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Aosta Capitale | 20 luglio 2021, 09:00

Aosta: Clotilde Forcellati l'assessora che guarda alla sostanza e non alle medaglie

Proseguiamo a fare il punto con la giunta comunale di Aosta. La seconda intervista è a Clotilde Forcellati, in quota a Progetto Civico Progressista, assessora alle politiche sociali, abitative e alle pari opportunità. La donna giusta al posto giusto

Aosta: Clotilde Forcellati l'assessora che guarda alla sostanza e non alle medaglie

Clotilde Forcellati, meglio conosciuta come Titti è nata a Finale ligure il 17/11/1956. All’età di10 mesi si trasferisce con la propria famiglia in Valle d’Aosta, più precisamente a Morgex, paese nel quale nascono le sue due sorelle. Risiede ad Aosta per circa 25 anni e dal 2013 a Sarre.

Sposata nel 2000 dopo una lunga convivenza, ha due figli di 40 e 29 anni. La famiglia rappresenta per lei la “base sicura” nella quale rifugiarsi per stare bene.

Diplomata al liceo Classico di Aosta, si laurea in Scienze Psicologiche  e si specializza con un Master in Mediazione dei conflitti familiari. Iscritta all’Ordine Psicologi Valle d’Aosta, ricopre per 10 anni il ruolo di consigliera e tesoriera nel Consiglio dell’Ordine.

Dopo parecchi anni di insegnamento, dal 1993 si occupa di politiche sociali e giovanili cimentandosi con discreto successo nella progettazione europea e nella realizzazione e coordinamento di servizi rivolti alla prima e seconda infanzia. Dal 2010 al 2020 lavora come mediatrice familiare di area psicologica per la Regione Valle d’Aosta.

Eletta in Consiglio comunale ad Aosta come indipendente nei Verdi nel 2000, vi rimane nelle file della minoranza per due consiliature fino al 2010. L’impegno e la passione per la politica non sono mai venuti meno e, dopo una breve pausa per dare spazio alla propria professione, dal 2015 milita nelle file del Partito Democratico, partito al quale è iscritta dal 2016.

Le sue passioni, oltre alla politica, sono la cura del giardino e del piccolo orto di casa. L’attenzione alle tematiche sociali e ambientali rappresenta il faro della sua azione politica.

 

Assessora, forse tra tutti gli assessorati è quello che gode di miglior salute visto l’impegno del suo predecessore, Luca Girasole. È così?

"Effettivamente il lavoro svolto negli ultimi due anni da Luca è stato positivo, e per questo motivo lo ringrazio. Del resto l’assessorato alle politiche sociali del Comune di Aosta è stato sempre all’avanguardia per la qualità e l’innovatività del lavoro svolto, anche e soprattutto per merito di alcuni amministratori lungimiranti che ne hanno improntato l’attività, basti pensare a personalità quali Gianni Rigo o Giuliana Ferrero".

Da esperta nel campo sociale ed educativo cosa manca al Comune di Aosta?

"Dal punto di vista di servizi ritengo che non manchi sostanzialmente nulla. Certo, come sempre si può e si deve fare di più e meglio, ma non è un caso che la qualità dei servizi alla persona erogata dal Comune di Aosta sia unanimemente riconosciuta dagli osservatori e ai primi posti delle classifiche sia per quanto riguarda i servizi agli anziani che quelli per i minori.

Sicuramente si può e si deve migliorare il confronto costante con l’omologo assessorato regionale per essere maggiormente incisivi in campo sociale rispondendo con maggiore tempestività e incisività ai bisogni dei cittadini che, come abbiamo visto con l’emergenza pandemica, si ampliano e coinvolgono un numero di famiglie sempre maggiore".

In termini di servizi sociali il Comune di Aosta lo possiamo considerare, in un’ipotetica classifica, ai primi posti?

"Come accennavo in precedenza, ci sono classifiche stilate da organismi indipendenti e da autorevoli testate di settore che attestano la qualità dei servizi comunali alla persona, quale che sia il peso che si voglia dare a queste graduatorie. Non ci interessano le medaglie, a noi preme fornire servizi di qualità e dare risposte ai bisogni dei cittadini.

In questo senso vorrei ricordare gli sforzi che facciamo, pure in un’epoca di contrazione delle risorse, per garantire a beneficio delle famiglie l’erogazione dei servizi alla prima infanzia 0-3 con gli asili nido e i servizi residenziali e semi-residenziali rivolti alle persone anziane nonchè quelli domiciliari e tutte le iniziative di animazione e socializzazione rivolte agli anziani autosufficienti e non solo realizzati dall’ATI della co-progettazione".

L’emergenza abitativa è da sempre una criticità; perché non se ne esce? E come si può uscirne?

"Il termine “emergenza” denota già una situazione di criticità. Negli anni questa problematica si è acuita, e la crisi economica indotta dalla pandemia ha peggiorato ulteriormente la situazione perché numerose famiglie si sono trovate da un giorno all’altro nell’impossibilità di riuscire a pagare l’affitto di casa.

L’uscita da tale emergenza sarà lunga e difficile perché, è inutile nascondercelo, gli effetti della crisi si faranno sentire per diverso tempo, ma è necessario continuare a lavorare per limitarne quanto più possibile gli effetti negativi. Da questo punto di vista, nel prossimo Consiglio comunale porterò all’esame dell’Assemblea la proposta di deliberazione relativa al regolamento per l’erogazione del contributo sfrattati che costituisce un piccolo/grande passo".

Come mitigare il disagio?

"Per mitigare il disagio sarà necessario l’aiuto dei privati che, speriamo, possano mettere a disposizione gli alloggi da affittare ai cittadini a prezzi calmierati. Sappiamo che gli appartamenti sfitti ad Aosta sono molti ma, affinchè la domanda e l’offerta si incontrino, è necessario che i proprietari sappiano di ricevere effettivamente quanto spetta loro unitamente alla parte di affitto rappresentata dal contributo e che l’alloggio affittato sia mantenuto in buone condizioni. Il ruolo del Comune sarà quello di monitorare senza oneri di rifondere eventuali danni periodicamente il funzionamento degli accordi tra proprietari e inquilini.

Per affrontare in modo sistemico la questione “casa” è di fondamentale importanza l’azione condivisa con la Regione. In questo senso, ho intenzione di chiedere la costituzione di un Tavolo con gli uffici regionali che si occupano di politiche abitative per affrontare i vari temi inerenti alla casa, anche tenendo conto che da alcuni mesi le politiche abitative regionali sono state inserite nell’Assessorato Politiche sociali così come nel Comune di Aosta".

Ad Aosta non c’è emergenza migranti ma il problema esiste, come lo affrontate?

"Aosta come Comune è parte integrante della rete FAMI, ma oltre a questo e in sinergia con la Regione abbiamo messo in piedi e proposto al Ministero un progetto di politiche migratorie che, auspichiamo, venga approvato e che dovrebbe andare ad intercettare e coprire i bisogni delle donne straniere sole o con figli a carico, in situazione di fragilità, e che necessitino di accedere a percorsi di integrazione socio-lavorativa e di occasioni di socializzazione ed alfabetizzazione linguistica".

Veniamo ai diritti civili. Teme anche lei che linguaggi e slogan potrebbero farci arretrare?

"La delega che mi stata data in materia di pari opportunità è, per me, grandemente significativa. Avendo sempre come faro l’art 3 della Costituzione, stiamo lavorando non solo per la parità di genere, ma anche per costruire una città più solidale, multiculturale e che faccia delle differenze un’opportunità di crescita individuale e collettiva, mantenendo costante l’attenzione alle fasce più deboli della società. Mi preme ricordare anche progetti specifici come quello per la panchina arcobaleno allestita in occasione del 17 maggio, giornata internazionale contro l’omolesbotransfobia  piuttosto che per le panchine rosse contro la violenza sulle donne, o l’attività che, con un gruppo di lavoro di consiglieri e consigliere, stiamo mettendo in campo per utilizzare il linguaggio di genere all’interno della PA".

Come si posizione Aosta in termini di diritti civili?

"La mia percezione è che si posizioni bene, nel senso che non abbiamo contezza di situazioni di particolare gravità per quanto riguarda il mancato rispetto dei diritti civili delle persone. È, però, vero che anche dal confronto con il mondo delle associazioni emergono alcune difficoltà, insofferenze e resistenze cultuali soprattutto in ambito familiare alla libera e piena espressione della propria identità di genere".

Rispetto all’emergenza Covid quali tipi di azioni l’Assessorato ha messo in campo per i cittadini?

Già tra il 2020 e il 2021 abbiamo erogato circa 300 mila euro di generi alimentari alle famiglie in situazione di disagio e alle persone pesantemente colpite dalla crisi conseguente alla pandemia. Inoltre, nei giorni scorsi è stata approvata dalla Giunta un’ulteriore deliberazione che vede la messa a disposizione di altri 180 mila euro sotto forma di buoni spesa che i cittadini potranno utilizzare nei negozi di vicinato della città di Aosta grazie alla condivisione del percorso con le associazioni di categoria dei commercianti VdA.

Ricordo, poi, l’accordo di collaborazione attivata con la Fondazione Opere Caritas onlus, per implementare il servizio di mensa “Tavola amica” della Caritas con una cena pronta da asporto per tre mesi e che, se sarà possibile, riproporremo anche nel 2021".

Come sarà Aosta nel 2025?

"Come dicevo prima vogliamo costruire un città più solidale, aperta alle differenze, multiculturale, e che continua a rispondere al meglio ai bisogni dei propri cittadini che siano anziani, minori, famiglie, giovani, disabili , ecc.

Il sogno nel cassetto è di poter disporre di strutture sempre più adeguate e moderne. Penso, in particolare, al completamento e all’apertura del centro polivalente Brocherel che in questo momento vede impegnate Regione, Comune e Azienda Usl per definire l’accordo di programma che dovrà disciplinarne l’utilizzo e le fasi di attivazione dei servizi che saranno ospitati dal complesso".

Grazie.

piero.minuzzo@gmail.com

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