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AGRICOLTURA | 23 dicembre 2014, 17:28

AGROALIMENTARE: La carne valdostana meglio del manzo Kobe giapponese

La storiella che ha già reso famosa la carne valdostana: Sai qual'é la differenza tra la carne valdostana e quella del manzo Kobe? Quella del Kobe è la più cara del mondo, quella della razza valdostana è la migliore

Il tavolo della Carne Valdostana

Il tavolo della Carne Valdostana

Chi ha ancora il coraggio di dire che la carne valdostana non è adatta allo ristorazione vuole dire che di ristorazione capisce poco niente. E comunque la carne valdostana è certificata. Era sufficiente essere presenti martedì 23 dicembre a Gressan al centro di ricerca dell'Anaborava avrebbe imparato che la carne valdostana compete ad armi pari con il 'manzo Kobe', carne giapponese famosa in tutto il mondo per le sue caratteristiche.

Al manzo giapponese infatti vengono conferite particolari tecniche di allevamento, tra cui tutta una serie di massaggi per rilassare gli animali in modo da distribuire il grasso uniformemente nella carne. (Nella foto da sin: Edy Henriet, Edy Bianquin e Mario Vevey).

"La carne valdostana - come ha precisato Mario Vevey, direttore dell'Anaborava - ha origine da una filiera certificata che garantisce che gli animali siano figli di bovini iscritti al Libro Genealogico della Razza Valdostana, selezionati nelle aziende registrate all'anagrafe regionale del bestiame e delle aziende di allevamento della nostra regione".

Di più, come ha spiegato Edy Bianquin, presidente dell'Arev, "le nostre bestie provengono da un modello di agricoltura di tipo tradizionale ed ecocompatibile e le aziende degli allevatori sono professionalmente e tecnologicamente adeguate". Tutto questo fa della carne valdostana un prodotto di alta qualità a filiera certificata e una tracciabilità unica. C'è un piccolo particolare: la carne valdostana, anche se di qualità pari a quella del manzo Kobe costa ben 10 volte meno delle bistecche giapponesi che costano 200 euro al chilo.

Nel presentare il lancio della campagna di commercializzazione della carne valdostana, Edy Henriet, direttore dell'Arev ha sottolineato che "i capi vengono allevati in maniera rispettosa delle esigenze fisiologiche degli stessi, attenti al loro benessere e nel più ampio rispetto dell'ambiente. E già questa è un'ottima ragione per scegliere la carne valdostana, ma soprattutto perché è buona". Alle presentazione della "Carne valdostana" erano presenti l'assessore regionale al Commercio e Turismo, Aurelio Marguerettaz; l'assessore all'Agricoltura, Renzo Testolin; allevatori, veterinari, ristoratori, tecnici ed esperti della produzione e della commercializzazione dei prodotti agroalimenatri.

Tra questi anche Gerardo Beneyton, presidente di Caseus Montanus, che "bene fa l’associazione regionale allevatori  (Arev) a rivalutare l’immagine della carne valdostana e per offrire così agli allevatori una migliore opportunità di ricavo dalla vendita e accrescere così il reddito della aziende che devo fare i conti con i costi della crisi". Significativa dunque la presenza di Marguerettaz e Testolin perché il progetto potrà riuscire solo se l’amministrazione regionale sosterrà il progetto di sviluppo della filiera carni in Valle d’Aosta, "per offrire ad operatori e consumatori l’opportunità di apprezzare le produzioni della linea carne, oltre a quelle della linea lattiero-casearia già più presenti e riconosciute sul mercato" ha ribadito Beneyton. Per Edy Bianquin il progetto "Carne valdostana" è di grande valenza perché "valorizzare anche la produzione della carne che, allo stato attuale, risulta numericamente ed economicamente marginale, potrebbe rappresentare un’interessante integrazione di reddito per l’allevatore".

Henriet, Bianquin e Vevey sono convinti che "le potenzialità del settore zootecnico bovino valdostano sono messe in evidenza dal numero importante di soggetti che vengono venduti fuori regione con scarsissimi ritorni per gli allevatori". Ogni anno nascono circa 18.000 soggetti. Il rapporto tra maschi e femmine si aggira intorno al 50%. I maschi allevati in valle per la rimonta e/o la produzione di carne sono circa il 25% di quelli nati, una parte molto esigua quindi, solamente 2.500 soggetti circa, macellati per uso proprio o per venduti alle macellerie locali.

La parte preponderante dei soggetti maschi viene venduta quando ha appena un mese di vita, ad ingrassatori fuori regione per  ristallo. E allora perché non sfruttare questa nuova opportunità? I ristoratori valdostani si facciano avanti.

p.m.

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