La Parrocchia del Santuario Maria Immacolata di Aosta ha ricordato ieri i 40 della morte di monsignor Maturino Blanchet, Padre Oblato di Maria Immacolata, che per molti anni guidò da Vescovo la diocesi di Aosta. La commemorazione, durante la Messa delle 10,30 è stata svolta da Padre Alberto. Erano presenti i Cresimandi del prossimo 23 novembre: molto attenti che hanno rinnovato la loro professione di fede anche con commozione. Sempre ieri, il Rettore Provinciale degli Oblati ha nominato P. Benito Framarin Superiore ad interim della Comunità Oblata di Aosta.
Nato a Gressan nel 1892 da una famiglia profondamente cristiana, era originario di Valgrisenche. Dopo aver compiuto i suoi studi al Petit Séminaire d’Aoste, all’età di 17 anni entrò nella Congregazione degli Oblati di Maria Immacolata.
Prese parte alla guerra 1915-18 e fu ordinato sacerdote nel 1921; nello stesso anno, il giorno di S. Pietro, celebrò la sua prima messa nella chiesa parrocchiale di Gressan.Nel corso di molti anni, ricevette un incarico di responsabilità nella comunità di San Giorgio Canavese, e, in seguito, a Napoli e Pescara.Nel 1946, fu nominato vescovo di Aosta; il 3 marzo era consacrato vescovo ed il 28 aprile, faceva il suo ingresso solenne nella diocesi.
Il 15 ottobre 1968 dette le dimissioni per ragioni di età e di salute. Durante i suoi 22 anni di vescovado, fondò otto nuove parrocchie: S.Anna a Champoluc, Madre Regina della Valle d’Aosta al Breuil, S. Margherita a Entrèves, S. Bernardo a Signayes e Variney e, ancora, Notre Dame aux Neiges a Porossan. Ordinò 78 nuovi sacerdoti e nominò 71 curati. Dopo questi pochi numeri che riassumono la sua azione, vogliamo ora entrare nell’anima di mons. Blanchet. Anche se passò molti anni fuori Valle d’Aosta, egli conservò nel suo carattere le tracce profonde e ben caratterizzate delle sue origini valdostane e campagnole. In effetti, ricordava spesso la sua esperienza di piccolo pastore in alpeggio e, in occasione delle sue visite pastorali, egli si interessava della campagna e del bestiame.
Aveva anche una predilezione per i lavoratori dei campi e della vigna. Raccomandò, come prima cosa, al suo successore di non lasciare perdere i diritti riguardanti l’acqua per innaffiare i prati ed il frutteto del vescovado. La sua vita spirituale era improntata alla semplicità.
Ecco uno degli ultimi messaggi che ci ha lasciato: Gli uomini vanno e vengono, ma il Buon Dio è quello che è, non cambia e non dà mai dimissioni. Restate sempre con Lui, che è nostro Padre. Cosa vi è di più dolce al mondo in una casa con dei poveri mobili fin quando il papà e la mamma ci sono. Il giorno che vengono a mancare, non vi è lusso che possa evitare l’impressione di vuoto e di indigenza che si prova. Dio è nostro Padre; avere Lui è avere la vita felice.
Passò sei anni nel ritiro del priorato di Saint-Pierre dove morì il 9 novembre 1974. Gli successe alla guida della Diocesi Monsignor Ovidio Lari.
(La biografia è tratta dal sito del Comune di Gressan per gentile concessione del Sindaco Michel Martinet).