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Camminar pensando | 21 agosto 2024, 08:00

Ad Ovest del Sempione AREZHORN Simplonpass - CH

Negli anni della mia prima giovinezza ho sostato spesso, solo, sulle alte montagne, e il mio occhio indugiava a lungo nella lontananza, nella vaporosa foschia trasfigurante delle ultime delicate alture, dietro alle quali il mondo affondava in un’infinita azzurra bellezza. Hermann Hesse

Il Monte Leone, il re delle Alpi Lepontine. In primo piano il Tochuhorn. (ph. M. Carlesso)

Il Monte Leone, il re delle Alpi Lepontine. In primo piano il Tochuhorn. (ph. M. Carlesso)

Muoversi lungo i territori ad ovest del Simplonpass ha un sapore strano ed affascinante allo stesso tempo. Solitudine e silenzio sono i padroni incontrastati di uno spazio immenso che conduce il pensiero ai grandi altipiani della Mongolia. Si cammina per ore lungo solchi vallivi e pianori arsi dal sole e battuti dal vento, incontrando rari viandanti che sciolgono un po' l'inquietudine che si respira sempre in quegli ambienti desolati. Le cime che qui si innalzano a balze non sono mai ostili come le vette che caratterizzano il versante orientale. Come se l’arteria stradale che, a duemila e cinque metri d’altitudine, funge da spartiacque tra Alpi Pennine e Alpi Lepontine, rimarchi in maniera netta e decisiva anche la morfologia del territorio.

Salendo verso l’Arezhorn con vista sul gruppo del Fletschhorn (ph. M. Carlesso)

Così, sommità come Staldhorn, Spitzhorli, Arezhorn, Tochuhorn, Straffelgrat, Maghehorn, Galehorn, Wyssbodehorn e altre, sono montagne che chiedono fatica, ma sono anche montagne che non tendono mai a respingere il loro visitatore. Sono montagne che se ne stanno immote e imperturbabili tra i duemila e i tremila metri di quota, con il loro aspetto spesso arrotondato e bonario, quasi a voler accarezzare il cielo blu che le accoglie.

Di contro, Wasenhorn, Borthelhorn, Leone, Breithorn, Hubschorn e tante altre chiedono altrettanta, ed anche molta di più, fatica, ma richiedono anche abilità non comuni nel salirle. Sono, queste ultime, montagne diverse dalle loro dirimpettaie: sono scabrose, glaciali e acuminate, e fanno a gara con i loro picchi di oltre tremila metri di altezza a perforare quello stesso cielo blu che ricopre per intero questo territorio ammaliante. Sono, queste Lepontine, montagne che, nella loro immobilità e impassibilità, tendono quasi, e sempre in buona fede, a respingere i loro visitatori.

Verso il crestone che adduce alla vetta dell’Arezhorn (ph. Mauro Carlesso)

Sembrerebbe così che l’antica strada del Sempione, che divide le qualità e le caratteristiche delle montagne, sembri dividere anche la vita degli uomini, e la mia in particolare: i territori aspri dell’Est sono luoghi frequentati in gioventù con forze e determinazione che ora si sono ridotte e che consentono solo, ma per fortuna ancora, di frequentare quei territori occidentali più accondiscendenti ad accogliere un vecchio solitario che vaga tra di loro in una perenne ricerca di quel territorio che, dentro se stesso, sa di possedere, ma che non ha mai del tutto esplorato, nonostante vi si aggiri da tutta una vita.

Ecco allora, qui di seguito, una delle cime che ancora accolgono visitatori come me, dal passo lento e dall’insaziabile desiderio di stupirsi.

Arezhorn 2.680 mt.

In vetta all’Arezhorn (ph. Mauro Carlesso)

Al passo del Sempione si parcheggia gratuitamente sul lato dell’Hotel Monte Leone, una costruzione bassa con torre circolare di colore rosa. Passando proprio a fianco della costruzione, sul lato sud, si intercetta una scalinata in pietra che conduce dapprima a un laghetto e poi, seguendo indistintamente uno dei tracciati che aggirano o risalgono i numerosi dossi, si attraversa la zona a torbiera fino a innestarsi su un largo sentiero che si segue verso destra e che, con una piccola rampa, adduce alle severe e bellissime baite di Hopsche (2030 mt), che affacciano su un grazioso lago. Appena dopo le baite, si prende la rampa che sale a sinistra e si prosegue su buon sentiero. Qui il panorama sulla Nord del Fletschhorn e sul gruppo Leone/Terrarossa è stupendo. Il sentiero prosegue in traverso verso sinistra fino a un grosso masso con un cartello che indica una deviazione a destra. Il sentiero in questo tratto è un po’ più ripido, ma sempre molto agevole, e perviene a un laghetto; da qui si prende a sinistra, percorrendo un lungo traverso in moderata pendenza, fino a un risalto che si supera con ripide svolte. Superato questo acrocoro, si entra nell’ampio vallone delimitato a nord dalla doppia cima del Tochuhorn e a sud dal lungo crestone degli Straffelgrat. Si continua in ambiente aperto e suggestivo lungo un vasto altipiano, che si percorre con pendenze mai impegnative e su largo e comodo sentiero, fino ad Undre Rossusee, un laghetto spesso secco in tarda stagione. Da questo punto, contraddistinto anche da una palina, ci si indirizza cercando di seguire una traccia di sentiero verso un panettone assai pronunciato (quotato mt. 2.595), che si lascia a sinistra. Si prosegue su terreno ondulato verso lo specchio lacustre dell’Obre Rossusee, anch’esso spesso secco, puntando dritti al crestone sulla cui sinistra si eleva la punta dell’Arezhorn. Per raggiungerla, è consigliabile raggiungere l’estremità destra del crestone, che si risale faticosamente su tracce discontinue, per poi ritrovare un sentiero più marcato sulla cresta, che con pendenza moderata condurrà alla vetta.

La cima dello Spitzhorli dalla vetta dell’Arezhorn (ph. Mauro Carlesso)

Il panorama dalla cima dell’Arezhorn è superbo: sotto di noi, quasi a precipizio, si individua la strada del Sempione e Briga. Di fronte, oltre la massiccia mole del Tochuhorn, si staglia il gruppo Leone/Terrarossa. Verso nord appaiono le montagne rosse della Saflishtal di Rosswald, con il Fulhorn e le due vette della Huwetz. Più a nord ancora, lo sguardo è attratto dalle grandi vette dell’Aletschhorn e del Finsteraarhorn. Verso ovest compaiono i colossi del Dom e del Weisshorn e, infine, a sud, il Fletschhorn con il suo impressionante versante nord. Ad ovest, quasi incombente su di noi, prevale la cupola ondulata del re di questo lembo di territorio silenzioso: lo Spitzhorli.

La discesa avviene lungo il medesimo itinerario di salita. Alternative di discesa: si può evitare di ripercorrere la dorsale est e scendere diretti dal ripidissimo versante sud, destreggiandosi tra fine detrito. Oppure si può raggiungere la vetta dello Spitzhorli tramite una delicata cresta (EE) di blocchi instabili. Dalla cima di quest’ultimo, si scende agevolmente su ripido sentiero verso la Usseri Nanzlicke e, da qui, raggiungere facilmente l’Undre Rossusee e l’itinerario di salita.

La scheda
Partenza: Passo del Sempione 2005 mt (raggiungibile tramite la A26 direzione Nord Domodossola-Varzo-Gondo-Simplon Dorf-Simplonpass)
Arrivo: Arezhorn 2.680 mt
Dislivello: 675 mt - circa
Tempo: 2,30 h - salita
Difficoltà: E (EE solo la cresta verso l’eventuale Spitzhorli)

Per un pranzo al sacco Veg
Un suggerimento per un gustoso pranzo al sacco vegano a impatto zero: insalata di pomodori con origano e “Mopur”

Mauro Carlesso Scrittore e camminatore vegano

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