La memoria di Mons. Maturino Blanchet, figura di grande importanza nella storia della Valle d'Aosta, viene commemorata in occasione del 50° anniversario della sua morte. Già noto per aver fondato nel 1950 il “Corriere della Valle”, il giornale della diocesi, Blanchet era convinto dell'importanza di una comunicazione efficace per unire il popolo. I suoi 22 anni come vescovo di Aosta, dal 1946 al 1968, coincisero con un periodo complesso, caratterizzato dalla difficile fase del dopoguerra e dalla lenta ripresa economica e sociale. In questo contesto, la sua figura emerge non solo come un pastore spirituale, ma anche come un leader attento alle esigenze della comunità.
Mons. Blanchet si distinse per il suo approccio diretto e sincero, lontano dalla retorica e dalle convenzioni del “politicamente corretto”. Questa schiettezza, accompagnata da un profondo senso di responsabilità e umanità, ha fatto di lui un punto di riferimento per molti. La sua visione tradizionale, legata alla terra e alla vita rurale, rifletteva una comprensione profonda delle sfide quotidiane della sua comunità. P. Fabio Ciardi, uno studioso delle sue opere, lo descrive come un uomo timido ma fiducioso, consapevole dei propri limiti e abbandonato alla misericordia divina, sempre in contatto con la realtà e con le persone che lo circondavano.
In questi giorni, l’iniziativa proposta dal Vescovo Mons. Franco Lovignana e dai Missionari Oblati di Maria Immacolata invita a una riscoperta di questo grande vescovo. Gli eventi del 8, 9 e 10 novembre offrono l'opportunità di approfondire la sua figura attraverso conferenze e celebrazioni solenni. La conferenza, moderata da Vanna Balducci, vedrà come relatore Alessandro Celi, storico noto e collaboratore del giornale, che ha già preparato i lettori con articoli di avvicinamento all'evento.
La commemorazione si concluderà con due celebrazioni liturgiche: una al Santuario di Maria Immacolata, presieduta dal Superiore Generale degli Oblati, Luis Ignacio Rois Alonso, e l'altra dal Vescovo di Aosta, Mons. Franco Lovignana. Questi momenti di raccoglimento non solo onorano la memoria di Mons. Blanchet, ma rappresentano anche un invito a riflettere su come le sue idee e il suo spirito possano continuare a influenzare la comunità valdostana oggi.
In un'epoca in cui le sfide sociali e morali richiedono figure autorevoli e ispiratrici, il legato di Mons. Maturino Blanchet è più attuale che mai. La sua vita e il suo operato ci invitano a lavorare insieme per costruire un futuro di speranza, solidarietà e unità. La memoria del passato, quindi, non è solo un atto di celebrazione, ma un faro che illumina il cammino verso un domani migliore.
Mons. Maturino Blanchet era membro dei Missionari Oblati di Maria Immacolata (OMI), un ordine religioso fondato da San Eugenio de Mazenod nel 1816.
Gli Oblati sono noti per il loro impegno nelle missioni e per il lavoro pastorale nelle comunità, con un particolare focus sui più bisognosi.
L'appartenenza di Blanchet all'OMI ha influito sul suo approccio pastorale e sulla sua visione della chiesa. La spiritualità oblata si concentra sull'annuncio del Vangelo e sull'accompagnamento delle persone nel loro cammino di fede, valori che Mons. Blanchet ha incarnato durante il suo episcopato. La sua formazione e il suo background negli Oblati lo hanno reso particolarmente attento alle dinamiche sociali e ai bisogni della comunità valdostana, contribuendo alla sua reputazione di pastore accessibile e impegnato.
La sua eredità come vescovo e come oblato continua a essere celebrata, come dimostrano le commemorazioni in suo onore e il suo impatto duraturo sulla diocesi di Aosta.
Maturino Blanchet è stato un'importante figura ecclesiastica e sociale per la Valle d'Aosta. Nacque il 23 marzo 1901 a Saint-Rhémy-en-Bosses e, dopo aver completato gli studi in teologia e filosofia, fu ordinato sacerdote nel 1925. Divenne vescovo di Aosta nel 1946 e mantenne questa carica fino alla sua morte nel 1974.
Durante il suo episcopato, Blanchet si distinse per il suo impegno nella ricostruzione della diocesi nel periodo postbellico, affrontando le difficoltà economiche e sociali del dopoguerra. Fu molto attivo nel promuovere la formazione religiosa e culturale, e la sua convinzione che un buon giornale potesse unire la comunità lo portò a fondare il “Corriere della Valle” nel 1950, un'importante voce per la diocesi.
Mons. Blanchet era conosciuto per il suo approccio diretto e sincero, spesso lontano dalle convenzioni del “politicamente corretto”, e per la sua attenzione alle esigenze della sua comunità. La sua figura è stata descritta come tradizionalista, ma con un cuore aperto verso le persone e le loro necessità.
Dopo la sua morte, il suo operato ha continuato a influenzare la diocesi e la comunità valdostana, e il 50° anniversario della sua morte offre un'opportunità per riflettere sul suo lascito e sul significato della sua vita nel contesto attuale.