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Vite in ascesa | 23 agosto 2024, 08:00

Ago di Cleopatra

Foto e testo di Lodovico Marchisio

In doppia dall'Ago di Cleopatra

In doppia dall'Ago di Cleopatra

Ci sono monoliti, aghi, guglie, torrioni, piramidi, etc, tutte terminologie usate nella terminologia alpinistica per evidenziare elevazioni verticali e sottili dalla parvenza inaccessibile. Una di queste è l’Ago di Cleopatra situato in una delle valli più selvagge e arrampicatorie della Valle di Lanzo: Il Vallone di Sea che, come ci segnala il Fondo per l'Ambiente italiano,  “è uno straordinario esempio di scenario incontaminato delle alpi italiane e rappresenta uno degli angoli più suggestivi e selvaggi dell’intero arco alpino. Un vallone aspro che parte dalla frazione Forno Alpi Graie del Comune di Groscavallo (Torino), posto a 1219 m, e arriva, dopo circa 10 km, ai 3.100 metri del Colle di Sea, segnando il confine di stato con il dipartimento francese della Savoia, nella Haute Maurienne, oltre che il confine idrografico tra la Stura di Sea e l'Arc.

Un ambiente che si trova, quindi, molto vicino a due realtà naturalistiche di grande fama: il Parco Nazionale del Gran Paradiso, che si trova nell'attigua Valle di Locana, posta a nord, e il Parc National de la Vanoise, posto a ovest, in territorio francese. Il nome "Sea" deriverebbe dal verbo in lingua francoprovenzale, parlata nella valle e nella confinante Savoia, "sèyé "che significa “falciare”. Si entra a piedi in questo fantastico vallone dopo aver parcheggiato dove finisce la strada, facendo attenzione sia uno spazio adibito alla sosta delle auto e non un fondo privato. Dal parcheggio percorrere la stradina (variata dopo le recenti alluvioni) che s’immette nel Vallone di Sea sino alla passerella sulla Stura.

Val Grande di Lanzo, altro vallone diverso da quello di SEA

Traversato il torrente nel punto più guadabile (usufruendo dei lavori importanti eseguiti dopo le gravi esondazioni degli anni passati), si sale in direzione delle incombenti rocce della parete del Nano ove un sentiero più marcato con vernice rossa aggira tutta la fascia rocciosa sino a entrare in un valloncello dal quale si piega a sinistra (verso di salita). Si procede quindi per macereti fino a un dosso, ove evidenti tracce contrassegnate con vernice rossa conducono a zig-zag sino a sbucare su un vasto pianoro adiacente al “Primo Gias Leitosa” (1818 m) situato proprio sotto una verticale parete.

Da qui si piega a sinistra (verso di salita) infilandosi in un canale dal quale appare evidente la sagoma monolitica e di sicuro effetto visivo dell’Ago di Cleopatra. Usciti dal canale risalire il fondo del singolare vallone che pare sospeso su pietraie e detriti che si risalgono sino a quando è possibile traversare a sinistra (verso di salita) per terrazze alla base di un canalino che s’innalza sul fianco destro del monolito e permette di raggiungere l’attacco dello sperone nord (consigliato).

Per gli escursionisti la gita finisce qui (1,30 ore dal parcheggio), ma vale la pena sia di ammirare questa stranissima figura geologica che da valle non è visibile neanche col binocolo, sia per guardare da un’insolita angolatura tutto l’imponente Vallone di Sea che corre in basso affiancato dal torrente Stura di Sea. Per gli alpinisti, è invece giunta l’ora di legarsi in cordata e attaccare lo sperone roccioso che è formato da due salti separati da una cengia orizzontale che taglia buona parte dell’Ago di Cleopatra e dona slancio e purezza di forme all’edificio sommitale.

Dall’inizio del canale che si sviluppa a destra del monolito in questione, traversare per una successione di balconate naturali verso sinistra sin dove lo sperone nord nasce sopra i detriti dirupati di questo fianco. Si salgono i primi 50 metri sino alla spalla orizzontale cercando di tenersi sempre sul filo dello sperone che con percorso evidente (III, III+) conduce alla base della seconda parte della salita. I nut metallici di varie misure, da infilarsi nelle crepe della roccia e che se tirati verso il basso possono sostituire in taluni casi l’uso del chiodo classico e dei quali di sicuro gli alpinisti conoscono l’uso, permettono di proseguire sulla parte finale di salita costituita dall’obelisco finale vero e proprio, che segue lo sperone tenendo il suo filo di destra per portarsi sullo spigolo vero e proprio che conduce all’aerea sommità.

Difficoltà massima di II+ con qualche passo di IV classico. 1 ora dalla base (2,30 ore dall’auto). Discesa in corda doppia di 25 metri lungo la paretina est sino al colletto a monte del monolito. Poi scendere, senza l’uso della corda, per il canale di sinistra dell’Ago di Cleopatra (guardando verso valle), devallando con facile disarrampicata per scendere qualche saltino nella parte inferiore sino a portarsi alla base che non richiede mai l’uso della corda a meno che non si abbia con noi una persona alle prime armi con l’arrampicata.

In questo caso il monolito in questione può essere un ottimo terreno preparatorio a salite di maggior sviluppo e durata. In 20 minuti dalla cima si torna alla base e in un’oretta scarsa si fa ritorno al parcheggio seguendo più o meno fedelmente il percorso dell’andata. Questa è una delle poche vie relativamente facili e brevi perché quasi tutte le altre pareti presenti nel vallone di Sea sono vie lunghe e difficili, volutamente attrezzate con lo stretto necessario. Cito a tale proposito le parole del compianto amico Gian Carlo Grassi (†) tratte dal libro “90 scalate tra guglie e monoliti” edito dalla De Agostini (serie Gôrlich), pubblicato nell’anno 1987: “Ci sono valloni che paiono letteralmente abbandonati dagli Dei, tra le rocce delle Alpi, mentre altri sono anche troppo famosi, cosicché sulle loro pareti convergono arrampicatori da ogni parte trasformandoli in arene ove l’agonismo si è cristallizzato nella sua forma più evidente: … ma allora quale sarà il destino di quei valloni tanto ricchi di pareti, guglie e di roccia? Verranno abbandonati come regno di pericoli e di morte? In tutto questo come entra il Vallone di Sea? Sea è venuto a galla dopo “Il nuovo Mattino” della valle dell’Orco. Sea è un futuro tutto in salita. Quando si mette piede in questo vallone camminando per la stradina acciottolata, si avverte qualcosa di unico e d’impenetrabile, affascinante come può esserlo solo ciò che è fuori dall’umano. Le pareti di granito del Vallone di Sea paiono create dal lavoro di un gigante. Specchi che hanno resistito al tremendo urto del drago. Le spade di luce nel pomeriggio si abbassano sul nero granito, mettendo in evidenza il suo vero volto di fuoco. Il tempo millenario abita qui, e spesso impressiona chi non accetta per intero tutta la sua storia…”.       

Scalata in solitaria sull'Ago di Cleopatra - Vallone di Sea

RELAZIONE TECNICA:

Cartografia: IGC Valli di Lanzo e Moncenisio n. 2 – 1:50000

Nome dell’itinerario: Ago di Cleopatra

Altezza massima raggiungibile: 2150 m

Tipo di percorso: Arrampicata esplorativa

Ore: 2,30/3 h dall’auto

Dislivello totale: 924 m

Difficoltà: AD

Materiale occorrente: Corda da 50 m, 5 o 6 rinvii, qualche nut, imbragatura, casco.

Accesso: da Lanzo, Groscavallo,(Val Grande di Lanzo), Forno Alpi Graie (Parcheggio)

Punti d’appoggio: Ricettività alberghiere di Forno Alpi Graie

Località di partenza: Forno Alpi Graie

Località di arrivo: Idem

ASCOVA

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