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Chez Nous | 07 agosto 2024, 13:47

Disuguaglianze imbarazzanti

La situazione della sanità pubblica in Valle d’Aosta ha raggiunto un punto critico che non può più essere ignorato. L'odissea di una paziente

Disuguaglianze imbarazzanti

Egregio Direttore,  le scrivo per segnalare l'ennesima e ormai corale malasanità della nostra bella Vallee. Ho chiamato questa mattina il Cup per prenotare una ecografia addome. Prima data disponibile 07 ottobre 2025! Credo che 14 mesi di attesa si commenta da sola! Chiudo complimentandomi per la sua rubrica che non manco di leggere e la saluto cordialmente.

E' quanto mi ha scritto una lettrive di Trois Ville. Poche righe che fanno arrossire dalla vergogna chiunque abbia un grammo di orgoglio e un miligrammo di onore.

Cara Lettrice, sprofondo io dalla vergogna per chi vergogna non ha. Grazie per la segnalazione che è solo l’ultima di una serie di gravi episodi che mettono in luce una crisi sanitaria che sembra essere sempre più trascurata dalle autorità competenti.

L’attesa di 14 mesi per una semplice ecografia addominale non è solo inaccettabile, è una palese dimostrazione dell’inefficienza e della mancanza di rispetto per i cittadini da parte dei vertici regionali e nazionali.

Da mesi, il Governo Meloni annuncia tagli e riforme nella sanità, ma la realtà sul campo dimostra che tali proclami non hanno prodotto miglioramenti tangibili. La situazione non solo persiste, ma addirittura si aggrava, con liste di attesa che si allungano a dismisura mentre le strutture private, che richiedono un pagamento, riescono a soddisfare le richieste dei pazienti in tempi molto più brevi. Questo scarto evidente tra sanità pubblica e privata solleva interrogativi inquietanti su un sistema che sembra premiare solo chi può permettersi di pagare per un servizio adeguato.

L'assessore regionale alla Sanità, Carlo Marzi, e Massimo Uberti, Direttore Generale dell'USL della Valle d’Aosta, sembrano essere completamente refrattari di fronte a questa emergenza. Le loro dichiarazioni e i loro interventi appaiono più come un tentativo di distogliere l'attenzione dai reali problemi piuttosto che una strategia concreta per risolverli. L’inefficienza e l’incapacità di garantire un servizio sanitario tempestivo e di qualità sono sotto gli occhi di tutti, eppure le misure adottate sembrano insufficienti e del tutto inadeguate.

Il contrasto tra il trattamento riservato ai pazienti che possono permettersi la sanità privata e quelli costretti ad affidarsi al sistema pubblico è una manifestazione drammatica di disuguaglianza. Mentre i cittadini con risorse economiche possono ricevere cure in tempi rapidi, quelli meno fortunati devono affrontare liste di attesa interminabili, con il rischio concreto di complicazioni gravi o addirittura fatali. È inaccettabile che in una società civile si verifichi una tale discriminazione basata sulla disponibilità economica.

È giunto il momento che le autorità politiche e sanitarie della Valle d’Aosta affrontino seriamente questa crisi e garantiscano un sistema sanitario equo e accessibile per tutti i cittadini. Le promesse e le dichiarazioni devono essere seguite da azioni concrete e urgenti. La sanità non può essere un privilegio per pochi, ma deve essere un diritto garantito a tutti. Le liste di attesa non sono solo numeri: dietro ciascuna di esse ci sono vite umane in attesa di cure che potrebbero fare la differenza tra la vita e la morte.

E' fondamentale che il Governo Meloni, l’assessore Carlo Marzi e Massimo Uberti rispondano a queste preoccupazioni con azioni decisive e immediate. Il tempo delle parole è finito: è ora di passare ai fatti e di restituire ai cittadini della Valle d’Aosta una sanità degna di questo nome.

Marzi e Uberti ci spieghino il perché di tutto questo ma senza arrampicarsi sugli specchi dicendo pane al pane e vino al vino senza farsi intimorire dai baroni, altrimenti è lecito pensare che l'importante per loro è la poltrona e gli altri si arrangino.

piero.minuzzo@gmail.com

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