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ATTUALITÀ POLITICA | 23 agosto 2024, 10:13

Referendum Calderoli: 500.000 firme in un mese, la Valle d'Aosta si mobilita

Francesco Lucat, membro del Comitato Promotore per la raccolta firme e parte attiva del comitato referendario della Valle d'Aosta, sottolinea l'importanza di questo risultato confrontandolo con altre iniziative referendarie presenti sul sito del Ministero della Giustizia

Francesco Lucat

Francesco Lucat

Il referendum per l'abrogazione della legge Calderoli, che ha recentemente raggiunto l'importante traguardo delle 500.000 firme necessarie in meno di un mese, rappresenta un segnale chiaro e inequivocabile del profondo malcontento che serpeggia tra i cittadini italiani. Questo risultato, ottenuto in tempi così rapidi, deve essere letto come un indicatore significativo dell'attenzione popolare verso una questione che, per molti, tocca direttamente i principi fondamentali della democrazia e dell'uguaglianza.

Francesco Lucat, membro del Comitato Promotore per la raccolta firme e parte attiva del comitato referendario della Valle d'Aosta, sottolinea l'importanza di questo risultato confrontandolo con altre iniziative referendarie presenti sul sito del Ministero della Giustizia: "È un dato di cui occorre tenere conto, specie se lo si confronta con le altre iniziative similari, dove numerose iniziative presenti si fermano, nel migliore dei casi, a poche decine di migliaia di firme."

Questa differenza notevole nella partecipazione dimostra come la legge Calderoli sia percepita come una minaccia concreta alla salvaguardia dei diritti costituzionali, un tema che ha evidentemente fatto breccia nell'opinione pubblica. Anche in Valle d'Aosta, una regione da sempre attenta alle dinamiche di autonomia e autogoverno, il tema ha riscontrato grande interesse. Nonostante il periodo estivo, i banchetti per la raccolta firme hanno registrato un'ottima partecipazione, segno che anche qui, in una regione che spesso viene vista come un'isola felice, la questione è sentita profondamente.

Lucat aggiunge: "Una attenzione che riscontriamo quotidianamente anche in Valle d'Aosta, dove abbiamo cominciato a certificare le firme." Questo è un segnale che non può essere ignorato dalle istituzioni, poiché dimostra come anche una piccola regione come la Valle d'Aosta sia pronta a mobilitarsi per difendere i propri diritti e quelli di tutti i cittadini italiani.

Il Comitato referendario della Valle d'Aosta, costituitosi il 15 luglio per iniziativa della CGIL e della UIL, rappresenta una coalizione ampia e variegata di associazioni e partiti di diversa estrazione culturale e politica. Questa diversità è una forza, poiché dimostra che il tema va oltre le semplici appartenenze partitiche: è una questione di principio, di rispetto per i diritti sanciti dalla Costituzione. Come afferma Lucat: "Ne fanno parte associazioni e partiti di diversa estrazione culturale e politica, uniti nella volontà di salvaguardare i diritti che la Costituzione garantisce a tutte e tutti le cittadine ed i cittadini, in qualsiasi parte d'Italia si trovino."

In un contesto politico nazionale sempre più polarizzato, questa iniziativa referendaria potrebbe rappresentare un punto di svolta. La capacità di raccogliere così tante firme in un lasso di tempo così breve è un segnale che il malcontento non può più essere ignorato. Se da una parte, il successo della raccolta firme mostra la vitalità della democrazia partecipativa in Italia, dall'altra lancia un chiaro messaggio alla classe politica: i cittadini sono pronti a difendere i loro diritti e le loro prerogative, anche quando le istituzioni sembrano essere sorde ai loro richiami.

Il referendum abrogativo della legge Calderoli potrebbe quindi diventare un momento cruciale nel dibattito politico italiano, non solo per le sue implicazioni immediate, ma anche per ciò che rappresenta in termini di partecipazione popolare e difesa dei principi costituzionali. La Valle d'Aosta, con il suo Comitato referendario attivo e partecipato, sta dimostrando di essere all'altezza della sfida, pronta a difendere l'autonomia e i diritti dei suoi cittadini.

pi.mi.

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