In una piccola gemma come Aosta, dove la storia si intreccia con la quotidianità, ci si aspetterebbe che anche le necessità più basilari siano garantite. Eppure, la città che si bea tra le montagne si trova ad affrontare un dramma che sarebbe comico se non fosse tragico: la questione delle toilette. Cinque, sì, cinque toilette per una superficie di 35 km quadrati, di cui una è persino soggetta a orari da giocoliere: apre alle sei e chiude a mezzanotte, giusto in tempo per l’ultimo pullman da Torino. Perfetto, se il tuo sogno è vivere una vita di avventure temporali!
Per i residenti della periferia, la situazione è ancora più precaria. Immaginate di dover tenere a bada la necessità di “cambiare l’acqua alle olive” mentre cercate disperatamente un bar dove ordinare un caffè e, sperando nella benevolenza del barista, ottenere l’accesso a un bagno. La corsa tra la caffeina e l’urgenza di un bisogno biologico è un’esperienza che avrebbe fatto le delizie di qualsiasi reality show.
Da Piazza Chanoux verso ovest, l’unica opzione sembra essere la resistenza, o, in alternativa, un viaggetto di due chilometri per raggiungere la toilette nei pressi della questura. Nelle aree verdi, invece, i cani se la godono: possono soddisfare le loro necessità senza alcuna remora. Una vera ingiustizia, considerando che anche gli umani, con la loro incontinenza in aumento e l’età che avanza, meritano un po’ di dignità.
Ma cosa ne sa la giunta municipale, composta da giovani che evidentemente non hanno mai dovuto affrontare una corsa disperata per trovare un Vespasiano? Le esigenze di una popolazione che invecchia sembrano sfuggire alla loro vista, come le scritte sulle mura storiche della città. Si spera che la ristrutturazione di piazza della Repubblica porti anche alla creazione di servizi igienici che siano più accessibili e meglio segnalati, perché, diciamocelo, trovare una toilette dovrebbe essere considerato un diritto, non un’attività da safari.
In conclusione, Aosta, con la sua bellezza storica, meriterebbe un po’ più di attenzione per le necessità di chi la vive. Un cartello che indichi “Toilette” potrebbe valere più di un monumento per chi sta trattenendo un’urgenza. E chissà, magari un giorno i cittadini di Aosta potranno godere non solo dei panorami mozzafiato, ma anche della tranquillità di sapere dove poter “fare il bis”.
In Aosta, un vero gran guaio,
cinque toilette, un numero da brivido, ahimè!
Chi vive lontano, un dilemma fatale,
tra bar e caffè, un’arte marziale.
Mentre i cani scorrazzano in libertà,
noi umani in crisi, che triste realtà!
Ma speriamo un giorno, con un po’ di pazienza,
di trovare un bagno con più coerenza!