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AMBIENTE | 13 novembre 2024, 14:41

CIPRA Italia e Francia: 'Urgente ripristinare il Frejus e fermare il raddoppio del Monte Bianco per un trasporto sostenibile

Il collegamenti tra Italia e Francia attraversano una fase critica, con una serie di infrastrutture strategiche chiuse e un traffico che si fa sempre più insostenibile

CIPRA Italia e Francia: 'Urgente ripristinare il Frejus e fermare il raddoppio del Monte Bianco per un trasporto sostenibile

Il sistema di trasporti transfrontaliero rischia il collasso, e per questo CIPRA Italia e CIPRA Francia fanno appello a politiche transfrontaliere ambiziose, che rispondano all’urgenza di migliorare la mobilità tra i due Paesi. In particolare, il comunicato congiunto delle due organizzazioni denuncia l’attuale situazione infrastrutturale e l’inefficacia di soluzioni già proposte, come il raddoppio del tunnel del Monte Bianco.

Il quadro che si sta delineando è drammatico: il tunnel ferroviario del Frejus, chiuso da agosto 2023 a causa di una frana in territorio francese, è ancora inutilizzabile, mentre il tunnel stradale del Colle di Tenda è stato chiuso a causa dell’alluvione del 2020. A questi disagi si aggiunge la chiusura del Traforo del Monte Bianco, previsto per lavori di manutenzione nei prossimi mesi, che porta ulteriori difficoltà al traffico transfrontaliero. L'Italia e la Francia si trovano ora nella situazione in cui quasi tutto il traffico tra i due Paesi deve passare su strada attraverso il Fréjus o Ventimiglia, o deviare attraverso la Svizzera, percorrendo un tragitto molto più lungo e poco conveniente per le imprese.

CIPRA Italia e CIPRA Francia ribadiscono con forza che la soluzione non sta nell’incrementare la capacità di trasporto su gomma, come suggerito dal progetto di raddoppio del tunnel del Monte Bianco, ma nel ripristinare con urgenza il collegamento ferroviario del Frejus, e nel riaprire il collegamento stradale attraverso il Colle di Tenda. Le due organizzazioni richiedono che i due Paesi trovino finalmente un accordo per rendere operativa una linea ferroviaria internazionale efficiente, come quella della Valle Roja, che avrebbe il potenziale di migliorare significativamente la mobilità transfrontaliera, alleggerendo il traffico stradale.

L’appello di CIPRA si concentra inoltre sulla necessità di politiche trasportistiche più mirate a favorire il trasferimento modale dal trasporto su gomma a quello su ferro. Questo non solo migliorerebbe la sostenibilità del sistema di trasporti, ma risponderebbe anche a questioni cruciali come i costi e gli impatti ambientali. Il raddoppio delle gallerie esistenti, come quello previsto per il tunnel del Monte Bianco, non risolverebbe i problemi di congestionamento né del traffico merci né dei passeggeri, ma aggraverebbe ulteriormente la situazione, aumentando il traffico di attraversamento nelle vallate alpine, che sono già fortemente impattate dall’inquinamento. La stessa criticità si pone per il raddoppio della galleria del Frejus, che, seppur realizzato per motivi di sicurezza, potrebbe incentivare il traffico su strada, peggiorando la qualità dell’aria e aumentando l’inquinamento nelle aree circostanti.

Vanda Bonardo, presidente di CIPRA Italia, e Gilles Chappaz, presidente di CIPRA Francia, ricordano che la Convenzione delle Alpi, firmata dai Paesi alpini, stabilisce che la capacità di transito stradale attraverso i valichi alpini deve essere utilizzata in modo efficiente, senza però ricorrere all’ampliamento delle vie di transito stradale. In un contesto di crisi climatica sempre più drammatica, è necessario orientarsi verso politiche di trasporto più sostenibili, puntando su ferrovie moderne ed efficienti che possano sostituire gradualmente il trasporto su gomma, riducendo così il traffico e l’inquinamento nelle delicate aree montane.

Il comunicato conclude sottolineando l’urgenza di un cambio di rotta nelle politiche infrastrutturali transfrontaliere: è necessario un impegno concreto da parte dei governi italiani e francesi per risolvere i problemi infrastrutturali che affliggono le Alpi, non con soluzioni che amplifichino i disagi esistenti, ma con interventi lungimiranti che mettano al centro la sostenibilità e la qualità della vita delle popolazioni alpine.

pi/red.

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