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CULTURA | 12 giugno 2016, 10:00

"Le tombe degli Alpini le custodiamo noi". Per la conservazione del Cimitero del Borgo di Sant'Orso l'impegno dell'Ana valdostana

Nelle foto la ricercatrice Daniela Bernini ed il gruppo di visitatori e di alpini

Nelle foto la ricercatrice Daniela Bernini ed il gruppo di visitatori e di alpini

La recente visita al piccolo Cimetière du Bourg, in occasione  della settimana dei cimiteri storici europei, ha destato un’emozione particolare nel numeroso gruppo di alpini che, aderendo all’invito della presidente dell'associazione Associazione Amis du Cimetière du Bourg, Iris Morandi, hanno seguito con interesse la lezione dell’ “archivista“ Daniela Bernini, delicata ricercatrice di questo piccolo gioiello di Sant'Orso che, senza concreti aiuti esterni potrebbe essere destinato ad un lento e progressivo deterioramento.

Sono numerose le tombe dei giovani valdostani morti nella Grande Guerra e ricordati in questo lembo di terra  spesso con lapidi eleganti ed epitaffi dettati dall’amore di madri piangenti. Quando il camposanto fu chiuso, nel 1930, c’erano ancora molte tombe di soldati le cui spoglie non erano state traslate prima nel cimitero de La Ville e successivamente  in quello monumentale. Tombe che sono ancora qui!

Tra quelle visitate ricordiamo le spoglie di alcuni alpini che, per le loro gesta e per l’alto senso  morale dimostrato in guerra, furono insigniti di medaglia al valore militare.

Quella di Luigi Alliod, la cui tomba si trova proprio accanto all’ingresso, sulla sinistra. Tenente degli alpini, Luigi Alliod cadde sui Monti Solaroli nell’ottobre del 1918 e per il suo eroismo fu decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare.

Medaglia di bronzo per Humbert Dayné di Valsavarenche,  caporal maggiore del IV° Reggimento alpini, morto nel 1918.

Nel cimitero del Borgo si possono leggere citazioni commemorative anche se il corpo non sia  mai stato riportato in Patria: è il caso dei figli di Anselme Réan, Vincent e César, decorati entrambi con medaglia d’argento alla memoria, caduti rispettivamente sul Monte Solarolo e a Col Orton Pielungo.

Una  medaglia di bronzo fu assegnata a Francois Mensio, giovane sottotenente di complemento, morto per le ferite riportate mentre tentava di recuperare la salma di un ufficiale caduto.

Anche uno dei 1000 di Giuseppe Garibaldi riposa in questo piccolo fazzoletto di terra. Jacques Costa (il suo nome vero era Toller , ma lo cambiò dopo aver disertato dall’esercito  dell’Impero austriaco) era nato a Rovereto nel 1834 e quando l’armata di Garibaldi si sciolse  emigrò ad Aosta dove nel 1861 sposò Marianne Berthet. Morì nel 1881.

Accurata ed appassionata la relazione di Daniela Bernini, autrice del libro "Ad Memoriam. Storia e storie del cimitero del Borgo di Sant’Orso in Aosta", una ricerca meticolosa che permette di rivisitare un secolo e mezzo di storia locale. Un cimitero in funzione dal 1782 in cui, sino al 1930, vennero sepolte oltre diecimila salme.

La presidente dell’Associazione Amis du Cimetière du Bourg, Iris Morandi, ha parlato delle difficoltà che si incontrano per garantire un doveroso decoro a questo luogo così prezioso per la comunità. “Nei limiti delle disponibilità dei soci - ha precisato - garantiamo un’apertura il lunedì ed il mercoledì, dalle 16 alle 18 ed il sabato dalle 10 alle 12, sia  per il pubblico sia per i proprietari delle tombe. Avremmo bisogno di un aiuto - ha aggiunto - le erbacce crescono rapidamente e nelle tombe a terra  è necessario intervenire  con lavori specifici”.

Nel Gruppo degli alpini  erano presenti, tra gli altri,  il decano degli ex-internati Carlo Guaramonti,  poi Vittorio Guarda, Giampiero Turcotti, Pier Luigi Quaranta, il Vice Presidente di Sede Guido Gamba ed il Capo Gruppo dell’Aosta Carlo Gobbo.  Unanime la  decisione assunta: “Tutti noi siamo stati colpiti dalla ricchezza morale che questo luogo emana – ha detto Carlo Gobbo - e non possiamo restare indifferenti di fronte a quelle che sono delle oggettive necessità per la Signora Morandi ed i suoi collaboratori".

Carlo Gobbo ha assicurato che il Gruppo programmerà l'intervento nel più breve tempo possibile, "anche perché - ha sottolineato - gli alpini quando decidono di fare qualcosa non hanno bisogno di incartamenti e preventivi".

Precisa ancora Gobbo: "Con l’amico Guido Gamba abbiamo pensato di adottare le tombe dei nostri caduti e provvedere alla loro pulizia, per dare maggiore concretezza a quei pensieri che – soprattutto adesso – rivolgiamo a tutti quei valorosi soldati che sono morti per la Valle d’Aosta e Per l’Italia. Non dobbiamo dimenticarli mai".

p.m.

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