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CRONACA | 19 agosto 2024, 17:11

Un semplice “sì” con conseguenze

Perché concludere contratti al telefono raramente è conveniente?

Un semplice “sì” con conseguenze

Il telefono squilla e dall’altra parte risponde una persona molto persuasiva, che ci fa credere di avere delle bollette non pagate, note di credito in scadenza o di quanto sia conveniente l’offerta proposta, incitandoci a dire a tutti i costi "sì" a qualcosa.

E qui inizia l'odissea dei cambi di fornitore, dei contratti validi o non validi, dei periodi di doppia fatturazione e di una generale incertezza giuridica. Il telefono, infatti, non è l'opzione migliore per concludere un contratto: i prezzi indicati non possono essere confrontati con quelli di altri fornitori ed è anche abbastanza difficile fare un ricalcolo esatto di quello che viene proposto o detto a voce.

Se ricevete una telefonata pubblicitaria, non confermate la vostra identità e chiudete immediatamente la chiamata con un chiaro "No, grazie!". Soprattutto, non fornite al telefono dati personali come il vostro numero IBAN o POD/PDR (dati identificativi dei contatori luce e gas).

Il diritto di recedere gratuitamente dal contratto entro 14 giorni di calendario per i contratti conclusi al telefono sussiste per la maggior parte dei beni e servizi, ma non per tutti: è bene controllare. Inoltre, può tornare utile inserire i propri numeri di telefono nel Registro Pubblico delle Opposizioni (RPO: https://registrodelleopposizioni.it/). L'iscrizione nel registro è possibile compilando un apposito modulo elettronico sul sito del Registro pubblico delle opposizioni, telefonando al numero verde 800 957 766 per le utenze fisse e allo 06 42986411 per i cellulari, o inviando un apposito modulo digitale tramite mail all'indirizzo iscrizione@registrodelleopposizioni.it.

In realtà, spesso non va così: molte persone continuano a ricevere chiamate indesiderate anche dopo l’iscrizione al Registro. A gennaio del 2023, il ministro Urso commentò la questione durante un’audizione alla Camera: disse che «il sistema funziona per quanto riguarda il mercato regolare della raccolta dei consensi e dei controlli», mentre il problema sta nel mercato «irregolare, in cui le numerazioni vengono carpite in modo illegittimo e i chiamanti nascondono o modificano i propri numeri di telefono per non essere richiamati».

Il 28 luglio del 2023, un anno dopo l’attivazione del Registro per i numeri cellulari, un comunicato pubblicato sul sito del Registro affermava che lo strumento aveva «contribuito in modo significativo a limitare le chiamate indesiderate», ma rimanevano comunque alcuni problemi legati al «telemarketing selvaggio». Anche il Garante della privacy (l’autorità italiana per la protezione dei dati personali) si è occupato spesso del problema, attribuendone la responsabilità al «sottobosco» di call center abusivi, che agiscono senza rispettare le regole. Sono generalmente società piccole ma collegate tra loro, difficili da individuare e quindi da sanzionare. In alcuni casi, le grandi aziende possono decidere di appaltare le operazioni di telemarketing a società terze senza fare i dovuti controlli, favorendo le attività illecite più o meno consapevolmente.

Una delle tattiche più diffuse, e più difficili da tracciare, usate da queste società è quella dello spoofing telefonico, con cui è possibile cambiare artificialmente il proprio numero e fare in modo che il destinatario della chiamata ne veda uno diverso da quello reale. Per questo, spesso quando riceviamo una chiamata da un numero sconosciuto e proviamo a richiamarlo, risulta inesistente: era un numero creato ad hoc da un call center per quella chiamata.

Ricordiamo che il RPO è un servizio pubblico gratuito per il cittadino che intende opporsi all'utilizzo del proprio numero telefonico, fisso o cellulare, e dell'indirizzo postale presente negli elenchi pubblici per finalità pubblicitarie e ricerche di mercato.

Bruno Albertinelli

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