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Consiglio Valle | 11 luglio 2024, 20:14

Approvata una proposta di legge statale per l'istituzione di zone produttive speciali e zone franche montane

Nella seduta mattutina dell'11 luglio 2024, l'Assemblea regionale ha approvato, con la sola astensione del gruppo PCP, una proposta di legge statale che contiene disposizioni concernenti l'istituzione di zone produttive speciali e zone franche montane in Valle d'Aosta.

Approvata una proposta di legge statale per l'istituzione di zone produttive speciali e zone franche montane

L'iniziativa legislativa è stata presentata dal gruppo Rassemblement Valdôtain il 13 ottobre 2023 ed è stata integrata da un nuovo testo della prima Commissione, composto di nove articoli, a seguito di una serie di emendamenti depositati dai proponenti unitamente ai gruppi di maggioranza.

L'Assemblea ha anche deliberato di inviare il testo di legge sia alla Camera dei Deputati che al Senato della Repubblica per il prosieguo dell'iter in Parlamento.

La relazione d'Aula

«Questo testo di legge cerca di attuare le disposizioni del nostro Statuto speciale che, fino ad ora, non sono state pienamente applicate - ha specificato il Consigliere Stefano Aggravi (RV), illustrando i contenuti in Aula -. Oggi il contesto di riferimento, normativo e non, è enormemente cambiato. Tuttavia quello che resta valido sono proprio i contenuti dell'articolo 14 e in particolare tre importanti principi: quello della territorialità, ovvero la Valle d'Aosta così costituita dal 1948 ad oggi; quello dell'intesa, ovvero il fatto che le modalità di attuazione devono essere necessariamente concordate tra la Regione e lo Stato; quello della forma legislativa di attuazione, ovvero "per mezzo" di una legge dello Stato. Dopo l'approvazione ad aprile 2023 di una mozione in Consiglio che impegnava il Governo regionale ad approfondire la tematica delle zone franche urbane e di montagna e grazie all'importante lavoro svolto dalle strutture regionali, è stato condiviso in prima Commissione di procedere ad un lavoro di confronto e adeguamento razionale di questa proposta di legge statale con l'ipotesi di schema di norma di attuazione. Questo per dar vita a due percorsi paralleli, differenti ma con una comune finalità: avviare finalmente un dibattito, politico e tecnico, una trattativa tra la Regione e lo Stato centrale per identificare la "via moderna" di attuazione delle previsioni dell'articolo 14 dello Statuto speciale. Il testo di legge finale che oggi presentiamo è il frutto di un importante lavoro di coordinamento tra la parte tecnica e quella politica: una proposta concreta, con un testo chiaro e funzionale ai prossimi passaggi legislativi in Parlamento.»

Il Consigliere ha poi specificato che «la finalità del testo legislativo è quello di compensare gli svantaggi strutturali propri del territorio della Valle d'Aosta attraverso l'istituzione di zone produttive speciali (Zps), per il sostegno e lo sviluppo di attività produttive ubicate in zone strutturalmente svantaggiate del territorio regionale, e zone franche montane (Zfm). In queste zone, l’esercizio di attività economiche e imprenditoriali da parte delle aziende già operative e di quelle che si insedieranno può beneficiare di speciali condizioni (esenzioni fiscali e contributive) in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo d’impresa. L'onere derivante dall'applicazione della proposta di legge è quantificato forfetariamente in 30 milioni di euro annui in riduzione del contributo dovuto dalla Regione quale concorso al pagamento degli oneri del debito pubblico stabilito a decorrere dal 2022.»

Il dibattito in Aula

«Con questa legge cade il mito fondativo della nostra regione sulla zona franca dal momento che non ha nulla a che vedere con l'idea iniziale - ha sostenuto il Vicecapogruppo della Lega VdA, Erik Lavy -. La norma prevede esenzioni per imprese e attività produttive e, potrà rappresentare un'attrazione di capitali e di talenti, ma le aziende che si insedieranno dovranno anche supportare degli oneri: non aspettiamoci quindi un'invasione di imprese. Inoltre, le agevolazioni vanno ad azzerarsi nel corso del tempo. Cosa succederà alle imprese una volta terminato l'incentivo? Il testo di legge prevede anche una defiscalizzazione per le persone fisiche con un articolo ripreso dalla nostra proposta di legge sul contrasto allo spopolamento delle zone di montagna: siamo lieti di essere stati utili. Siamo di fronte a sfide importanti ed è bene fare pressione sui nostri Parlamentari ma i "nemici" sono più all'opposizione che al Governo e quindi tutte le forze politiche presenti in quest'Aula dovrebbero intervenire con i loro referenti romani. Sosterremo questa proposta che potrà dare delle risposte alla nostra regione anche se non basterà per invertire la rotta per contrastare lo spopolamento della montagna e la desertificazione commerciale.»

Il Consigliere Corrado Jordan (UV) ha parlato di «tema che è l'occasione per dare vita ad un dibattito serio sulle politiche che vogliamo avviare per sostenere il "vivere in montagna ", aiutando zone della Valle che soffrono di più rispetto ad altre, per migliorare la qualità della vita e fare in modo che le differenze tra i territori siano minime, per invertire un pericoloso trend di calo demografico i cui effetti sono più evidenti nelle zone più marginali. Dobbiamo partire da qui, attraverso una discussione aperta, che coinvolga il Consiglio, il sistema degli enti locali, i movimenti politici e più in generale il territorio al fine di disegnare un quadro di azioni complessivo. Queste azioni possono passare attraverso diversi strumenti, quali una fiscalità differenziata, una politica tributaria più mirata, incentivi diversificati per favorire il lavoro e l'impresa, una politica di welfare che favorisca la permanenza di famiglie, ma anche e soprattutto politiche di attrattività per le famiglie e per i lavoratori. Pensare a politiche per la montagna è necessario: è la risposta alle istanze di futuro delle nuove generazioni, a cui è doveroso guardare con attenzione e cura, nella consapevolezza che i giovani sono il nostro capitale più prezioso.»

Il Capogruppo Paolo Cretier, annunciando il parere favorevole del gruppo FP-PD, ha ricordato che «la montagna e le sue attività hanno da sempre difficoltà e costi superiori rispetto alle attività insediate vicine alle grandi vie di comunicazione e questa legge ha come finalità quella di compensare questi svantaggi. Il testo di Commissione ha raccolto elementi perfezionanti del testo originale e di condivisione in un approccio che tende a sostenere le attività locali e che impegna le persone fisiche anche al trasferimento della residenza e a mantenerla per dieci anni, per contrastare anche l'abbandono e il calo demografico in un complesso di sviluppo imprenditoriale e occupazionale. Importante anche la valutazione proposta al termine dei periodi relativi ai benefici previsti, una disposizione necessaria per una valutazione per una eventuale proroga dei suoi benefici, un modello insito al Comitato paritetico di controllo e valutazione delle politiche regionali e della qualità della normazione, di cui faccio parte.»

Per il Capogruppo di Forza Italia, Pierluigi Marquis, «il tema troppo spesso viene affrontato a livello di slogan: le zone franche non solo la soluzione di tutti i mali, ma sono uno strumento molto importante, è come avere una cassetta degli attrezzi per gestire e curare con maggiore efficienza ed efficacia la nostra economia. Troppo spesso si guarda ancora a livello nostalgico all'articolo 14 del nostro Statuto, che non è mai stato concretizzato, ma oggi il concetto va affrontato tenendo conto dell’attuale legislazione: la zona franca doganale non è più perseguibile, e in questa proposta di legge sono state individuate due situazioni di interventi, le zone franche montane e le zone produttive speciali, che hanno però il requisito dei limiti spaziali e temporali. Questa proposta afferma che il nostro territorio ha delle differenze, nonostante sia piccolo, e deve essere amministrato in modo differenziato: dobbiamo perseguire questo obiettivo cambiando modello di amministrazione, realizzando non più una distribuzione a pioggia ma selettiva sul territorio, dando così la possibilità di intervenire sul tessuto produttivo e sulle singole realtà se vogliamo dare rilancio all'economia della nostra Valle.»

Il Consigliere Luciano Caveri (UV) ha ricordato che «la questione della zona franca è una storia antica e parte dall'articolo 14 del nostro Statuto speciale, frutto di una scelta molto intelligente fatta dai fondatori della nostra autonomia. Nel corso del tempo, però, la norma non ha mai trovato la sua applicazione da parte del Governo centrale e la situazione è cambiata: il concetto di zona franca intesa come "dogana a Pont-Saint-Martin" oggi non è più praticabile anche rispetto al contesto eurounitario che ha abolito dazi e frontiere interne. È giusto quindi trovare altre forme di zona franca per evidenziare la vocazione significativa delle aree montane, su cui dovrebbe intervenire la Commissione europea con una direttiva ad hoc. In un'epoca in cui si discute di autonomia differenziata, la montagna resta la nostra luce, una delle chiavi di volta della nostra specialità e la rivendicazione degli elementi innovativi della zona franca si innesta nel solco del cammino autonomista millenario dei valdostani.»

La Consigliera Chiara Minelli (PCP), pur condividendo «il principio che occorra intervenire rispetto a delle realtà comunali dove c'è desertificazione commerciale e spopolamento», ha rilevato che «lo strumento proposto oggi non ci sembra particolarmente efficace.» Ha quindi espresso una serie di perplessità: «Il punto di partenza è alto e ambizioso, ma quando si scende a terra non tutto quadra: il primo problema sta nel fatto che l'articolo 14 afferma che il territorio della Valle d'Aosta è posto fuori della linea doganale e costituisce zona franca, mentre la proposta di legge che stiamo affrontando non riguarda tutta la Valle, ma solo dei comuni o delle aree. Inoltre, all'interno di queste aree non si prevede la scomparsa delle imposte, ma si interviene con una riduzione: non si tratta quindi di zone franche ma di aree dove la tassazione è ridotta. Descrivere questo provvedimento come attuativo dell'articolo 14 a noi sembra un'esagerazione, una forma un po' propagandistica. Rileviamo poi che il testo invece di diventare più chiaro, nel tempo si è fatto più complicato: le zone franche urbane sono diventate delle zone produttive speciali, che a noi sembra una cosa diversa dalle zone franche. E soprattutto si prevedono aree di comuni non ben definite, ciò che rende complessa l'applicazione di tali Zps e Zfm. Infine non c'è chiarezza sul percorso che si intende fare: accanto allo strumento della proposta di legge statale è in itinere il percorso della norma di attuazione. Il rischio è che non si ottenga un risultato utile per la comunità.»

«Il est difficile d'imaginer une application de l'article 14 de notre Statut spécial comment avait été  pensé lors de la Constituante de 1948 - a précisé le Conseiller Erik Lavevaz (UV) -. Ce projet de loi de l'État a été l'objet d'un parcours de confrontation très intense à l'intérieur de la première Commission avec le proposant et aussi avec les bureaux de la Présidence de la Région: un important travail de mise à jour, d'analyse du contexte sur l'application des zones franches, soit  au niveau italien, soit au niveau européen. Le texte remet en cause des aspects financiers entre la Région et l'État et notre rapport avec celui-ci et je crois que ce Conseil régional devrait travailler d'avantage dans ce sillon pour faire des propositions plus audacieuses en tâchant toujours de maintenir, ou même, de reconstruire des rapports privilégiés avec le Gouvernement et l'Union européenne.»

Il Consigliere Simone Perron (Lega VdA) ha apprezzato «l'approccio pragmatico utilizzato nella stesura del testo e lo sforzo fatto per attualizzare un principio importante del nostro Statuto: lo sforzo riformistico è l'attività più elevata per una classe politica degna di questo nome. Al di là dei dettagli e delle possibili incongruenze che andranno valutate caso per caso, era necessario partire ed è interessante la scelta della doppia strategia utilizzando sia la norma di attuazione, sia la legge statale.»

Le Président de la Région, Renzo Testolin, a rappelé que «ce thème fait partie du patrimoine politique de beaucoup de groupes politiques dans ce Conseil et pour ce qui est du Gouvernement et de la majorité il s'agit d'un sujet qui a été indiqué dans le priorités du programme de Législature. La motion approuvée l'année dernière nous a engagé à entreprendre ce parcours d'approfondissement et nous avons choisi de suivre les deux chemins en parallèle : celui de la proposition de loi de l'Etat que nous sommes en train de discuter et celui de la disposition d'application de notre Statut. C'est un parcours qui n'est pas facile, mais nous avons le devoir de dialoguer avec l'Etat afin de pouvoir appliquer le principe des zones franches sur notre territoire. C'est vrai qu'il ne s'agit pas de la notion de zone franche originaire, mais aujourd'hui les exigences des communes sont différentes et c'est sur ces différences qu'il faut travailler. È un approccio serio: non vogliamo intervenire su tutto il territorio, perché alcune località hanno avuto uno sviluppo fortunatamente importante da un punto di vista socioeconomico, mentre altre hanno delle difficoltà e occorre dare loro un sostegno, che non può essere protratto per sempre ma deve innescare dei percorsi virtuosi di crescita. Questo provvedimento può e deve anche fungere da sensibilizzatore dell'opinione pubblica perché ci deve essere di nuovo una coscienza collettiva di autogoverno: quello ipotizzato e proposto è un approccio già sancito dall'Unione europea per le zone agricole e che noi vorremmo estendere a quelle di montagna per aumentare le opportunità di incentivo e di sostegno. Continueremo anche a seguire l'iter della norma di attuazione per riuscire a portare a casa un'opportunità che potrà solo fare bene a tutta la comunità.»

red.

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