Consiglio Valle - 03 ottobre 2024, 10:10

Approvato il Piano per le politiche del lavoro 2024-2026

Nella seduta del 2 ottobre 2024, il Consiglio ha approvato, con 24 voti a favore (UV, FP-PD, PlA, SA, RV) e 11 astensioni (Lega VdA, PCP, FI), il Piano triennale degli interventi di politica del lavoro 2024-2026.

Presentato il 4 luglio scorso, il Piano è stato illustrato in Aula dall'Assessore allo sviluppo economico, formazione e lavoro, Luigi Bertschy: il documento, sulla base di un'analisi del contesto socio-economico della regione e dei fabbisogni legati alla specificità del territorio, contiene gli obiettivi, le priorità e la tipologia delle azioni da mettere in campo per affrontare le sfide del lavoro nel prossimo triennio, con uno stanziamento di 19,2 milioni di euro.

L'intervento dell'Assessore

«L'andamento del mercato del lavoro valdostano - ha evidenziato l'Assessore Luigi Bertschy - registra un trend positivo di ripresa, con un livello medio di occupati che è cresciuto, anche tra i giovani e le donne, superando i livelli pre-pandemia. Il Piano che è stato elaborato anche attraverso il fattivo coinvolgimento dei componenti del Consiglio per le politiche del lavoro, che hanno contribuito a indicare le logiche strategiche e gli indirizzi prioritari per il triennio. Un Piano che tiene conto delle grandi sfide cui si confronta il mondo contemporaneo: digitale, compresa l'intelligenza artificiale, demografica e climatica.»

«Questo Piano - ha proseguito - mette al centro la persona e si fonda sul concetto di mercato di lavoro come sistema di transizioni occupazionali lungo il corso della vita: dal sistema educativo al lavoro, da un lavoro all’altro, tra occupazione e disoccupazione e viceversa. Contiene inoltre un approccio coerente con l'Alleanza per il lavoro, con l'obiettivo di una maggiore occupazione e un miglioramento nella qualità del lavoro anche attraverso la crescita delle competenze. L'obiettivo generale è quindi quello di contribuire a rafforzare un modello di sviluppo socioeconomico della Valle attraverso una maggiore qualità del lavoro, l’accrescimento e valorizzazione del capitale umano, la centralità della coesione sociale, il miglioramento della capacità di risposta ai cambiamenti di contesto (produttivi, ambientali, istituzionali ecc.), l'incremento dell'attrattività del territorio, l'uguaglianza delle opportunità per tutti. Per l'attuazione delle azioni sono individuati i programmi e i fondi che potranno essere mobilitati, con l'obiettivo di integrare sempre più le risorse regionali con quelle europee. La governance è basata su due livelli: strategico, attraverso la Cabina di regia, e operativo, che coinvolge le strutture regionali competenti per materia.»

«L'attività di monitoraggio ci permetterà di verificare la realizzazione degli interventi, in termini quantitativi e qualitativi, in modo da tarare sempre le risposte al mercato - ha concluso -. Abbiamo la necessità di una collaborazione forte con gli enti locali, con i territori e le imprese, investendo su percorsi formativi attenti alle necessità di contesti locali. Il mondo del lavoro ha la necessità di rendersi attrattivo in un momento di forte calo demografico: il futuro presenterà delle difficoltà, occorre quindi costruire un modello dove le competenze trovino in Valle d'Aosta servizi e imprese capaci di accoglierle, attraverso una rete di servizi. Dobbiamo guardare all'innovazione tecnologica con fiducia, preparando le persone affinché queste possano essere di aiuto alla crescita delle imprese e della pubblica amministrazione. Dobbiamo intervenire sui giovani, dando loro i migliori strumenti per orientarli attraverso una accresciuta flessibilità. Questo è un Piano che non risolve i problemi, ma propone delle soluzioni e una progettualità per costruire un mondo del lavoro che dia le migliori risposte alla Valle d'Aosta.»

Il dibattito in Aula

Il Capogruppo di RV, Stefano Aggravi, si è soffermato su due obiettivi di particolare rilevanza: «Il sostegno al lavoro autonomo finalizzato alla realizzazione di nuove imprese e il supporto al passaggio intergenerazionale, è di centrale importanza. In un mondo che cambia in continuazione è importante dare attenzione al lavoro autonomo. Abbiamo delle realtà produttive che vengono meno per una serie di difficoltà legate all'apertura o al subingresso e così facendo rischiamo di perdere le professionalità necessarie allo sviluppo del nostro territorio. L'apertura di una partita Iva, che è fonte di introito per l'Amministrazione regionale, genera l'apertura di ulteriori partite Iva dando vita a un effetto circolare virtuoso. L'altro obiettivo rilevante è quello del rafforzamento della formazione post diploma, prevalentemente tecnica, che è necessaria per creare professionalità di livello. Non si tratta solo di prevedere una formazione al di fuori della Valle, ma soprattutto di creare le condizioni per il ritorno sul nostro territorio. Abbiamo tanti Piani nei cassetti dell'Amministrazione e speriamo che questo diventi materia viva attraverso la concretizzazione dei concetti.»

Il Capogruppo Andrea Manfrin, «pur ravvisando elementi positivi e principi condivisibili ancorché sotto forma di dichiarazioni di intento», ha annunciato l'astensione del gruppo Lega VdA: «Intanto, vediamo uno svilimento della funzione propulsiva del Consiglio regionale: infatti, la Giunta scrive il Piano, lo discute con gli attori interessati e lo sottopone all'Assemblea per autoimpegnarsi a realizzare delle azioni. L'augurio è che per il futuro si torni ad avere un maggiore equilibrio tra forze in campo. Condividiamo l'attenzione alle persone in condizione di vulnerabilità, in particolare le persone con disabilità, le persone espulse dal mercato del lavoro, con una età prossima alla pensione e con poche skill, a rischio di emarginazione dal mercato stesso. Non condividiamo, invece, i continui riferimenti ai lavoratori immigrati, di cui bisogna decidere la collocazione. Non possono, in effetti, rappresentare una fonte di approvigionamento primaria per il mercato del lavoro e al contempo essere collocati fra le categorie fragili. Desta preoccupazione, infine, l'ennesimo riferimento alle cooperative costantemente foraggiate a suon di coprogettazioni e coprogrammazioni senza alcuna gara che possa determinare qualità e prezzo dei servizi.»

«È un Piano che fa un'analisi di contesto onesta e che dovrà poi trovare concretizzazione nei piani operativi annuali - ha commentato il Capogruppo di Forza Italia, Pierluigi Marquis -. L'incidenza annua è di circa 8,4 milioni di euro per il 2025 e 7,4 per il 2026 di cui la maggiore parte è destinata ai contributi per le assunzioni e agli stanziamenti dei progetti di inclusione attiva (Pia). Le sfide da raccogliere sono molteplici e riguardano numerosi aspetti del mondo del lavoro. Frequentando il territorio non si riscontra una grande soddisfazione per l'impiego ricoperto: abbiamo un problema di qualità del lavoro che deve essere indagato e risolto perché il perseguimento della gratificazione per i lavoratori è importante. Le maggiori richieste di forza lavoro oggi arrivano dalla ristorazione, dal settore alberghiero, dai servizi di pulizia, dall'agricoltura e dalla manutenzione del verde e riguardano personale non qualificato, mentre sono in calo quelle per le attività professionali, scientifiche e tecniche. Se il Piano non avrà esito positivo si corre il forte rischio che il modello del lavoro valdostano scivoli verso la dequalificazione.»

Per la Capogruppo di PCP, Erika Guichardaz, «il Piano contiene dichiarazioni di principio che non possono che essere condivisibili, ma occorrerà vigilare sulla parte attuativa affinché non ci si fermi alle buone intenzioni. Questo Piano richiede infatti un'organizzazione che si muova rapidamente e in modo impeccabile: sarà attraverso gli strumenti di monitoraggio che si potranno verificare le misure e gli investimenti. Molti sono gli elementi positivi, ma rimaniamo perplessi su diversi principi. La Regione sembra dimenticarsi di essere anche datore di lavoro, di aver approvato in ritardo i rinnovi contrattuali e di non avere ancora oggi un responsabile sicurezza lavoratori. Non ritroviamo risposte rispetto alle fughe delle intelligenze dalla Valle. La connessione delle scuole con le esigenze del territorio, in particolare gli istituti professionali, risultano marginali. Il Piano tratta ampiamente il tema dell'intelligenza artificiale, ma alcune affermazioni su di essa sono un po' azzardate. Manca poi una prospettiva politica volta a costruire una stabilizzazione dei lavoratori stagionali; non ci sono ipotesi di salario minimo per gli appalti pubblici; non si capisce dove si voglia andare in merito al lavoro agile nella Pa e non si affronta l'annoso problema della discrezionalità per la concessione dello stesso. Un Piano che oggi non ci convince del tutto e pertanto ci asterremo.»

Il Vicecapogruppo Andrea Padovani ha annunciato il voto favorevole di FP-PD, sottolineando che «il Piano affronta compiutamente i temi del nostro tempo legati alla rivoluzione digitale, dettata dall'intelligenza artificiale, alla crisi climatica e demografica che stanno mordendo anche il nostro territorio. Il Piano nasce da altri documenti, tra cui l'Alleanza per un lavoro di qualità che dettava dei principi cardine per la definizione del mercato del lavoro valdostano che deve essere di qualità, giusto, dignitoso e inclusivo. Questo documento pone le basi per rendere il nostro mercato del lavoro più attrattivo, con condizioni più eque e concrete politiche di conciliazione vita-lavoro. Il Piano prevede anche politiche di inclusione per persone con disabilità e per i migranti, politiche per la parità di genere salariale e di carriera, politiche per aumentare la sicurezza sui luoghi di lavoro. Un provvedimento in aperta controtendenza con le politiche sul lavoro del Governo nazionale guidato da maggioranza di destra-destra-centro che pochi giorni fa ha presentato un decreto legge che aumenta la precarietà e riduce le tutele, zittendo chiunque le critichi con un decreto che alcuni chiamano "sicurezza" ma che io chiamo "decreto repressione del dissenso".