L'uomo, di nazionalità italiana, aveva effettuato un lancio in tarda mattinata, ma il suo atterraggio non è avvenuto come previsto. Le prime ore successive al lancio sono state piene di ansia e incertezza, poiché non si riusciva a localizzare il punto esatto in cui sarebbe dovuto arrivare a terra.
Dopo numerosi tentativi di individuare il paracadutista, è stato necessario l'intervento dell'elicottero SA3, con un equipaggio misto composto da membri del Soccorso Alpino Valdostano, del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco. La ricerca ha finalmente portato alla localizzazione del corpo, a una quota di 1300 metri, al limite delle effemeridi, segno di quanto le condizioni di visibilità e il terreno impervio abbiano complicato l'operazione.
Con il triste ritrovamento, è stato attivato un secondo elicottero, SA1, che ha trasportato sul posto i tecnici del Soccorso Alpino Valdostano insieme a un medico. Nonostante la rapidità dell'intervento, il medico non ha potuto fare altro che constatare il decesso dell'uomo. Le operazioni di recupero si sono concluse poco dopo, e il corpo è stato trasportato ad Aosta, lasciando dietro di sé un dolore incolmabile per chi lo conosceva e una profonda tristezza per l'intera comunità.
L'incidente getta una luce cupa su una disciplina già nota per i rischi estremi che comporta. Ogni lancio è un atto di sfida alle leggi della natura, e purtroppo, in casi come questo, la natura si riprende il suo tributo. L'ennesima perdita di una vita giovane e appassionata ci ricorda quanto sottili siano i confini tra l'adrenalina e la tragedia.