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Consiglio Valle | 13 settembre 2024, 12:19

Sarteur (PAS): "Attacco all'Autonomia, difendiamo le nostre scelte"

La procura della Corte dei conti ha citato a giudizio 16 amministratori e ex amministratori regionali con l’accusa di «aiuti di Stato illegalmente concessi all’Associazione Regionale degli Allevatori Valdostani», prossima udienza 26 marzo 2025.

Sarteur (PAS): "Attacco all'Autonomia, difendiamo le nostre scelte"

L'accusa di aiuti di Stato illegali agli allevatori valdostani rappresenta, secondo Christian Sarteur, leader politico di Pays d’Aoste Souverain, "l'ennesima aggressione alla nostra Autonomia ed alla libertà di effettuare scelte politiche nell’interesse dei Valdostani".

Sarteur non esita a esprimere preoccupazione per il coinvolgimento della magistratura in questa vicenda, sottolineando che "se i politici valdostani non possono più amministrare nel rispetto delle norme e tutto deve essere deciso da poteri centralisti, l'Autonomia cessa di esistere".

In difesa delle scelte fatte dagli amministratori regionali, Sarteur ribadisce che si trattava di decisioni "in linea con direttive europee" e che i contributi agli allevatori erano volti a sostenere "un settore così importante per la Valle d’Aosta, sia per l’aspetto economico sia per il mantenimento dell’ambiente".

"L’accusa di concessione illegale di aiuti di Stato agli allevatori valdostani - ribadisce Sarteur (nella foto) - è l’ennesimo attacco diretto alla nostra Autonomia, una ferita aperta per chi crede nella libertà di scelta politica e nell’autodeterminazione della Valle d'Aosta. Questa volta, nel mirino della magistratura ci sono ben 16 amministratori e ex amministratori regionali, chiamati a rispondere per contributi destinati all’Associazione Regionale degli Allevatori Valdostani, definiti come aiuti di Stato illegali. L’udienza, fissata per il 26 marzo 2025, segnerà un ulteriore capitolo in questa vicenda che ha già messo in allarme il partito Pays d’Aoste Souverain".

Fin da quando la notizia è emersa, alla fine di marzo, il movimento ha preso una posizione chiara: difendere l’operato degli amministratori regionali, sottolineando come tali contributi non solo siano legittimi, ma rientrino perfettamente nel quadro delle direttive europee. Si tratta, infatti, di una scelta politica volta a sostenere un settore cruciale per la nostra regione, sia dal punto di vista economico che ambientale. L’agricoltura non è solo il cuore pulsante della nostra economia, ma anche il baluardo che protegge il nostro territorio, un equilibrio prezioso tra uomo e natura che, senza il giusto sostegno, rischia di spezzarsi.

Questo ennesimo attacco alla libertà di amministrare localmente mette a rischio il principio stesso dell’Autonomia valdostana. Se ai nostri amministratori è negato il diritto di fare scelte politiche nel rispetto delle normative, allora la nostra Autonomia è seriamente compromessa. Pays d’Aoste Souverain non esita a denunciare il rischio che poteri centralisti possano progressivamente svuotare di significato l’indipendenza decisionale della Valle d’Aosta, relegandola a mera esecutrice di ordini superiori. Una prospettiva inaccettabile per chi ha a cuore il futuro di questa regione.

La magistratura, nel suo ruolo, ha il dovere di verificare il rispetto delle leggi, ma il rischio concreto è che si trasformi in un’arma per colpire decisioni politiche legittime. Finanziamenti e contributi come quelli erogati al mondo agricolo valdostano rappresentano scelte politiche pensate per proteggere una comunità che vive di agricoltura e pastorizia, e che trova nella propria identità un legame indissolubile con la terra. Un’aggressione a queste scelte è, dunque, un’aggressione al cuore della Valle d’Aosta stessa.

Per Pays d’Aoste Souverain, questo evento non è solo un caso giudiziario, ma il sintomo di una minaccia più grande: la graduale erosione del nostro diritto all’autodeterminazione. Oggi, più che mai, è necessario ribadire con forza che l’Autonomia non è un privilegio, ma un diritto conquistato con sacrificio e dedizione, e che come tale deve essere difeso. Questo processo non riguarda solo 16 amministratori, ma il futuro di tutta la comunità valdostana.

 

red

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