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Il bene comune | 08 settembre 2024, 12:47

La Saga della Stamberga

Una richiesta di dignità e solidarietà

La Saga della Stamberga

Care Amiche e Cari Amici,

buona giornata. Cerco da qualche parte un sostegno che possa accompagnarmi concretamente  e dignitosamente fino alla pensione.

 Una singolare riforma pensionistica di alcuni anni fa, a mio avviso, ha perpetrato un autentico genocidio economico ai danni degli italiani e delle italiane costretti ad attendere la pensione fino ai 67 anni. Troppo vecchi per lavorare e troppo giovani per ricevere quanto spetta loro in base agli anni di impegno occupazionale.

 

Provo ad indicare una traccia e poi Tu, caro Direttore, valuterai liberamente, volendo, come orientare un eventuale appello per me da diffondere  tra le persone buone e serie  che conosci in privato e\o sul Tuo giornale.

Grazie infinite in qualunque caso.

***

Ho compiuto 65 anni il 10 dicembre 2023 e non voglio finire I miei giorni nella disperazione. Non lo merito. Chiedo scusa sinceramente e  ringrazio infinitamente.

I guai sono iniziati nel 2008. Licenziata, a mio avviso ingiustamente, dopo tanti anni di lavoro come impiegata, ho impugnato il licenziamento.

Appartengo a una generazione antica. Rammentavo I tempi in cui I lavoratori venivano tutelati, le questioni mediate e ai dipendenti soccombenti in giudizio non venivano appioppate spese da capogiro. Oltre al danni, la beffa.

La vicenda si è complicata oltre ogni possibile immaginazione fino al 2018. Posso produrre dei mucchi di documenti.

Poi, dal 2022, hanno iniziato ad incombere su di me le spese legali riscosse dall'agenzia delle entrate.

Perché dal 2014 qualcosa sarebbe mutato nel "diritto" del lavoro.


Un vero e proprio incubo perché la pensione arriverà solo nel gennaio 2026. Mi era stato garantito che, al di sotto di un certo reddito, non avrei dovuto onorare spese legali ulteriori. Mi dicevano evidentemente il falso.


Nel frattempo, casualmente, il mio alloggio è stato vandalizzato quattro volte in corrispondenza di alcune udienze.

Gli pneumatici della mia macchina sono stati tagliati casualmente 8 volte.

E qualche anima buona ha inserito I miei dati in alcune chat discutibili, a mia insaputa.  Inutili le denunce.

Sono sola. 


Molti amici, di differenti orientamenti politici, hanno sperimentato circostanze analoghe.

 

Un apprezzato sindacalista, dopo una causa di lavoro andata male, si è sparato il 4 agosto 2016.

Uno stimato assessore regionale, dopo intense vicende processuali, si sparava il 25 dicembre 2021.

 

Un'amica, persa una causa per mobbing, si è vista pignorare dai vincitori l'intera pensione.

Lo stesso è accaduto a una signora che lavorava in banca. Pignoramento dello stipendio intero.

Chiedo, se possibile, un aiuto pratico per non soccombere anch'io. Non ho ucciso, né rubato, né truffato, né spacciato e non merito di finire I miei giorni disperata.

 Di in-giustizia si parla poco. Gli appelli pubblici per casi giudiziari trovano raramente accoglienza.


Io ci ho rimesso soldi, salute, amicizie e sto cercando un'ancora di salvezza. Anche questo è carcere: perché non si è più liberi di programmare serenamene il proprio presente. Grazie infinite a chi vorrà liberarmi. 

Liberarmi....e non consigliarmi, perché I consigli non servono.

Ma da qualche parte deve esserci qualcuno in grado di sciogliere questo cappio e/ o di sostenermi concretamente. 

Ciò che ho scritto è documentato.

Non intendo offendere o accusare le persone, ma il sistema. 

Lascio i miei dati in redazione.

Concludo con un pensiero carico di riconoscenza per i miei Tre rimpianti Moschettieri e per tutti i miei antenati che mi hanno garantito il tetto che ho sulla testa. Un pensiero carico di affetto per mio papà, mia mamma e per la nonna con cui sono cresciuta. Sono stati sempre con me e, senza che me ne accorgessi, costituivano la mia forza. Mi pento sinceramente di aver perso tanto spesso la pazienza con loro. Credevo che il mondo mi aspettasse: il lavoro, la politica, le riunioni.....Era tutto fumo e fango. Loro invece mi volevano bene sul serio. Spero che possano perdonarmi. Nella casa vuota, li cerco ora invano.

Lettere firmata bipede58@liberto.it

Cara Lettrice,Care Amiche e Cari Amici,

L'appello che mi è giunto oggi è toccante, profondo e racconta una storia di lotta contro un sistema che, anziché proteggere, ha finito per soffocare chi vi ha dedicato una vita di impegno e onestà. La persona che scrive non cerca pietà, ma un aiuto concreto e dignitoso per attraversare gli ultimi anni prima della pensione. È una richiesta legittima, avanzata da chi ha lavorato duramente, solo per trovarsi di fronte a un muro insormontabile fatto di burocrazia, ingiustizia e indifferenza.

È una storia che molti di noi conoscono troppo bene, una storia che ci parla di licenziamenti ingiusti, di processi legali estenuanti e di un senso di isolamento che cresce di giorno in giorno. Questa persona non chiede tanto, solo un po’ di supporto per non soccombere, per non finire i suoi giorni nella disperazione. Non è troppo chiedere di poter vivere gli ultimi anni con dignità, senza dover temere il futuro.

L'appello che ci viene rivolto non è solo una richiesta di aiuto individuale, ma un grido contro un sistema che spesso dimentica le persone e i loro diritti. È un richiamo alla nostra umanità e alla nostra capacità di essere solidali con chi si trova in difficoltà. Se possiamo fare qualcosa, anche un piccolo gesto, che sia di supporto pratico o di sensibilizzazione, dobbiamo farlo.

Viviamo in una società che a volte sembra aver perso il senso della giustizia e della solidarietà. Tuttavia, sono convinto che ci siano ancora persone buone e serie pronte a tendere una mano a chi ne ha bisogno. Questo è un appello che merita di essere ascoltato e condiviso, non sui social dove spesso le persone vengono lapidate, ma tra chi ha davvero a cuore il destino degli altri.

Oggi più che mai, abbiamo il dovere di mostrare che esiste ancora spazio per l’umanità e la giustizia in un mondo che sembra sempre più freddo e distante. La solidarietà non è solo una parola, è un'azione concreta che può fare la differenza nella vita di qualcuno. Rispondiamo a questo appello con il cuore e con i fatti.

Grazie a chi vorrà unirsi in questo gesto di sostegno e dignità scrivendo a bipede58@libero.it  Piero Minuzzo

red

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