Ci era toccato un primo ministro che raccontava barzellette, che faceva le corna nelle fotografie ufficiali, che inventava l’esistenza di nipoti importanti e che veniva condannato per frode fiscale. Pensavamo che una cosa così potesse capitare una volta nella vita ma che poi le cose sarebbero tornate sul binario del rispetto delle istituzioni che, volente o nolente, sono di tutti.
Invece no. L’avanspettacolo si appropria nuovamente del palcoscenico del parlamento e il primo ministro é ritornato a fare il capo comico (capa comica suonava male).
Lo so, e chiedo perdono per non aver resistito, ma quando uno ha Mattarella presidente della Repubblica, checché ci suggerisca spesso Giorgia, non me ne faccio una ragione.