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CRONACA | 20 agosto 2024, 09:13

Dal 1850 ad oggi il ghiacciaio del Monte Bianco ha perso 300 metri di spessore all’altezza della stazione Montenvers

Campanello d’allarme: l’aumento delle temperature e lo zero termico in quota. “Stiamo perdendo la memoria storica del ghiaccio più antico. Serve più che mai una governance europea dei ghiacciai e politiche di mitigazione e di adattamento”

Dal 1850 ad oggi il ghiacciaio del Monte Bianco ha perso 300 metri di spessore all’altezza della stazione Montenvers

Il ghiacciaio Mer De Glace, il più grande della Francia, si sta ritirando. Un grande “mare di ghiaccio” che sta diventando sempre meno profondo. Dal 1850 a oggi, il ghiacciaio del Monte Bianco ha perso 300 metri di spessore all’altezza della stazione Montenvers. Una perdita che ha registrato un’accelerazione dagli anni ‘90, con una riduzione di 190 metri. E se si guarda solo agli ultimi due anni, 2022-2023, il ghiacciaio ha perso ben 30 metri di spessore.

Sono questi i primi dati che la campagna di Carovana dei Ghiacciai 2024 di Legambiente, in collaborazione con CIPRA Italia e la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano, diffonde oggi in occasione della prima tappa in Francia, sul Monte Bianco, il tetto d’Europa e il Re delle Alpi. Obiettivo della campagna, giunta alla quinta edizione e con partner sostenitori FRoSTA, Sammontana, FPZ, partner tecnico Ephoto, media partner La Nuova Ecologia e L’Altra Montagna, è il monitoraggio dello stato di salute dei ghiacciai alpini, in Italia e anche oltre confine, partendo proprio dal ghiacciaio per eccellenza, la Mer De Glace, la cui fronte ha registrato un ritiro di oltre 2,7 km dalla fine della Piccola Età Glaciale (PEG, anno 1850). Oggi, la superficie occupata dal ghiacciaio Mer De Glace è scesa sotto i 30 km², un'area che rappresenta comunque il doppio della superficie del ghiacciaio dell’Adamello, il più grande in Italia. Sul ghiacciaio francese, da decenni si registra anche un progressivo aumento della copertura detritica, ossia di frammenti rocciosi che affiorano o si accumulano sulla superficie del ghiacciaio per effetto della sua contrazione e per l’aumento dei crolli di roccia dalle pareti circostanti. Nel contempo, si registra un’instabilità delle morene e delle pareti rocciose della valle, con ripetuti crolli.

I dati sono stati presentati oggi in conferenza stampa a Chamonix, dove sono intervenuti: Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente CIPRA Italia, Marco Giardino, vicepresidente del Comitato Glaciologico Italiano (CGI) e professore all’Università di Torino, Philip Deline, membro del Comitato Glaciologico Italiano e professore all’Université Savoie Mont Blanc, Ludovic Ravanel, direttore di Recherche CNRS presso il Laboratorio Edythem.

“Questo grande ghiacciaio, nella sua complessità e varietà di risposte ai cambiamenti climatici - dichiara Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di CIPRA Italia - ci racconta di un paesaggio di alta quota che sta completamente cambiando. Un paesaggio che in passato ha attirato turisti da tutto il mondo e che ora deve essere ripensato nella sua fruizione. La Mer De Glace, se da un lato ci ricorda che occorre cambiare rotta al più presto con forti politiche di mitigazione, dall'altro richiama l'attenzione sulla necessità di impellenti strategie di adattamento anche in alta quota, di nuove forme di turismo, ma anche di tutela dell'alta montagna. Questi sono alcuni degli aspetti che andrebbero affrontati con un percorso di governance internazionale per le alte quote, con particolare attenzione agli ecosistemi glaciali”.

“La tappa della Carovana alla Mer De Glace ha permesso di constatare il valore di questo ghiacciaio dal punto di vista storico, scientifico, estetico e culturale - dichiara Marco Giardino, vicepresidente del Comitato Glaciologico Italiano - Un patrimonio materiale e immateriale che i glaciologi francesi incontrati nella tappa hanno dimostrato di saper difendere e valorizzare, per impedire che le rapidissime trasformazioni imposte dal riscaldamento climatico facciano perdere la memoria scientifica e geomorfologica sugli ambienti d’alta quota del Monte Bianco”.

Focus crisi climatica e crolli: secondo gli studi di Deline e Ravanel, dal 1930 a oggi, a fronte di un aumento di 1,7°C di temperatura, c’è stato un recente aumento di crolli di pareti rocciose nel settore del Monte Bianco: ben 12 crolli in media all’anno nell’intervallo 2000-2010, mentre nell’intervallo 1940-1950 i crolli in media erano solo cinque all’anno. In particolare, nella zona del Drus e delle Aiguilles de Chamonix, sul totale dei crolli avvenuti dalla fine della PEG (anno 1850), più dell'85% sono stati registrati dagli anni 1990 fino ad oggi, in appena 3 decenni.

Il desolante Mer de Glace

In occasione della prima tappa, la campagna di Carovana dei Ghiacciai 2024 oggi ha realizzato un’escursione in quota per monitorare lo stato di salute del ghiacciaio, visitare la “grotta di ghiaccio” e fare il tradizionale saluto al ghiacciaio con la performance musicale dell’artista piemontese Luca Morino, con una suggestiva esibizione con chitarra, voce e lettura di un testo all’interno della grotta.

Prossime tappe della Carovana dei Ghiacciai 2024: dopo la tappa sul Monte Bianco, la Carovana dei Ghiacciai si sposterà dal 19 al 22 agosto in Valle D’Aosta per monitorare lo stato di salute dei ghiacciai della Valpelline. Sei le tappe in programma, con respiro internazionale, in Francia (18-19 agosto), Valle D’Aosta (19-22 agosto), Piemonte (22-26 agosto), Lombardia (28-31 agosto), Friuli/Slovenia (31 agosto-5 settembre), Veneto (5-9 settembre) per osservare rispettivamente il ghiacciaio Mer De Glace, quelli della Valpelline, il ghiacciaio Flua, quello di Fellarìa, i ghiacciai delle Alpi Giulie e il ghiacciaio della Marmolada. Anche quest’anno saranno tanti i temi che la Carovana dei Ghiacciai 2024 porterà in primo piano: dagli effetti della crisi climatica e degli eventi meteo estremi in montagna alla tutela della biodiversità, dalle politiche per l’adattamento ai cambiamenti climatici alle buone pratiche di sviluppo sostenibile, fino al documentario sull’agonia dei ghiacciai alpini, realizzato da Carovana dei Ghiacciai.

red.

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