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ATTUALITÀ POLITICA | 07 settembre 2024, 13:46

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia in occasione dell’80° anniversario della resistenza, della liberazione e dell’autonomia della Valle d’Aosta

VIDEO - La richiesta di libertà di lingua e culto, inserita in un contesto repubblicano regionale, mostra una visione lungimirante che, ancora oggi, ispira le nostre istituzioni

Il presidente della Regione, Renzo Testolin, ed il Presidente Mattarella

Il presidente della Regione, Renzo Testolin, ed il Presidente Mattarella

L'intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione dell’80° anniversario della resistenza, della liberazione e dell’autonomia della Valle d’Aosta, rappresenta un profondo omaggio alla storia e ai valori che questa regione ha saputo difendere con coraggio e determinazione.

Quando Mattarella ricorda il 1944 come un anno terribile anche per la Valle d’Aosta, non possiamo fare a meno di riflettere su quanto la nostra regione abbia vissuto gli orrori della guerra e del fascismo, trovando tuttavia la forza di resistere. Le figure emblematiche come Emile Chanoux, che il Presidente cita come martire della Resistenza, sono esempi luminosi di quel sacrificio che ha gettato le basi per la nostra autonomia. È grazie a persone come lui che oggi possiamo parlare di una "Petite Patrie" che ha saputo difendere la sua identità.

Mattarella sottolinea come la Valle d’Aosta sia stata sempre un elemento costitutivo del divenire d’Italia, ricordando il ruolo centrale che ha avuto nel Risorgimento e durante la Prima guerra mondiale. Questo ci ricorda che la nostra identità valdostana non è mai stata in contraddizione con quella italiana, anzi, si è sempre intrecciata con essa, arricchendola. La nostra storia di frontiera ci ha reso custodi di valori montani unici, come l’accoglienza e lo scambio culturale.

L'impegno del Governo Bonomi nel garantire l’autonomia amministrativa e culturale della Valle, riconosciuto dal Presidente, segna un momento cruciale nella nostra storia. È un riconoscimento al valore della nostra gente, che ha lottato non solo per la libertà, ma anche per preservare la propria identità, contro ogni tentativo di omologazione.

Il riferimento alla Carta di Chivasso e alla denuncia contro il malgoverno fascista che ha distrutto la nostra cultura locale, tocca un nervo scoperto per chiunque ami questa terra. La richiesta di libertà di lingua e culto, inserita in un contesto repubblicano regionale, mostra una visione lungimirante che, ancora oggi, ispira le nostre istituzioni.

Le parole di Mattarella sulla delusione verso Casa Savoia e sui risultati del referendum del 1946 ci fanno riflettere su come la Valle d’Aosta abbia saputo scegliere il proprio destino, con una decisione netta a favore della Repubblica. Questo passaggio, cruciale nella nostra storia, ha aperto la strada all'autonomia che oggi celebriamo.

A fianco del sndaco Nuti l'onorevole Franco Manes

La menzione di figure come Federico Chabod e Severino Caveri, che hanno lavorato per definire il nostro Statuto speciale, ci ricorda l’importanza della nostra rappresentanza politica. È grazie al loro impegno che la Valle d’Aosta ha potuto ottenere lo status che merita all'interno della Repubblica italiana.

Infine, quando il Presidente parla del principio costituzionale che valorizza le specificità delle comunità di frontiera, ribadisce un concetto fondamentale: la nostra diversità non è mai stata una minaccia per l’unità, ma una risorsa. La tutela delle minoranze linguistiche, sancita dalla Costituzione, è una conquista di cui dobbiamo essere fieri.

Il discorso di Mattarella, con la sua profondità e precisione storica, ci ricorda quanto sia importante continuare a valorizzare e difendere la nostra autonomia, che non è solo un retaggio del passato, ma una sfida quotidiana per il futuro. Oggi, come ottant'anni fa, la Valle d’Aosta continua a essere un esempio virtuoso di autonomia, laboriosità e fedeltà ai valori democratici.

pi.mi.

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