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ECONOMIA | 20 agosto 2024, 10:00

Il futuro incerto del Casinò di Saint Vincent: L'opinione di Mauro Natta, ex croupier e esperto del settore

In un’intervista esclusiva, Mauro Natta, storico croupier del Casinò di Saint Vincent, riflette sulle sfide che il settore del gioco d’azzardo sta affrontando, con particolare attenzione alla situazione della casa da gioco valdostana.

Il futuro incerto del Casinò di Saint Vincent: L'opinione di Mauro Natta, ex croupier e esperto del settore

Mauro Natta sottolinea l’importanza di una gestione dinamica e innovativa per rilanciare il casinò e invita i rappresentanti politici, come la senatrice e il presidente della giunta regionale, a un dialogo aperto per trovare soluzioni sostenibili, considerando anche l’impatto delle nuove misure fiscali in discussione.

Hai una lunga esperienza nel settore e una visione approfondita delle dinamiche che lo caratterizzano. Da quanto dici, sembra chiaro che il futuro del Casinò di Saint Vincent è strettamente legato alle decisioni politiche e amministrative. Sarebbe interessante sapere quanto ne sanno i nostri rappresentanti, come la senatrice e il presidente della giunta regionale. Cosa pensi a riguardo?

"Hai colto un punto cruciale, Piero. È fondamentale che i nostri rappresentanti politici abbiano una comprensione approfondita delle sfide che il Casinò sta affrontando. Mi chiedo se la nostra senatrice e il presidente della giunta siano pienamente consapevoli delle implicazioni delle nuove misure fiscali, come l'Imposta sugli Intrattenimenti (ISI), e di come queste potrebbero impattare non solo sulle finanze del Casinò, ma anche sull'economia locale nel suo complesso. Sarebbe davvero utile che ci fosse un confronto aperto con gli esperti del settore e con chi ha lavorato a stretto contatto con la realtà del Casinò. Questo permetterebbe di prendere decisioni più informate e, soprattutto, orientate a garantire un futuro sostenibile per questa istituzione storica della nostra regione.

Mauro Natta per molti anni sei stato uno dei migliori croupier al Casinò di Saint Vincent. Ci puoi raccontare un po' della tua esperienza e di come hai visto evolversi il settore del gioco d'azzardo?

"Il mondo del casinò è affascinante e complesso. Ho iniziato a lavorare a Saint Vincent in un periodo in cui il gioco d'azzardo era visto come un'attività di lusso, un'esperienza esclusiva che attirava persone da ogni parte del mondo. Essere croupier era un mestiere molto rispettato, richiedeva grande abilità, concentrazione e una buona dose di psicologia per gestire al meglio i giocatori. Negli anni, però, ho visto cambiare molto il settore, soprattutto con l'avvento del gioco online e la crisi economica che ha ridotto drasticamente il numero di visitatori".

In effetti, il trend negativo del settore è sotto gli occhi di tutti. Cosa pensi possa essere fatto per rilanciare il Casinò di Saint Vincent e, più in generale, le case da gioco in Italia?

"È una questione molto complessa. Il Casinò di Saint Vincent, come molti altri, ha dovuto affrontare la concorrenza del gioco online, che è sempre più accessibile e attrae una clientela più giovane. Tuttavia, credo che ci sia ancora spazio per i casinò fisici, a patto che si riesca a innovare e a offrire un'esperienza unica che il gioco online non può replicare. Investire in eventi esclusivi, migliorare l'offerta di intrattenimento e rinnovare l'immagine del casinò sono passi importanti. La gestione deve essere dinamica e adattarsi ai cambiamenti del mercato".

Parlando di gestione, tu hai menzionato due possibili soluzioni per il futuro della CAVA S.p.A.: una gestione in continuità con l’attuale o una concessione a capitale privato. Cosa ne pensi?

"Sì, queste sono le due opzioni principali che vedo. Continuare con l'attuale gestione potrebbe garantire una certa stabilità, ma bisogna essere consapevoli che è necessaria una profonda ristrutturazione del modello di business. Dall'altro lato, affidare la gestione a una società privata potrebbe portare nuove idee e investimenti, ma con il rischio di perdere un po' del controllo regionale. La sfida è trovare un equilibrio tra innovazione e rispetto delle tradizioni locali".

Un'altra questione rilevante è la nuova Imposta sugli Intrattenimenti (ISI) al 10% sui proventi giornalieri delle case da gioco. Quali potrebbero essere le conseguenze per il Casinò di Saint Vincent e per le altre case da gioco italiane?

"L'introduzione di questa imposta potrebbe rappresentare un ulteriore ostacolo per il settore, già in difficoltà. Aumentare la pressione fiscale potrebbe ridurre ulteriormente i margini di profitto, rendendo ancora più complicato il rilancio. Tuttavia, è importante anche considerare la necessità dello Stato di reperire nuove entrate. Sarebbe auspicabile che il governo e le amministrazioni locali trovassero un compromesso che permetta ai casinò di sopravvivere senza essere eccessivamente gravati da nuove tasse".

Hai una lunga esperienza nel settore e una visione approfondita delle dinamiche che lo caratterizzano. Da quanto dici, sembra chiaro che il futuro del Casinò di Saint Vincent è strettamente legato alle decisioni politiche e amministrative. Sarebbe interessante sapere quanto ne sanno i nostri rappresentanti, come la senatrice e il presidente della giunta regionale. Cosa pensi a riguardo?

"Hai colto un punto cruciale, Piero. È fondamentale che i nostri rappresentanti politici abbiano una comprensione approfondita delle sfide che il Casinò sta affrontando. Mi chiedo se la nostra senatrice e il presidente della giunta siano pienamente consapevoli delle implicazioni delle nuove misure fiscali, come l'Imposta sugli Intrattenimenti (ISI), e di come queste potrebbero impattare non solo sulle finanze del Casinò, ma anche sull'economia locale nel suo complesso. Sarebbe davvero utile che ci fosse un confronto aperto con gli esperti del settore e con chi ha lavorato a stretto contatto con la realtà del Casinò. Questo permetterebbe di prendere decisioni più informate e, soprattutto, orientate a garantire un futuro sostenibile per questa istituzione storica della nostra regione".

Mauro Natta con alle spalle l'ingresso del casino di San Marino

Hai parlato della necessità di un compromesso tra Stato e amministrazioni locali. Come pensi si possa trovare un equilibrio tra l'esigenza di nuove entrate fiscali e il sostegno alle case da gioco?

"È una questione delicata. Credo che un dialogo aperto tra le diverse parti interessate sia fondamentale. Si potrebbe pensare a una riduzione temporanea delle imposte per permettere ai casinò di riorganizzarsi e riprendersi, magari accompagnata da un piano di sviluppo e promozione del turismo legato ai casinò. Allo stesso tempo, le amministrazioni locali potrebbero cercare di sostenere le attività dei casinò attraverso iniziative culturali e turistiche che attraggano visitatori".

Grazie, Mauro, per questa chiacchierata. Il tuo punto di vista da esperto e testimone diretto è prezioso per capire meglio le dinamiche di un settore che, nonostante tutto, continua a essere di grande importanza per la nostra regione.

"Grazie a te, Piero. Spero che queste riflessioni possano essere utili per chi ha il compito di prendere decisioni in questo ambito. Il Casinò di Saint Vincent ha una storia lunga e prestigiosa, e credo che con le giuste mosse possa continuare a essere un punto di riferimento per molti anni a venire".

Merci

piero.minuzzo@gmail.com

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