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ATTUALITÀ POLITICA | 29 ottobre 2024, 14:35

Strage di volpi in Valle d'Aosta

Lettera aperta di Legambiente VdA all'assessore regionale Marco Carrel

Foto repertorio

Foto repertorio

Assessore,

siamo qui a segnalarle un eccesso venatorio a cui occorre porre rimedio.

A fine maggio 2024, durante una riunione della Consulta faunistico-venatoria, un rappresentante della Consulta segnalava che, in una zona del proprio Comune, le volpi ribaltano i mastelli delle immondizie alla ricerca di cibo. Da particolare e locale, il problema viene posto come generale, e lo spietato delegato propone di dare un premio ai cacciatori che uccidono le volpi su tutto il territorio regionale, riconoscendo loro una nota di merito, cioè un bonus, nell'assegnazione dei capi di ungulati da abbattere nella stagione venatoria successiva.

L’assemblea rispondeva che non ci sono tetti al prelievo di volpi (chi vuole già adesso è libero di cacciare le volpi, senza bisogno di introdurre incentivi) e dirottava l’eventuale questione al Comitato regionale per la gestione venatoria. L’assessore Carrel evidenziava che non verrà inserita alcuna premialità all’interno del Calendario venatorio, e il rappresentante delle associazioni ambientaliste si esprimeva nettamente contro il messaggio da marketing venatorio.

La proposta veniva a questo punto ripresentata, nelle settimane successive, all’interno del Comitato regionale per la gestione venatoria e, con voto nuovamente contrario della rappresentanza ambientalista, veniva favorevolmente accolta.

Adesso, a stagione venatoria avanzata, vengono segnalate decine di carcasse di volpi abbattute e abbandonate nei prati e nei boschi, tanto che il Comitato ha dovuto fare una circolare interna invitando a comportamenti più civili riguardo lo smaltimento o l’occultamento degli animali (la cui carne non è di interesse commestibile). Se in passato in Valle venivano mediamente uccise 5 volpi all’anno, è possibile ora ipotizzare la strage di centinaia di volpi.

Eppure, le volpi mangiano topi e altri piccoli animali, fanno parte dell’equilibrio biologico e sono anche un'attrazione turistica, al pari di tanti altri animali presenti sui nostri territori. La fauna selvatica è patrimonio della comunità; appartiene a tutti e non ai soli cacciatori. Riguardo ai rifiuti urbani, si possono sicuramente trovare altre soluzioni.

Riteniamo questa disposizione un eccesso venatorio.

Chiediamo quindi che l’amministrazione regionale elimini il bonus che il Comitato per la gestione venatoria si è autoassegnato, intervenendo in tal senso direttamente nel prossimo Calendario venatorio.

Legambinete VdA

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