La presenza di cani in un condominio è una realtà quotidiana, ma quando questi animali causano disturbo o vengono maltrattati, la situazione può diventare un problema legale serio. Le recenti disposizioni di legge in materia di animali domestici in condominio sono chiare e lasciano poco spazio a dubbi: i proprietari che non rispettano le regole possono incorrere in sanzioni severe, che vanno dalla reclusione fino a 18 mesi a multe fino a 30.000 euro.
Immaginate di dover ascoltare per ore i latrati incessanti del cane del vicino, senza poter fare nulla per calmarlo. Quello che inizialmente potrebbe sembrare solo un fastidio, può trasformarsi in un vero e proprio incubo se il fenomeno si ripete quotidianamente, soprattutto durante le ore serali o notturne. In questi casi, l'inquinamento acustico può essere considerato un reato, e la legge prevede diversi strumenti per intervenire.
La prima opzione dovrebbe sempre essere il dialogo. Parlare direttamente con il proprietario del cane potrebbe risolvere il problema in modo amichevole. Tuttavia, se questa strada non porta risultati e il disturbo persiste, è possibile rivolgersi all'amministratore di condominio. A quel punto, l'amministratore può fare riferimento all'articolo 659 del Codice penale, che sanziona chi disturba la quiete pubblica attraverso "strepiti di animali". In caso di accertamento del disturbo, il proprietario rischia una pena di arresto fino a 3 mesi o una multa fino a 309 euro.
Ma il problema non si limita ai latrati. Se un cane viene lasciato costantemente sul balcone, in cantina, o chiuso in garage per lunghe ore, potrebbe emergere il sospetto di maltrattamento. In questi casi, l'amministratore di condominio ha il dovere di intervenire, segnalando la situazione alle forze dell'ordine e ai servizi veterinari della ASL. Se le autorità accertano che si tratta di un caso di maltrattamento, il proprietario rischia pene molto più severe: reclusione da 3 a 18 mesi e multe salatissime, che possono arrivare fino a 30.000 euro.
Un altro aspetto che spesso crea tensione nei condomini è la gestione degli spazi comuni, come il verde condominiale. Lasciare i cani liberi di scorazzare senza controllo può rappresentare un rischio per la sicurezza di altri condomini, soprattutto se si tratta di animali di grossa taglia o particolarmente irruenti. Anche in questo caso, il proprietario è responsabile per eventuali danni causati dall'animale, che includono non solo quelli materiali, ma anche il disagio arrecato agli altri residenti.
Va precisato che la presenza di cani in condominio non può essere vietata da regolamenti interni. Il Codice Civile italiano, infatti, tutela il diritto di ogni proprietario a tenere animali domestici nel proprio appartamento. Tuttavia, questo diritto deve essere esercitato nel rispetto delle regole comuni e della quiete pubblica. Ogni condòmino è infatti responsabile degli eventuali danni causati dal proprio animale, e tra questi rientra anche l'inquinamento acustico provocato da latrati incessanti.
In conclusione, mentre è legittimo tenere un cane in condominio, è altrettanto fondamentale garantire che la sua presenza non diventi un problema per gli altri residenti. Il rispetto delle regole, la buona gestione dell'animale e la responsabilità verso gli altri sono elementi essenziali per una convivenza serena. In caso contrario, le conseguenze possono essere molto pesanti, sia dal punto di vista economico che legale. E' bene sapere che Il proprietario di un cane è sempre "responsabile del benessere e del controllo del proprio animale" da cui deriva che, in caso di danni o lesioni a persone, altri animali o cose, a risponderne civilmente e penalmente è sempre il padrone.
Resta l'obbligo del guinzaglio di una misura non superiore a 1,50 metri per i cani a passeggio sia in aree urbane sia in luoghi aperti al pubblico. Unica eccezione le aree cani che devono essere identificabili e recintate. Il proprietario del cane deve avere sempre con sé la museruola, morbida o rigida, che l'animale deve indossare in caso di pericolo.