CULTURA - 12 novembre 2024, 13:55

Corrado Jordan racconta l'emozione nell'incontrare Papa Fancesco

Intervista a Corrado Jordan, Consigliere Segretario del Consiglio Valle della Regione Autonoma della Valle d'Aosta, sul Centenario della proclamazione di San Bernardo di Aosta come Patrono degli alpinisti e dei viaggiatori

Corrado Jordan a tu per tu con Papa Francesco

Nel 2023 e nel 2024 la Valle d’Aosta ha vissuto un momento storico di grande significato, con il centenario della proclamazione di San Bernardo di Aosta come Patrono degli alpinisti e dei viaggiatori. Una figura simbolica che ha segnato profondamente la storia religiosa e culturale delle Alpi.

Le celebrazioni hanno avuto il loro apice il 11 novembre 2024, quando Papa Francesco ha ricevuto una delegazione speciale, in un’udienza che ha sancito la conclusione delle manifestazioni dedicate a questo importante anniversario. L’evento è stato promosso dal comitato per le celebrazioni del Centenario, di cui è stato promotore il Consigliere Segretario del Consiglio Valle, Corrado Jordan, che ha avuto un ruolo fondamentale nell’organizzazione di questo momento storico.

Corrado Jordan, come si è sviluppata l’idea di celebrare il Centenario della proclamazione di San Bernardo come Patrono degli alpinisti e dei viaggiatori?

"Il centenario della proclamazione di San Bernardo come Patrono degli alpinisti da parte di Papa Pio XI nel 1923 è stata un’occasione straordinaria per riscoprire e valorizzare una figura che ha avuto un impatto profondo sulla storia religiosa e culturale delle Alpi. Abbiamo voluto farlo in modo ampio e coinvolgente, con un calendario di eventi che spaziava dalla pubblicazione di libri e opere editoriali, fino a spettacoli e manifestazioni, per far conoscere ancora meglio la figura di San Bernardo e il suo messaggio di accoglienza e solidarietà."

In che modo la Valle d'Aosta e la Diocesi di Aosta hanno preso parte a queste celebrazioni?

"La Valle d'Aosta, la Diocesi di Aosta e la Congregazione dei Canonici del Gran San Bernardo sono stati insieme protagonisti di queste celebrazioni. La Diocesi ha organizzato diverse iniziative religiose, mentre la Regione ha contribuito con eventi culturali e iniziative educative. È stato fondamentale anche il coinvolgimento delle scuole, che hanno ospitato spettacoli dedicati ai più giovani. Tra le pubblicazioni più significative ricordiamo il libro di catechesi 'Barny il drago, Sulle orme di San Bernardo di Manuela Lucianaz, che ha portato un messaggio di fede e amicizia, e il lavoro di ricerca di Laura Grivon "Le voyage aux Alpes 1812-1850 - Les passages à l’Hospice du Grand-Saint-Bernard. Inoltre, ci prepariamo a pubblicare un libro sulla vita di San Bernardo, curato dal professor Rizzi, che offrirà una riflessione approfondita sulla sua figura e sull'impatto che ha avuto non solo religiosamente, ma anche socialmente."

L’11 novembre 2024 si è tenuta un'udienza speciale con Papa Francesco. Quali sono stati i momenti più significativi di questa udienza?

"L’udienza con Papa Francesco è stata il culmine di un percorso di celebrazione che ha visto l'impegno di molte persone e istituzioni. La partecipazione del Vescovo di Aosta, Mons. Franco Lovignana, del prevosto della congregazione dei canonici del Gran San Bernardo Jean-Pierre Voutaz dei rappresentanti delle Guide di Alta Montagna, dei Maestri di sci e delle autorità locali è stata un segno di quanto questo centenario abbia coinvolto tutta la comunità valdostana. Il Papa ha espresso parole di incoraggiamento, sottolineando quanto il messaggio di San Bernardo, che ancora oggi promuove l'accoglienza e la solidarietà, sia attuale e necessario nella società odierna. È stato un momento di grande emozione, di riconoscimento e di speranza per il futuro."

San Bernardo è stato un santo che ha fatto della montagna e dell’accoglienza la sua missione. In che modo questi valori sono ancora oggi un riferimento per la nostra società?

"San Bernardo ha scelto la montagna non solo come luogo di vita, ma come simbolo di accoglienza e di ospitalità. L’ospizio che ha fondato al Gran San Bernardo, a 2.473 metri di altitudine, è diventato un punto di riferimento per viaggiatori e pellegrini di tutto il mondo. Il suo motto, "Ici le Christ est adoré et nourri" ('Qui Cristo è adorato e nutrito'), è un esempio di come l'accoglienza e l’aiuto reciproco siano valori che non hanno tempo. Oggi, nella nostra società, questi valori sono più che mai necessari, soprattutto in un mondo che spesso appare diviso. La missione dei Canonici del Gran San Bernardo, che continuano a portare avanti l'accoglienza con grande dedizione, ci dimostra quanto sia vivo e forte il messaggio di San Bernardo."

Quali sono i progetti futuri legati alla figura di San Bernardo?

"Il centenario non si è concluso con l’udienza, ma rappresenta solo un nuovo punto di partenza. Abbiamo in programma, a livello transfrontaliero,  di continuare a promuovere la figura di San Bernardo, non solo a livello locale, ma anche a livello internazionale. La valorizzazione del Gran San Bernardo come luogo di incontro, spiritualità e riflessione è uno degli obiettivi principali. In futuro, pensiamo anche a nuovi percorsi di formazione e spiritualità, per continuare a trasmettere la sua eredità alle nuove generazioni. Non possiamo dimenticare che il suo messaggio è ancora oggi fondamentale, non solo per gli alpinisti e i viaggiatori, ma per tutti coloro che credono nell'importanza dell'accoglienza e della solidarietà."

Cosa ha significato per lei, personalmente, essere parte di questo grande evento di celebrazione?

"Per me è stato un grande onore e una grande responsabilità. San Bernardo è una figura che, al di là della fede religiosa, rappresenta valori universali di umanità e di solidarietà. Con questo centenario, abbiamo avuto l’opportunità di riscoprire e rafforzare questi valori, e di legarli ancora più profondamente alla nostra identità valdostana. È stato un viaggio emozionante e di crescita, che ha coinvolto tante persone e che ha dimostrato quanto la nostra comunità sia coesa nel celebrare la storia e i valori che ci uniscono."

Concludiamo con le parole di Corrado Jordan che ben sintetizzano l'eredità lasciata dalle celebrazioni del centenario: "San Bernardo ci ha insegnato che la montagna è un luogo di incontro, di accoglienza e di fraternità, e che questi valori sono sempre vivi, più che mai necessari in un mondo che ha bisogno di pace e di solidarietà."

pi.mi.