Chez Nous - 06 novembre 2024, 08:00

Rassemblement Valdôtain et l'incivilité

Un episodio che, oltre a rivelare una profonda maleducazione, solleva preoccupazioni sul livello di civiltà che ormai caratterizza il dibattito politico regionale

Diego Lucianaz, consigliere regionale valdostano di Rassemblement Valdôtain, ha perso l'occasione per tacere e dimostrare un minimo di responsabilità. In un gesto che non solo danneggia la sua immagine personale, ma anche il ruolo che ricopre all'interno delle istituzioni, Lucianaz ha dato sfogo a una frustrazione inaccettabile durante i lavori del Consiglio Regionale, apostrofando un collega con un inqualificabile "ciccione". Un episodio che, oltre a rivelare una profonda maleducazione, solleva preoccupazioni sul livello di civiltà che ormai caratterizza il dibattito politico regionale.

La scena, raccontata dal consigliere di maggioranza Andrea Padovani, ha avuto luogo a microfono spento, ma le parole pronunciate da Lucianaz non sono sfuggite. Come giustamente osservato da Padovani, quel tipo di commento non ha nulla a che vedere con la politica, anzi, va ben oltre i confini del rispetto che ogni rappresentante delle istituzioni dovrebbe garantire. Non si tratta di un semplice scivolone verbale: l'insulto diretto a un collega, che tra l'altro non ha nulla a che vedere con la disputa politica, si configura come un atto di body shaming, un’offesa che umilia e discrimina.

Non è la prima volta che Lucianaz, in un acceso dibattito politico, lascia trasparire una visione distorta della realtà. Lo stesso consigliere che nel 2022 definiva la pandemia di Covid una “grande pagliacciata” e bollava come “messaggi apocalittici” quelli relativi alla scomparsa dei ghiacciai, ora compie un passo ulteriore nel dimostrare la sua inadeguatezza a ricoprire un ruolo pubblico. Le sue parole non solo sono volgari, ma riflettono una concezione della politica che, oltre a essere pericolosa, è semplicemente inaccettabile. Lucianaz dimostra ancora una volta di non comprendere il valore del confronto civile, che è alla base del funzionamento di qualsiasi istituzione democratica.

Le parole del consigliere di maggioranza Andrea Padovani, che ha sollevato il caso in aula, hanno avuto il merito di riportare l’attenzione su un tema fondamentale: il rispetto. "Se ha un po' di dignità", ha detto Padovani a Lucianaz, "si alzi e chieda scusa". Una richiesta che, purtroppo, è stata subito ignorata dal diretto interessato. La reazione del consigliere di minoranza, che ha risposto con una scarica di indifferenza e difese infondate, è stata ulteriore conferma della sua totale assenza di autocritica. Non solo non ha riconosciuto l'offesa, ma ha anche risposto con arroganza, come se fosse immune da qualsiasi tipo di responsabilità.

Il Partito Democratico della Valle d’Aosta ha giustamente condannato con fermezza quanto accaduto, ritenendo l’incidente in aula un atto di violenza verbale che non può essere tollerato in nessun ambito, figuriamoci in quello istituzionale. Non è mai accettabile usare il linguaggio per offendere la dignità degli altri, e ancor meno in un contesto pubblico, dove ogni parola e ogni gesto dovrebbe essere una manifestazione di rispetto e di educazione. La politica non è solo un luogo di confronto di idee, ma anche di rispetto reciproco, un valore che ogni eletto dovrebbe fare proprio. Offendere gratuitamente un collega per il suo aspetto fisico, come ha fatto Lucianaz, significa tradire quella funzione che le istituzioni rappresentano: un luogo di costruzione comune e non di distruzione.

In un periodo già difficile per la politica e per la credibilità delle istituzioni, episodi come questo rischiano di minare ulteriormente la fiducia dei cittadini nei loro rappresentanti. La società valdostana non merita un clima di aggressione verbale, né dentro né fuori dalle aule parlamentari. Servirebbe un atto di umiltà e di responsabilità da parte di chi ha ancora una minima comprensione del suo ruolo, ma da Lucianaz non è arrivata nemmeno una parvenza di autocritica. Non c’è nulla di politicamente costruttivo nell’umiliare qualcuno per il suo aspetto fisico, e l’assenza di scuse non fa altro che esacerbare l'episodio. Questo non è il tipo di politica che la Valle d'Aosta merita.

piero.minuzzo@gmail.com