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AMBIENTE | 24 ottobre 2024, 21:14

Per Legambiente in Valle d'Aosta ci sono più ruspe che camosci

Legambiente VdA ripropone con forza l'opinione di una turista

Rusoe a Larid - Champorcher (ph Legambiente VdA)

Rusoe a Larid - Champorcher (ph Legambiente VdA)

"Quest'estate sulle montagne della Valle d’Aosta abbiamo visto più ruspe che camosci”: queste parole di una turista abituale riassumono una realtà preoccupante che coinvolge il nostro territorio. Le ruspe, simbolo di un progresso che spesso ignora le conseguenze ambientali, si stanno spingendo sempre più in alto, ai piedi e oltre i ghiacciai, nella frenesia di adattarsi ai cambiamenti climatici, si legge in una nota di Legambinete VdA.

Legambiente Valle d'Aosta si distingue per il suo impegno nella tutela dell’ambiente e della biodiversità della regione. L’associazione si batte attivamente contro interventi che minacciano il patrimonio naturale, culturale e storico della Valle, come dimostrato dalle recenti denunce riguardanti la crescente invasività delle opere di costruzione in alta montagna.

In particolare, Legambiente ha sollevato preoccupazioni per i lavori legati al turismo invernale, evidenziando come questi interventi, come quelli per la realizzazione di nuove piste e impianti di innevamento, possano compromettere ecosistemi fragili e aree di rilevanza storica. La denuncia della distruzione della torbiera a Champorcher è solo uno dei tanti esempi di come l’associazione si faccia portavoce della necessità di una maggiore attenzione verso la salvaguardia dell'ambiente.

Legambiente sottolinea l'importanza di valutare le conseguenze a lungo termine delle scelte fatte oggi, invitando le istituzioni e i cittadini a riflettere su un modello di sviluppo sostenibile che non sacrifichi la storia e la natura per il profitto immediato. Con iniziative di sensibilizzazione e campagne informative, l’associazione promuove un turismo responsabile, in grado di rispettare e valorizzare il patrimonio ambientale e culturale della Valle d'Aosta.

La posizione di Legambiente è chiara: “Un po’ di lungimiranza non guasterebbe”. La speranza è quella di riuscire a creare un dialogo costruttivo tra le esigenze economiche e la necessità di preservare l'ambiente, affinché le future generazioni possano continuare a godere della bellezza unica delle montagne valdostane.

 

pi/red

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