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50 & più per il sociale | 27 giugno 2024, 10:00

Pensionati residenti all’estero, stop agli assegni

Cambiano le regole dell’Inps per i pensionati residenti all’estero. A partire da luglio, infatti, la pensione non potrà più essere incassata tramite assegno

Pensionati residenti all’estero, stop agli assegni

L’Istituto di previdenza, come già annunciato alcune settimane fa, punta a contrastare il fenomeno delle erogazioni indebite e dei disservizi postali che in alcune occasioni hanno portato allo smarrimento degli assegni prima che venissero recapitati al destinatario.

Pensionati residenti all’estero: i sistemi di erogazione

Finora il pagamento della pensione agli italiani che vivono in un altro paese poteva avvenire tramite accredito sul conto corrente, in contanti tramite uno sportello di Citibank che gestisce le erogazioni o di un suo corrispondente diretto che nella maggior parte dei casi è Western Union, e infine tramite l’invio postale di un assegno di deposito non trasferibile. Proprio quest’ultima modalità è quella che Inps vuole eliminare gradualmente, perché la meno sicura.

Cosa cambia

L’Inps ha già fornito indicazioni per l’abolizione di questa forma di pagamento per i pensionati residenti in Austria, Belgio, Tunisia e Australia. I destinatari delle prestazioni hanno ricevuto un modulo di Citibank per comunicare i dati bancari per i futuri accrediti. Chi non ha ancora restituito il documento con le sue coordinate bancarie riceverà il pagamento di luglio in contanti presso uno sportello fisico di Western Union nel paese in cui abita.

I trattamenti pensionistici erogati

Gli assegni pagati fuori dall’Italia rappresentano il 2,4% del totale dei trattamenti pensionistici erogati per una spesa mensile che supera 1,4 miliardi di euro. I pensionati italiani all’estero oggi sono 317 mila, e vivono in 165 paesi. Le comunità più numerose si trovano però in Spagna, Belgio, Francia, Stati Uniti, Portogallo e Australia.

I paesi del futuro

Sempre più persone che si avvicinano alla pensione guardano anche oltreconfine per il loro prossimo progetto di vita, ma i paesi di preferenza cambiano anche in base alla tassazione che applicano sui redditi dei cittadini stranieri e sulle condizioni che offrono per la residenza. Il Governo di Lisbona, ad esempio, ha recentemente cambiato il regime fiscale per i residenti non abituali arrivati dall’estero, mentre quello di Madrid offre condizioni fiscali vantaggiose, in particolar modo per chi sceglie le Canarie.

Anche Malta è diventata attrattiva per i pensionati nostrani, con un’aliquota fissa del 15% sui redditi provenienti dall’estero. Grecia e Albania stanno seguendo la stessa linea, e anche Slovacchia e Tunisia restano fra le mete più ambite proprio per la possibilità di avere una qualità di vita medio-alta anche con redditi non elevati.

I pensionati italiani che oggi risiedono in Spagna sono più di 8 mila, mentre quelli che vivono in Portogallo sono circa 3.600. In Tunisia sono circa 2 mila, in Albania 500.

Ilaria Romano 50&più

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