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FEDE E RELIGIONI | 04 settembre 2024, 08:00

Il Papa ai giornalisti in volo: è il mio viaggio più lungo, grazie della compagnia

Francesco sull'aereo per l'Indonesia, prima tappa del lungo viaggio apostolico del 2-13 settembre, saluta i cronisti di tutto il mondo che lo accompagnano nella 45.ma trasferta internazionale del suo pontificato. Numerosi i doni, tra cui la riproduzione di una stele proveniente dalla Cina e risalente al VII secolo e due regali legati al dramma delle migrazioni

Il Papa ai giornalisti in volo: è il mio viaggio più lungo, grazie della compagnia

Salvatore Cernuzio - VN

Accolto da un applauso, il Papa poco dopo il decollo ieri, 2 settembre, dell'aereo Ita Airways che lo ha condotto in Indonesia per il suo 45.mo viaggio apostolico, ha voluto compiere il consueto giro di saluti tra gli 80 giornalisti di tutto il mondo che lo accompagnano sul volo. Tra loro anche alcuni corrispondenti dei Paesi che il Pontefice visiterà nel lungo itinerario del 2-13 settembre: oltre a Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Leste, Singapore.

Un dono dalla Cina

Dopo il saluto all'equipaggio e ai membri del seguito, il Pontefice si è diretto nella parte finale dell'aereo e ha preso in mano il microfono. "Vi ringrazio per la vostra presenza in questo viaggio e la vostra compagnia. Ci vedremo in questo viaggio, in questo volo così lungo, credo il più lungo che io abbia mai fatto", sono state le sue parole dinanzi a cronisti e cameraman che, nel momento in cui Francesco, camminando, è andato a salutarli uno ad uno ai loro posti, lo hanno ringraziato personalmente e gli hanno consegnato lettere e regali. Tra questi, il dono portato dalla Cina dalla giornalista Stefania Falasca che ha consegnato la riproduzione di una stele di Xian risalente all'anno 635, una antica intestazione dell'annuncio del Vangelo nel grande Paese asiatico da parte di un missionario. Aluoben il suo nome, come si legge nel testo, venuto dalla Persia per diffondere la buona notizia in terra cinese. "Da Qin", recita un altro passaggio del testo sulla stele: espressione cinese per indicare la comunità della Chiesa siriaca stabilmente insediatasi in Cina in quel secolo. Il Papa ha preso il dono e lo ha stretto a sé, segno di quell'affetto per la Cina da sempre ribadito.

Il Papa durante il suo saluto ai giornalisti

Il Papa durante il suo saluto ai giornalisti

La torcia dei migranti

Gesti di commozione da parte di Francesco anche per altri due regali da parte di cronisti riguardanti la tragedia dei migranti. Uno è stato consegnato da Clément Melki, corrispondente dell'agenzia francese AFP, per quindici giorni inviato a seguire il lavoro della nave Ocean Viking di SOS Mediterranee. Al Papa ha regalato una torcia, una di quelle che tanti profughi in mare aperto usano per trovare la via di casa o per farsi intercettare durante i naufragi. "Mi sta a cuore questo", ha detto Francesco, da sempre attento al dramma delle migrazioni.

La vicenda del piccolo Mateo

La giornalista della emittente spagnola Radio Cope, Eva Fernández, nota per i suoi regali sempre originali al Papa durante i voli, si è fatta messaggera della famiglia di Mateo, ragazzino di 11 anni di un paesino vicino Toledo, Mocejon. Mateo è stato ucciso lo scorso 18 agosto durante una partita di calcio con i suoi amici. L'assassino sembrerebbe essere un giovane della stessa città con disturbi mentali.

La giornalista Eva Fernández consegna al Papa la maglia del piccolo Mateo, assassinato ad agosto a 11 anni La giornalista Eva Fernández consegna al Papa la maglia del piccolo Mateo, assassinato ad agosto a 11 anni

Tuttavia la vicenda ha alzato un enorme polverone nel Paese, dopo che alcuni rappresentanti politici hanno accusato dell'omicidio, dopo poche ore, alcuni migranti accolti in un vicino hotel di Mocejon. La famiglia della vittima ha sempre smentito questa versione ma ciò non è riuscito a frenare le polemiche sulle politiche di accoglienza. Al Papa, Eva Fernández ha regalato la divisa di calcio rossa del giovane col numero 11. Francesco ha ascoltato la storia, ha benedetto la maglia ed ha preso con sé, poggiandola sul petto, la lettera che la mamma di Mateo gli ha inviato.

Da lì ancora un applauso e un grazie ai cronisti che lo seguiranno nelle tappe fondamentali di questo lungo pellegrinaggio a cavallo tra Asia e Oceania per circa 33 mila km.

 

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