia, la percentuale di raccolta differenziata pari o superiore al 65% è stata raggiunta da poco più della metà di essi (57%). In 20 capoluoghi di provincia siamo ancora al di sotto dell’obiettivo del 50%, il cui raggiungimento era previsto nel 2009. Tra questi spiccano Palermo, con una percentuale di raccolta differenziata al 15,6%, Crotone al 21,4%, Catania al 22% e Foggia al 26%.
Per quanto riguarda la tipologia di rifiuti differenziati nel 2022, la percentuale più elevata è relativa alla frazione organica (38,3%), seguita da carta (19,3%), vetro (12,3%) e plastica (9%). Le percentuali più basse riguardano i RAEE (1,4%) e i rifiuti tessili (0,8%).
Opinioni e comportamenti delle famiglie italiane in tema di corretto conferimento dei rifiuti
I dati provengono dalla ricerca "Economia circolare e consumi sostenibili. Comportamenti delle famiglie, criticità ed efficacia della risposta pubblica", realizzata e presentata da EURES Ricerche Economiche e Sociali nel mese di aprile 2024 per conto di Adoc, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, U.Di.Con e Unione Nazionale Consumatori (UNC), nell’ambito dei progetti finanziati dal MIMIT. D.M. 6/5/2022, art.5.
Impegno dichiarato vs. pratica effettiva
Il fatto che l'85% delle famiglie si dichiari sensibile al ciclo dei rifiuti e l'89,5% affermi di impegnarsi nel differenziare i rifiuti è sicuramente positivo e riflette una crescente consapevolezza ambientale. Tuttavia, la discrepanza tra l’impegno dichiarato e la pratica effettiva (solo il 61% dei rifiuti viene differenziato correttamente) è un segnale che ci sono delle difficoltà nel portare nella quotidianità quanto promesso. Questo gap può essere attribuito a una serie di ostacoli pratici.
Principali difficoltà e barriere
Le difficoltà principali sembrano derivare dalla scarsa chiarezza sulla composizione dei materiali di imballaggio (55,7%), un problema che rende complicata la corretta separazione dei rifiuti. La gestione inadeguata del servizio (52,4%) è un altro fattore che frena l’adozione di pratiche più sostenibili, così come l'assenza di incentivi (47,2%) e la difficoltà nel reperire informazioni o nel gestire il tempo necessario per la differenziazione (42,1%), nonché la mancanza di spazi adeguati nelle abitazioni (35,4%) per gestire correttamente i vari tipi di rifiuti.
Comportamenti di consumo e rifiuti
Solo il 51,4% delle famiglie è orientato ad acquistare prodotti sfusi per ridurre gli imballaggi, mentre circa il 36% trova difficoltà nel recupero e nel riutilizzo dei prodotti, e il 30% ha problemi nel ridurre la quantità di rifiuti prodotti.
Misure di incentivazione
Le soluzioni proposte dalle famiglie per migliorare la situazione sono interessanti. Un’incentivazione economica tramite vantaggi in bolletta (62,4%) sembra essere la misura più apprezzata, seguita da campagne di sensibilizzazione (40%).
Conoscenza del servizio
Il dato relativo alla scarsa lettura e conoscenza della carta della qualità del servizio da parte dei cittadini è indicativo di una carenza di trasparenza nella gestione del servizio e di una possibile disconnessione tra i cittadini e le politiche locali sui rifiuti. Migliorare la comunicazione e rendere più accessibili le informazioni potrebbe aumentare la partecipazione attiva e l’efficacia del sistema di raccolta differenziata.