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Consiglio Valle | 08 ottobre 2024, 21:10

Le conseguenze della mancata elezione del Giudice della Consulta sulle Autonomie

La partecipazione al voto è particolarmente cruciale per la Valle d'Aosta e il Sud Tirolo, poiché è in gioco una riforma costituzionale riguardante le autonomie speciali

Saverio Marini che e presidente della Commissione Paritetica Stato-Valle d'Aosta per l'attuazione dello Statuto Speciale

Saverio Marini che e presidente della Commissione Paritetica Stato-Valle d'Aosta per l'attuazione dello Statuto Speciale

Nel pomeriggio di oggi, l'emiciclo di Montecitorio ha visto il susseguirsi dell'ottava fumata nera per l'elezione del giudice della Corte Costituzionale. La premier Giorgia Meloni aveva puntato su Francesco Saverio Marini, attuale consigliere giuridico di Palazzo Chigi, ma il tentativo di chiudere rapidamente la questione è stato bloccato dalla compattezza delle opposizioni, che hanno scelto di non partecipare al voto. Per ottenere il quorum di 363 voti, necessario per l'elezione, il governo avrebbe dovuto contare su un sostegno ben più solido di quello attualmente in suo possesso.

Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha rivendicato il risultato, affermando che la "nostra compattezza ha fermato la forzatura della maggioranza". Anche Giuseppe Conte del Movimento 5 Stelle ha espresso soddisfazione, sottolineando come l'opposizione sia riuscita a mantenere una linea comune, disertando l'aula e lasciando la maggioranza a fare i conti con le proprie divisioni. Queste tensioni interne tra le fila di Fratelli d'Italia sono emerse con chiarezza, alimentando le critiche dell'opposizione. Giovanni Donzelli, rappresentante di FdI, ha attaccato la scelta di non votare, lamentando la mancanza di senso di responsabilità istituzionale da parte delle opposizioni.

Il nome di Marini non è stato contestato solo per il metodo, ma anche per questioni di merito. Alcuni esponenti delle opposizioni hanno sollevato preoccupazioni riguardo a un possibile conflitto di interessi, visto il ruolo di Marini nella formulazione di riforme che, se dovesse essere eletto, si troverebbe a giudicare. La situazione si complica ulteriormente con la presenza di diversi gruppi misti e le divisioni all'interno della maggioranza, rendendo incerto il futuro delle candidature.

In un contesto in cui la riforma costituzionale sulle autonomie speciali è al centro del dibattito, il voto ha assunto un significato particolare. L’importanza di avere rappresentanti che comprendano le specificità delle autonomie regionali è cruciale, specialmente in un momento in cui si teme un’involuzione centralista delle istituzioni. In questo scenario, la posizione di Marini come espressione di una garanzia per le autonomie è stata enfatizzata da vari esponenti, che hanno sottolineato la necessità di proteggere i diritti delle regioni, specialmente per quanto riguarda le competenze precedenti alla riforma costituzionale del 2001.

Il numero totale dei votanti è stato di 342, con 323 schede bianche e solo 9 voti dispersi, confermando così l’assenza di un consenso necessario. Il futuro della Corte Costituzionale e delle sue elezioni si presenta incerto, con le opposizioni che sembrano aver trovato una strategia comune per ostacolare i piani della maggioranza. In un panorama politico così frammentato, le prossime settimane potrebbero rivelarsi decisive per il destino di Marini e delle future elezioni, con l'auspicio di un dialogo che possa ridurre le tensioni e trovare un consenso condiviso

Come ha sottolineato il presidente Casini, il voto rappresenta un dovere istituzionale, soprattutto all'interno dell'aula. Recentemente, abbiamo assistito a una nuova fumata nera nel Parlamento in seduta comune, dove si è tentato di eleggere un giudice della Corte Costituzionale. L'ottavo scrutinio si è concluso senza alcuna elezione, con 342 presenti e votanti, 9 voti dispersi, 10 schede nulle e 323 schede bianche. Era necessario raggiungere un quorum di 363 voti, ovvero i tre quinti dei 605 parlamentari italiani.

La partecipazione al voto è particolarmente cruciale per la Valle d'Aosta e il Sud Tirolo, poiché è in gioco una riforma costituzionale riguardante le autonomie speciali. La nomina di Marini, da parte del consiglio regionale della Valle d'Aosta, rappresenta una garanzia non solo per gli altoatesini, ma anche per l'intera comunità, in quanto è un esperto conoscitore delle dinamiche delle autonomie. In questa fase storica, è fondamentale riaffermare la specificità delle autonomie, soprattutto in un contesto nazionale che tende a centralizzare sempre di più le decisioni.

La vera battaglia per le autonomie speciali si concentra sul ripristino delle competenze antecedenti la riforma costituzionale del 2001 e sulla necessità di una nuova intesa. Questo significa mantenere come unici criteri di valutazione le limitazioni alla giurisdizione costituzionale, al diritto internazionale e a quello europeo, mentre è essenziale eliminare elementi come l'interesse nazionale, l'ordinamento giuridico della Repubblica e le riforme sociali ed economiche. Queste ultime sono frequentemente oggetto di impugnazione da parte della Cassazione rispetto alle nostre leggi, un problema che affligge anche il Sud Tirolo.

In sintesi, il voto è un passo cruciale per garantire che le autonomie speciali possano continuare a operare in un contesto di rispetto e riconoscimento delle loro specificità, difendendo i diritti e le prerogative delle comunità locali.

pi.mi.

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