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Il bene comune | 02 settembre 2024, 09:00

Ri-Conoscere il sessismo

Non possiamo più ignorare il fatto che la scuola italiana, e valdostana, manchi di strumenti adeguati per educare le nuove generazioni al rispetto reciproco e all’uguaglianza di genere

Ri-Conoscere il sessismo

Il recente commento di Andrea Manfrin, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Valle d’Aosta, rappresenta un attacco inaccettabile alla dignità delle donne. Il suo post sui social, che celebra scritte sessiste su un’auto dei coscritti, è un chiaro segno di quanto la cultura del sessismo sia ancora tristemente radicata, anche tra coloro che ricoprono cariche istituzionali.

Questo episodio è un colpo al cuore di chi crede nei valori di uguaglianza e rispetto, ma è anche un sintomo di un problema più profondo: la mancanza di una solida educazione affettiva e al rispetto nelle nostre scuole.

Il Partito Democratico della Valle d'Aosta ha giustamente condannato le parole di Manfrin, sottolineando come un rappresentante delle istituzioni non possa permettersi di legittimare un linguaggio così offensivo e violento. Tuttavia, il vero cambiamento deve partire dalle radici, e qui emerge una grave carenza del nostro sistema scolastico. Non possiamo più ignorare il fatto che la scuola italiana, e valdostana, manchi di strumenti adeguati per educare le nuove generazioni al rispetto reciproco e all’uguaglianza di genere.

Le scritte sessiste sulle auto dei coscritti non sono solo un atto di cattivo gusto, ma il riflesso di una mentalità che la scuola ha il dovere di combattere. Troppo spesso si pensa che l’educazione affettiva sia un argomento marginale, eppure è proprio da qui che nasce il rispetto per l’altro e si costruisce una società inclusiva. Il sistema scolastico dovrebbe essere il primo baluardo contro questi atteggiamenti, ma finché l’educazione affettiva e al rispetto di genere resteranno in secondo piano, continueremo a vedere episodi come questo.

È necessario un intervento deciso, che includa programmi scolastici mirati a insegnare non solo le nozioni, ma anche i valori di convivenza civile, rispetto e uguaglianza. Le parole di Manfrin sono un monito: se non agiamo ora, se non investiamo seriamente nell’educazione dei giovani, continueremo a perpetuare una cultura che giustifica e normalizza la violenza di genere.

La solidarietà verso le donne, offese e umiliate da questi atteggiamenti, deve essere accompagnata da un impegno concreto per il cambiamento. Non possiamo più permetterci di sottovalutare l’importanza dell’educazione nelle scuole, perché è lì che si forgia la società di domani. E la società di domani deve essere una società in cui commenti come quelli di Manfrin non trovano più spazio.

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