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CRONACA | 22 agosto 2024, 09:50

Protesta contro la gestione delle raccomandate durante il periodo di Ferragosto

Lettera aperta a Poste Italiane la cui burocrazia diventa sempre più asfissiante

Protesta contro la gestione delle raccomandate durante il periodo di Ferragosto

Alla cortese attenzione di Poste Italiane,

c'è un detto popolare che recita: "L'ansia è la miglior compagna di viaggio". Ora, non so se questo detto sia realmente popolare, ma di certo sembra essere il vostro motto preferito. E come dimostrazione, ecco arrivare puntuale, alla vigilia di Ferragosto, l'amato avviso di giacenza della raccomandata. Ah, il dolce suono del campanello che annuncia la consegna di un mistero che rimarrà tale fino al fatidico 20 agosto. Il sole splende, le grigliate sfrigolano, ma nella mente di chi riceve quell'avviso, si addensano le nubi oscure del dubbio: sarà l'Agenzia delle Entrate pronta a chiedere l'anima oltre al portafoglio? Un atto giudiziario? Una sanzione per aver parcheggiato l'auto in doppia fila il giorno che il vigile aveva deciso di fare straordinari?

E invece no! Il 20 agosto, dopo aver contato i minuti, i poveri malcapitati si presentano finalmente in posta solo per scoprire che la minacciosa missiva è nientemeno che un invito a un appuntamento galante con Poste Italiane, per l’"Aggiornamento Adeguata Verifica della Clientela". Certo, perché cosa c'è di più urgente e romantico di una visita in posta nel bel mezzo dell'estate, muniti di codice fiscale, carta d'identità, documenti reddituali e magari anche una bella dichiarazione d'amore? Scusate, volevo dire dichiarazione dei redditi. Perché, come se non bastasse, in caso di mancato adempimento, vi siete premurati di avvisare con un tono che farebbe impallidire persino un ufficiale giudiziario: "l’operatività sui suoi rapporti verrà inibita". Parliamoci chiaro, cosa c'è di meglio che vedersi bloccare tutto a fine estate? Un tempismo davvero impeccabile.

Ora, mi chiedo, cara Poste Italiane, qual è il criterio con cui decidete quando inviare queste raccomandate? Avete forse una ruota della fortuna nel retro degli uffici, con cui stabilite se inviare la comunicazione prima, durante o dopo le vacanze? O forse si tratta di un raffinato esperimento sociologico per vedere quanto stress possono sopportare i cittadini italiani prima di crollare? Ditemelo, perché siamo curiosi.

E poi, davvero era necessario inviare queste raccomandate nel periodo in cui gran parte del paese è impegnata a evitare le zanzare, a sopravvivere al traffico verso la riviera o a cercare un po' di sollievo in montagna? Agosto è il mese in cui la nazione si divide tra chi sta in fila sull'autostrada e chi tenta di dimenticare l'esistenza del mondo reale. E voi cosa fate? Con un tempismo degno di un chirurgo, decidete di recapitare un avviso che ha l'effetto di un detonatore nelle menti dei destinatari. Avete pensato che magari, ma proprio magari, posticipare la spedizione a settembre avrebbe evitato qualche ulcera? No, evidentemente l'idea di essere cortesi e ragionevoli non è esattamente in cima alla lista delle priorità.

E infine, ma non meno importante, mi chiedo: perché una raccomandata? Perché rendere tutto così drammatico e complicato? Non bastava una semplice lettera per avvisare, senza dover obbligare le persone a fare chilometri (quando sono fortunati) per ritirare una comunicazione che, diciamolo pure, non era esattamente un'urgenza di vita o di morte? Voi sapete bene che molti anziani, o chi ha difficoltà a spostarsi, non hanno né la voglia né la possibilità di intraprendere queste "avventure postali". In un'epoca in cui tutto è digitalizzato, dove la pubblica amministrazione sa persino quante volte al giorno respiriamo, perché voi, Poste Italiane, sembrate essere rimasti bloccati in un'era in cui la raccomandata è l'unico mezzo di comunicazione possibile?

Siamo onesti: la vostra gestione delle comunicazioni è paradossale. In un mondo dove le banche dati dovrebbero facilitare tutto, voi ci proponete la strada più complicata, la più tortuosa, quella che costringe le persone a scervellarsi, perdere tempo e magari anche un po' di salute. Nel frattempo, il fisco continua a spolpare i cittadini fino all'ultimo euro, senza nessuna pietà, e voi non siete da meno con le vostre tempistiche perfette.

Spero vivamente che in futuro vogliate riconsiderare il vostro approccio, mostrando un po' più di empatia e senso pratico. Nel frattempo, noi cittadini faremo quello che possiamo: sperare che la prossima raccomandata arrivi, per una volta, in un momento un po' meno drammatico.

Distinti saluti, ma con un pizzico di rassegnazione.

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