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Vite in ascesa | 26 luglio 2024, 08:00

MERAVIGLIOSE MERAVIGLIE NEL PARCO DELLA VANOISE

Monolite des Sardières, Cascata di Saint Benoit, Le Croé di Lozes e Le Rocher des Amoureux - di Lodovico Marchisio e Roberta Maffiodo. Foto di Corrado Marchisio

Il Monolite Des Sardières in tutta la sua bellezza

Il Monolite Des Sardières in tutta la sua bellezza

Ci sono “meraviglie - meravigliose” perché a volte ci sono fenomeni da restare a bocca aperta e non trovare nell’immediato un vocabolo appropriato per meglio identificarli e descriverli. Senza quindi andare “oltre oceano” ecco quattro, tra le figure geologiche più bizzarre che si possano reperire in natura, a poca distanza le une dalle altre.

L’accesso per tutte e quattro è il seguente: Da Torino a Bardonecchia e poi a Modane attraverso il traforo a pagamento del Frejus, proseguendo poi per Aussois, Sardières o da Susa attraverso il Colle del Moncenisio, Lanslebourg, Aussois. Da questo rinomata stazione invernale, con piste da fondo d’incomparabile bellezza si snodano a poca distanza l’uno dall’altro i fenomeni che vi proponiamo.

Il Monolite des Sardières

Il Monolite des Sardières è una curiosità geologica rinomata per la sua bellezza estetica sito in Francia nel Parco Nazionale della Vanoise. Si tratta di un sottile ago roccioso dalle calde sfumature giallo ocra, alto 93 metri nel cuore della foresta di “Plan Bois” sito all’inizio del Parco Nazionale della Vanoise. Quest’ago innaturale che emerge in mezzo ai pini è composto da una roccia particolarmente dura di origine sedimentaria di calcare dolomitico compatto che ha resistito all'erosione mentre le rocce meno resistenti che lo circondavano sono scomparse. Scalato per la prima volta nel 1957 da Michel Paquier, il monolite attira oggi migliaia di scalatori da tutto il mondo. Quando il Monolite appare alla curva di una radura, lasciatevi sorprendere da questa colonna naturale persa nel mezzo della foresta. Ai suoi piedi il 26 giugno 1965 è stato inaugurato il Parco Nazionale della Vanoise. Visto questo fenomeno incredibile consigliamo di recarsi a Lozes.

Le Croé di Lozes”

Sosta in cima a Le Croé di Lozes

Si consiglia questa sosta in cerca delle meraviglie che andremo ancora ad osservare a quella già vista, con brevi spostamenti in auto e con possibilità di pranzo al sacco nella stupenda area del “parco archeologico di Lozes” in prossimità di una croce che delimita l’altipiano della falesia sottostante adibita a luogo di arrampicata. Cima a tutti gli effetti col nome “Le Croé di Lozes” anche se la vetta è raggiungibile da monte (parcheggio alto a lato della strada sterrata), molto facilmente per una traccia prativa (ore 0,15 dall’auto), anche sito archeologico bello da visitare. La falesia è stata teatro per sette anni dell'open internazionale di arrampicata. Da qui per continuare a provare emozioni e adrenalina, vi consigliamo di spostarvi in auto a Villarodin - Bourget in vista del Rocher des Amoureux, tradotto in Italiano “Scoglio degli Innamorati”.

Rocher des Amoureux - Scoglio degli innamorati

 

In arrampicata

Si trova a lato dell’incrocio per la via diretta ad Aussois e la strada più panoramica che transita per la cascata di Saint Benoit. Quota dell’attraente torrione isolato e roccioso da tutte le parti è di 1170 metri con più di cento vie con arrampicate per tutti i gusti e altezze che variano dai monotiri di 15 metri ai 50 metri d’altezza. Lato nord ed est con strapiombi solo per arrampicatori esperti. Lati sud ed ovest anche per principianti. Qualità della roccia: calcare. Tempo di avvicinamento: nessuno (si sale a lato della strada).Noi tre, guidati da Walter Marchisio ci limitiamo a salire la facile e breve “Via ferrata” se si esclude un tratto verticale ed esposto di 5 metri, usata dagli scalatori come via di discesa. 20 minuti al massimo. Si raggiunge da Modane attraversare l'Arc su un ponte con semaforo per passaggio alternato (direzione Aussois), dopo 2 km sulla destra si nota questo roccione con comodo parcheggio adibito ad area picnic e toilette e area ricreativa ai piedi della roccia con snack bar. Per ultima lasciamo “La Cascata di Saint Benoit”, avendo preparato l’itinerario in modo che le bellezze da scoprire siano visibili da quella più lontana a quella più prossima al rientro in Italia attraverso il Colle del Moncenisio. Dunque dal “Rocher des Amoureux” ci dirigiamo a destra su una strada limitata al transito di veicoli leggeri che sulla destra guardando verso l’Italia ha un evidente cartello indicante “La Cascata di Saint Benoit”, ultima bellezza da visionare in questo sopralluogo compiuto da Roberta Maffiodo, Walter Marchisio e da me per conto del CAI GEB.

Cascata di Saint Benoit

La Cascata di Saint Benoit è di facile accesso e si trova lungo la strada turistica dei forti dell'Esseillon (D215), tra Aussois e Avrieux, all'altezza della Chapelle Saint-Benoît. La cascata, alta 90 metri, e il suo piccolo ruscello vi rinfrescheranno come un gigantesco nebulizzatore. Quindici minuti sono sufficienti per raggiungere il potente salto che se si vuole gustarlo appieno e si hanno panni di ricambio, ci si può spingere fin dove l’acqua nebulizzandosi, specialmente in presenza di vento, ti fa mancare il respiro e ti lava dalla testa ai piedi.

I cani sono i benvenuti, ma devono essere tenuti al guinzaglio. Per finire se non ti sei ancora adrenalizzato come volevi, una volta tornato all’auto puoi scendere oltrepassando la strada in 10 minuti fino al secondo salto che si ammira (attenzione a sporgersi) subito a destra dell’importante “Chapelle Saint – Benoît” del 1717 (nella foto) restaurata nel XIX secolo e facente parte del cammino Barocco.  

Effige Madonna accanto le Cascate de Saint Benoit

ascova

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