Si è conclusa con grande entusiasmo e un significativo riconoscimento il festival internazionale di cinema Frontdoc 2024, il cui evento di premiazione ha messo in luce l’eccezionale talento delle registe donne. In un clima di celebrazione e consapevolezza, la giuria ha deciso di assegnare tutti i premi a opere dirette da donne, un fatto che segna un importante traguardo nella lotta per la parità di genere nel settore cinematografico. Gianluca Rossi, condirettore artistico del festival, ha espresso la sua gioia per questo risultato, sottolineando l'importanza di valorizzare le voci femminili in un contesto ancora dominato da una narrazione patriarcale. “La loro voce è fondamentale e siamo felici di aver contribuito a valorizzarla”, ha dichiarato, augurandosi che questo sia solo l'inizio di una lunga e brillante carriera per queste talentuose cineaste.
Il premio per il miglior lungometraggio è stato conferito a "Feu Feu Feu" di Pauline Jeanbourquin, un'opera che, secondo la motivazione della giuria, riesce a fondere il contemporaneo e l’arcaico, esplorando la bellezza di un'estate sospesa e incantata, un momento di connessione con l’infanzia. Questo film, descritto come un atto di fede nel potere del cinema come arte della condivisione, ha colpito per la sua profondità e per la sua capacità di evocare un mondo in cui il naturale e il sacro coesistono armoniosamente. Oltre al premio principale, è stata assegnata una menzione speciale a "Billy" di Lawrence Côté-Collins, mentre il miglior cortometraggio è andato a "Am I the skinniest person you've ever seen?" di Eisha Marjara, una narrazione delicata ma incisiva che affronta le sfide dell’adolescenza con grande sensibilità.
Tuttavia, la serata di festeggiamenti ha preso una piega controversa quando due esponenti di Fratelli d'Italia sono stati aggrediti verbalmente e fisicamente da alcuni partecipanti, costretti a ritirarsi sotto pressioni esplicite. Questo episodio ha sollevato interrogativi sulle dinamiche di inclusione e tolleranza all'interno della comunità, soprattutto in un contesto come quello di un festival che si propone di celebrare la diversità e la cultura. Gli organizzatori dell'evento hanno prontamente preso le distanze da quanto accaduto, affermando il loro impegno per un ambiente inclusivo e rispettoso, e sottolineando che l'arte deve essere un ponte di dialogo, non un motivo di divisione.
Questi incidenti non devono offuscare i successi di un festival che ha saputo valorizzare il talento delle registe donne e promuovere una cultura di inclusione. Il sindaco ha espresso la sua volontà di continuare a sostenere iniziative culturali che favoriscano il dialogo e la comprensione reciproca, rendendo Aosta un luogo in cui tutte le voci possano essere ascoltate e rispettate. In un momento in cui le divisioni sembrano intensificarsi, il festival Frontdoc rappresenta un faro di speranza e di progresso, sottolineando l'importanza di ascoltare e celebrare le storie di tutti.