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Vite in ascesa | 08 novembre 2024, 08:00

Monte Niblè e Cima Ferrand

Sulle cartine militari francesi, il Niblè è tuttora chiamato "Pointe de Ferrand", toponimo errato perché la punta Ferrand attuale non ha nulla a che vedere col vallone di Galambra

Il Niblè a destra sullo sfondo

Il Niblè a destra sullo sfondo

Vetta importantissima che, vista dal versante francese, ha un aspetto di cima imponente. Grazie al Ghiacciaio di Ferrand, seppur ridotto, le fa assumere una sembianza austera. Il nome attribuito alla montagna è stato molto controverso nei secoli passati. I montanari dell’epoca chiamavano la cima "Ferrant", dai minerali di ferro che vi si trovano tuttora, mentre solo nel vallone di Galambra era usato il nome "Niblè" (per le nebbie che lo avvolgono).

Sulle cartine militari francesi, il Niblè è tuttora chiamato "Pointe de Ferrand", toponimo errato perché la punta Ferrand attuale non ha nulla a che vedere col vallone di Galambra.

La prima ascensione resa pubblica risale al 25 luglio 1873, effettuata da W.A.B. Coolidge con Christian Almer (padre) e Pierre Michel, che salirono la cresta Ovest-Sud-Ovest. Trovando in vetta però un ometto, avevano la certezza che qualcuno aveva già posto piede prima di loro sulla cima, ma non ne aveva dato divulgazione. Pertanto, la prima salita resta tuttora attribuita a opera d’ignoti.

Traversata Ferrand – Niblè: Dal rifugio, salire per la sponda sinistra orografica del vallone, seguendo un ottimo sentiero che sale zigzagando attraverso ampi pascoli, che man mano si prendono quota lasciando il posto a fini detriti e immense pietraie, fino ad arrivare a quota 2371 m, dove c’è un’ottima fontana, dedicata agli alpini, in zona Roc del Colle (2371 m).

A quota 2700 m si lascia l’evidente traccia per il Colle d’Ambin, seguendo i segni rossi che conducono all’evidente forcella dalla quale si raggiunge il Bivacco Walter Blais, sito nei pressi di una fascia rocciosa, quasi in prossimità del Colle Est d’Ambin, a una quota di circa 2921 m (2,30 h).

Il Monte Niblè dalla Rocca d'Ambin

Dal colle si traversa su visibili tracce in direzione degli evidenti resti del Ghiacciaio di Ferrand, quasi pianeggiante. È meglio calzare i ramponi, anche se vi sono solo più scaglie di ghiaccio vivo, che si possono evitare sui residui morenici del medesimo, arretrato di tantissimo in questi ultimi anni.

Quando il sentiero muore sul ghiacciaio, attraversarlo in diagonale (da destra verso sinistra, in direzione di salita), tenendosi a contatto con le rocce affioranti della Punta Ferrand, la cui vetta è posta a 3348 m.

Raggiunta la sella tra la Punta Ferrand e il Niblè, puntare a sinistra (senso di salita) e, tra tracce del CAI e rocce accatastate, toccarne l’apice (ore 4,15 h dalla partenza).

Poco sotto l’ometto in pietra della vetta vi è il libro per le firme col nome della cima raggiunta e una piccola effige della Madonna. Tornati alla sella tra la Punta Ferrand e il Niblè, ci si immette sui resti del ghiacciaio del Niblè per raggiungere la base della cresta Nord-Est.

Aggirare la cresta alla sua base con un lungo traverso su ghiaccio annerito dal ritiro delle nevi, che a volte si presenta con evidente vetrato da evitare, aiutandosi con le rocce affioranti. Esse permettono di uscire sul lato destro (verso di salita), incrociando in alto sulla cresta le tracce di salita della via normale (fatta questa digressione senza perdere quota per non impiegare troppo tempo e compiere la traversata completa Ferrand – Niblè).

Sulla prima vetta, dove c’è un busto della Madonna (un passo di II grado), si arriva scalando a monte la breve paretina (libro di vetta per le firme racchiuso sotto). Sulla seconda vetta (punto culminante) a 3365 m vi è una croce in ferro (5,30 h dall’auto).

Curiosità: Nei pressi del Colle d’Ambin, vi è a sinistra una bella torre rocciosa che sovrasta proprio il nuovo bivacco. Questa torre è dedicata alla memoria di una donna alpinista: sulla vetta vi è la sua foto e una bella e significativa croce in ferro a quota 2971 m. Questa curiosa torre è anche stata attrezzata come palestra di roccia in quota per chi magari pernotta al Bivacco Blais.

Sotto un cielo minaccioso il Niblé e i Colli d'Ambin, visti dal Gran Cordonnier

RELAZIONE TECNICA:

Nome dell’itinerario: Monte Niblè e Cima Ferrand

Altezza massima raggiungibile: 3365 m

Tipo di percorso: Alpinismo facile in quota

Ore: 5,30 h - per l’it. A della Punta Ferrand 3348 m - 5 h solo il Niblè per l’it. B.

Dislivello totale: 1560 m (1516 m solo Niblè).

Difficoltà: Alpinismo facile (It A: PD - It. B: F)

Materiale occorrente: Corda, piccozza, ramponi

Accesso: Percorrere la Statale n. 24 per Bardonecchia; dopo Chiomonte, superati i tornanti di Exilles e dopo la diramazione per Deveys e S.Colombano, si imbocca a destra la strada asfaltata (in parte) per Eclause e le Grange della Valle.

Dopo alcuni tornanti si lascia a destra la diramazione per Fenils e, superato un vecchio forte ristrutturato in parte ed in passato adibito a colonia, si lascia sulla sinistra la diramazione per Pramand. Uno stretto tornante a sinistra evita l’ingresso nell’abitato di Eclause e, in circa dieci chilometri, la strada termina alle Grange della Valle.

A sinistra si va al Rifugio Levi - Molinari, direzione che occorre prendere per portarsi in auto fino nei pressi del rifugio (parcheggio per le auto prima della sbarra).

Lodovico Marchisio - foto Lodovico Marchisio

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