CULTURA - 18 novembre 2024, 10:08

Lou Tchot di Rappèleur: Un viaggio senza tempo nella tradizione musicale valdostana

Un sentito ringraziamento al gruppo "Lou Tchot" per il loro costante impegno nel mantenere viva la tradizione musicale della Valle d'Aosta, promuovendo il canto come strumento di unione e di identità culturale

Lou Tchot di rappèleur (ph. Renzo Pieropan)

Domenica 17 novembre 2024, nella suggestiva cornice delle sale comunali di Cogne, si è celebrato un evento straordinario che ha avuto come protagonista la cultura e la tradizione musicale valdostana. Il gruppo "Lou Tchot di rappèleur" ha infatti presentato il suo nuovo libro "Lo Chansonnier", una raccolta che propone 70 brani di canti tradizionali, dei quali 13 sono stati eseguiti dal gruppo stesso durante la serata, offrendo al pubblico una testimonianza di quella che è la vera anima della nostra tradizione musicale.

Il gruppo "Lou Tchot di rappèleur" non è solo un ensemble musicale, ma una vera e propria custode di un patrimonio culturale che affonda le radici nelle tradizioni popolari della Valle d’Aosta. La scelta di dedicare la serata alla presen-tazione di un libro che raccoglie brani di canti tradizionali è una testimonianza del loro impegno costante nel preservare e tramandare la memoria musicale della regione. Ogni nota, ogni melodia, porta con sé una storia fatta di festa, di riflessioni, di ricordi che hanno attraversato i secoli e che continuano a vivere nelle voci dei fondatori del gruppo.

La serata è stata magistralmente condotta da Carlo Rossi, che con grande abilità ha saputo alternare i canti alle testimonianze dei promotori del "Chansonnier", accompagnando i presenti in un viaggio attraverso il repertorio musicale che ha segnato la storia della Valle d’Aosta. Un repertorio che non è solo musicale, ma che racconta anche storie di vita, di comunità, di momenti di allegria collettiva, ma anche di riflessione profonda sulla nostra identità culturale. Le parole di Rossi, intrise di passione per la tradizione, hanno reso ancora più vivide le emozioni che le canzoni, eseguite con grande intensità dal gruppo, riuscivano a trasmettere.

Il lavoro di raccolta e di trascrizione dei canti è stato curato da Balma Mauro, un grande esperto di musica tradizionale valdostana, che ha arricchito il volume con una selezione di fotografie che raccontano il contesto storico e sociale in cui queste melodie sono nate. Le 70 trascrizioni musicali contenute nel libro sono un prezioso strumento per la preservazione di un repertorio che rischiava di andare perduto, ma che grazie a questo progetto riesce a trovare una nuova vita, pronta per essere condivisa con le future generazioni.

Durante la presentazione, erano presenti il sindaco di Cogne, Franco Allera, e il presidente dell'AVAS (Associazione Valle d'Aosta per la Salute), Albino Imperial, che hanno sottolineato l'importanza di iniziative come questa, capaci di unire le persone attraverso la musica e di mantenere viva la memoria storica di un territorio. Non è un caso che l’evento si sia svolto proprio a Cogne, un comune che, come pochi altri, è simbolo di una tradizione che affonda le radici nei valori più profondi della nostra comunità montana: la condivisione, la convivialità, il senso di appartenenza.

Ma ciò che ha reso davvero speciale la serata non è stato solo il repertorio musicale, ma la consapevolezza che, in un'epoca dominata dalla tecnologia e dalle comunicazioni digitali, c'è ancora spazio per questi momenti di euforica memoria. Il canto collettivo, che nelle piazze e nelle case valdostane ha unito generazioni intere, è una pratica che continua a essere fondamentale per la coesione sociale e la trasmissione delle tradizioni. È un atto che va oltre la semplice performance musicale, perché ha il potere di rafforzare legami, suscitare emozioni e creare ricordi collettivi che rimangono nel cuore di chi vi partecipa.

In questo senso, il gruppo "Lou Tchot di rappèleur" rappresenta un esempio luminoso di come la cultura tradizionale possa essere mantenuta viva e vitale, anche attraverso le nuove forme di espressione. Con il loro costante impegno, il gruppo non solo preserva un repertorio musicale di inestimabile valore, ma svolge anche un ruolo fondamentale nell'educare le nuove generazioni a un tipo di convivialità che troppo spesso rischia di essere dimenticata. La loro passione per la musica e per la tradizione è contagiosa e si riflette nel loro desiderio di coinvolgere sempre più persone, giovani e meno giovani, in questo viaggio senza tempo che è il canto collettivo.

Questo evento è stato un invito a non dimenticare le radici della nostra cultura, ma anche un appello a riscoprire il valore del canto e della musica come strumenti di unione. Che il successo di "Lou Tchot di rappèleur" e la bellezza di questa serata possano servire da stimolo per future iniziative che continuino a promuovere la tradizione musicale valdostana, a riavvicinare le nuove generazioni alla forza del canto collettivo e a preservare un patrimonio culturale che è il nostro tesoro più grande.

Un sincero e caloroso ringraziamento va, dunque, al gruppo "Lou Tchot" per il loro costante impegno nella valorizzazione della cultura locale e per la loro dedizione nel trasmettere alle generazioni future l’importanza di non perdere quei "sani momenti di convivialità" che solo la musica, il canto e la comunità possono regalare.

pi/rp