Carlo Acutis sarà proclamato santo. Questa la decisione presa da Papa Francesco che ha riconosciuto un miracolo attribuito al giovanissimo beato nato a Monza e che ora riposa in pace ad Assisi, terra cara alla famiglia Acutis e al beato patrono di Internet. Tante le dichiarazioni e le reazioni di questi giorni. Come quella del Vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino. Ma anche gioia da parte della Chiesa di Milano.

"Grande gioia e commozione nella chiesa di Santa Maria Maggiore-Santuario della Spogliazione giovedì mattina all’Angelus, presieduto dal vicario generale della diocesi, don Jean Claude Kossi Anani Djidonou Hazoumé, durante il quale è stata letta, dal cancelliere diocesano, suor Alessandra Rusca, la nota del vescovo monsignor Domenico Sorrentino nella quale si annuncia la prossima canonizzazione del Beato Carlo Acutis. Presenti al momento di preghiera anche i genitori del giovane, Antonia e Andrea Acutis, il sindaco Stefania Proietti, il custode del Sacro Convento, le massime autorità civili, militari e religiose", racconta la Diocesi di Assisi.

"La Chiesa di Assisi è in festa. Sia lode al Signore, che sta facendo grandi cose, per dare un colpo d’ala al nostro entusiasmo nella coerenza cristiana e nell’annuncio del Vangelo. Grazie anche al Santo Padre che sta assecondando l’opera di Dio. Voglia il Signore continuare la sua opera attraverso la testimonianza del beato Carlo. Egli potrà essere chiamato “Santo” e venerato con il culto liturgico dovuto ai Santi solo dopo la canonizzazione. Liturgicamente, pertanto, tutto rimane come prima. Ma esprimiamo con esultanza la nostra gioia in unione con la famiglia, specie il papà Andrea e la mamma Antonia, e tutti i devoti di Carlo sparsi nel mondo. Egli ci ottenga dal Signore di amarlo come lo ha amato lui, soprattutto nella Santa Eucaristia", queste le dichiarazioni del Vescovo di Assisi subito dopo aver ricevuto la notizia.

Il direttore della Fondazione oratori milanesi don Stefano Guidi ha pubblicato sul sito della Chiesa di Milano un'intervista dove esprime tutta la sua gioia. "La forza di una figura di santità – dice don Guidi – è infatti quella di interpretare il proprio tempo, di portare nel proprio tempo l’esperienza del Vangelo. Carlo ha fatto entrare il Vangelo nella sua vita di ragazzo, mettendosi a servizio degli altri nei diversi ambiti della sua quotidianità: in famiglia, a scuola e in parrocchia, dove, come quindicenne, aveva iniziato ad assumersi qualche compito, come quello di aiuto catechista".

"La vita di Carlo è la vita di un ragazzo semplice, di un normale adolescente degli anni ’90. È un santo vicino a questa generazione di giovani, con i quali condivide una stagione culturale, l’epoca di Internet. Nella sua esperienza di crescita ci sono molti tratti in cui i ragazzi di oggi si possono ritrovare, diversamente con quanto magari accade per altri santi giovani, ma vissuti in un tempo storico culturale sociale completamente diverso", continua don Stefano.