ECONOMIA - 05 settembre 2019, 07:00

Perché in estate aumenta la caduta dei capelli?

Le persone che soffrono di alopecia androgenetica, soprattutto se tale patologia è ancora in una fase attiva (ovvero la caduta dei capelli non si è ancora arrestata e la calvizie non si è ancora definita del tutto), sanno bene che tale fenomeno si acuisce nel corso dell’estate. Questo perché, alle cause endogene, ovvero la predisposizione genetico-ormonale che caratterizza di default le persone colpite da tale affezione, nei mesi più caldi si affiancano una serie di concause di natura perlopiù esogena. Sono soprattutto le condizioni ambientali a determinare questo aumento dell’incidenza della perdita dei capelli nel periodo estivo: prova ne sia il fatto che il fenomeno d’estate colpisce – seppur marginalmente – anche persone non affette da alopecia.

La recrudescenza del fenomeno è tra le concause – pur non essendo la principale – dell’aumento di richieste di trapianto di capelli in Turchia nel corso dei mesi estivi. È ormai assodato che negli ultimi anni quello delle operazioni di trapianto di capelli a Istanbul e dintorni sia un business in crescita vertiginosa, in ragione dell’estrema professionalità e dei costi contenuti che molti pazienti occidentali possono riscontrare sulle rive del Bosforo. Ebbene, a quanto pare è proprio in estate che inizia l’alta stagione del cosiddetto turismo tricologico, la quale poi, a dire il vero, si protrae fino all’autunno inoltrato. Probabilmente, in questo periodo, molte persone affette da alopecia androgenetica constatano un peggioramento del fenomeno e sentono che è giunto il momento di prendere delle contromisure più drastiche. In realtà, ciò che molti ignorano è che le cause – e soprattutto gli effetti – della perdita dei capelli in estate sono transitorie, e generalmente non lasciano danni permanenti.

Il primo elemento che determina una maggiore caduta dei capelli in estate è l’effetto dei raggi UV sul cuoio capelluto. Questa è una delle ragioni accessorie (la prima e più importante è ovviamente la necessità di proteggersi dalle insolazioni) per le quali è opportuno proteggere il capo dal sole e in generale evitare l’esposizione ai raggi solari nelle ore più calde.

Anche le variazioni del tasso di umidità possono influire sulla salute del follicolo e del lembo di pelle che lo ospita: in linea generale, un tasso di umidità compreso tra il 40% e il 65% rappresenta un’ideale soluzione di compromesso, un intervallo all’interno del quale il capello si mantiene sufficientemente idratato. D’estate, invece, assistiamo spesso a improvvise quanto violente variazioni dell’umidità atmosferica, anche nell’arco della medesima giornata, e sono proprio queste a mettere a dura prova il cuoio capelluto. Ciò vale anche quando ci si trova in interni, dove è sempre opportuno regolare l’impianto di climatizzazione, se presente, in modo tale da non eccedere né in secchezza né in umidità.

Infine, anche l’alimentazione gioca un ruolo non secondario. A causa delle alte temperature, l’organismo smaltisce con molta più difficoltà i grassi accumulati nel corso del giorno, dal momento che non sussistono i presupposti atmosferici per consumare troppe calorie al fine di riscaldare il corpo. Ciò produce un accumulo di grasso anche nelle zone dei tessuti non essenziali, quali per l’appunto i bulbi piliferi, e ciò porta a un indebolimento del capello. Il consiglio, in questo caso, è quello di idratare costantemente la cute e, ovviamente, evitare i cibi troppo grassi, puntando invece su un sostanzioso apporto proteico.