E' assai probabile che microcamere invisibili a occhio nudo spiino la strada perchè, quando un uomo si avvicina a piedi al 'centro', subito una ragazza esce sulla soglia e lo invita a entrare. Accade così nei pressi di tutti e quattro gli orientali 'centri massaggio Tuina' allestiti nel trilatero aostano tra le vie Binel, Chavanne e Chambery, in un perimetro di circa 200 metri, centro urbano nella zona sudovest del capoluogo. In via Chavanne, addirittura, i 'negozi' sono uno attaccato all'altro, ma le società che li gestiscono sono diverse.
Un vero e proprio "supermarket del massaggio organizzato da aziende cinesi per tutte o quasi le tasche", lo ha definito una residente della zona che ha notato come "evidentemente tra i diversi titolari non vi è il problema della concorrenza, visto che accade spesso che un cliente passi da un centro all'altro con molta disinvoltura".
Tipologie di massaggio (Thailandese, turco, rilassante, con i piedi, ecc) sono indicate all'esterno del 'centro'; recenti indagini della Procura di Aosta hanno evidenziato che in alcuni 'Tuina' (di questi, due sono ancora attivi in via Chavanne e via Chambery) le massaggiatrici sapevano spingersi ben oltre la millenaria pratica manuale sportivo-terapeutica offrendo prestazioni sessuali a pagamento extra; in altri invece scarseggiava l'igiene ed erano state riscontrate irregolarità contabili.
Di fatto, i titolari hanno sanato dove possibile le irregolarità pagando multe anche salate o, in altri casi, hanno ceduto l'attività a connazionali che dopo pochi mesi hanno riaperto i 'centri massaggi' come se niente fosse.











