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Zona Franca | 11 ottobre 2024, 15:30

Precisazione di SIV sulle infiltrazioni di acqua al nuovo polo universitario

Foto tratta da sg-gallerylive.it

Foto tratta da sg-gallerylive.it

In relazione alle notizie comparse di recente su varie testate giornalistiche e notiziari circa il nuovo edificio destinato alla didattica dell’Università della Valle d’Aosta (UNIVDA), la Société Infrastructures Valdôtaines (SIV s.r.l.), soggetto attuatore per conto della Regione Autonoma Valle d’Aosta dei lavori realizzati, fornisce alcune spiegazioni riguardo alle infiltrazioni d’acqua registrate sulla facciata dell’edificio recentemente inaugurato ufficialmente.

A tale fine, sono indispensabili alcune sintetiche premesse. La concezione architettonica dell’edificio, curata dallo studio MCA (Mario Cucinella Architects), fin dalla sua prima proposizione ha evidenziato i propri caratteri formali marcatamente innovativi nel panorama valdostano. La facciata ovest è di tipo composito e risulta costituita da una messe di elementi e materiali diversi e singolarmente unici. Forniamo alcuni “numeri”: n. 39 costolature (centine di sostegno) d’acciaio, ognuna di diversa sagoma e sviluppo; n. 2040 elementi rivestiti in materiale acrilico/minerale (tipo Corian), ognuno di diversa dimensione e geometria; n. 36.000 elementi e componenti che costituiscono complessivamente la facciata; ed infine, 25.000 metri (25 km) è lo sviluppo dei giunti siliconici realizzati al fine di garantire la tenuta all’acqua fra i vari elementi verticali e orizzontali.

Il consorzio di imprese, tutte valdostane, appaltatore dei lavori, doveva, per contratto, assicurare la progettazione costruttiva di dettaglio della facciata e si è avvalso, per la progettazione, di uno dei più reputati studi professionali a livello nazionale, specializzato nel campo specifico.

La facciata, per tutte le sue caratteristiche appena sintetizzate, che ne fanno un “unicum”, è estremamente sensibile alle variazioni di temperatura, di soleggiamento e meteorologiche in generale. Ricorrendo a una metafora, la facciata a suo modo “respira”, risultando in continuo e marcato movimento, anche se questo non è percepibile.

Rispetto dunque alle giuste e preoccupate segnalazioni pervenute riguardo alle infiltrazioni d’acqua della facciata, ed in particolare con riferimento agli utenti tutti della nuova struttura, è doveroso informare che l’impresa realizzatrice è tenuta, per contratto, a intervenire ogni qualvolta si registri il fenomeno. Al contempo, si confida che qualche disagio possa essere compreso e tollerato, oggi e in futuro, in ragione delle estreme complessità realizzative descritte per poter usufruire di un’opera tanto prestigiosa quanto unica.

Société Infrastructures Valdôtaines

Grazie per le precisazioni alle quali mi permetto di esprimere sommessamente alcune mie consideraziono.

In risposta alle recenti segnalazioni sulle infiltrazioni d’acqua nel nuovo polo universitario, non possiamo fare a meno di sorridere amara­mente. Dopo vent’anni di lavori, ci aspettavamo un capolavoro architettonico da incorniciare, non un'installazione artistica che celebra il “gocciolante contemporaneo”.

Le costolature d’acciaio, con le loro forme uniche, sono un vero omaggio alla varietà, ma chi avrebbe mai pensato che, oltre ai 36.000 elementi e ai 25 km di giunti siliconici, avremmo anche avuto il “privilegio” di un’acqua corrente... dalle pareti? Certo, il giorno dell'inaugurazione, con il Presidente Mattarella presente e il sole splendente, ha reso tutto più brillante; chi può dire se, in un giorno di pioggia, il nostro polo non avrebbe fatto la figura che ha fatto Parigi con le sue olimpiadi quando sono state inaugurate?

E non parliamo delle aule, dove i pochi punti di collegamento per i computer sembrano più un’opzione vintage che una necessità moderna. È un’idea geniale: incoraggiare gli studenti a socializzare invece di farsi distrarre dai dispositivi.

Quindi, tra un’infiltrazione d’acqua e un’altra, ci chiediamo: che dire della “respirabilità” della facciata? Speriamo solo che le aule non inizino a “respirare” anche loro, magari con qualche fuoriuscita d’acqua extra per rinfrescare l’atmosfera. E mentre l'impresa realizzatrice si prepara a intervenire, noi restiamo fiduciosi che, in nome della bellezza e dell’unicità, qualche goccia possa essere tollerata. Dopotutto, chi non ama un po’ di avventura? pi.mi.

red.

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