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SANITÀ, SALUTE E STARE BENE | 05 luglio 2017, 14:05

Valdostani propensi andare all’estero dopo la pensione

Un valdostano su due (50%), infatti, teme che la propria pensione non sarà sufficiente e un ulteriore 25% vede molta incertezza all’orizzonte; Il 75% punterebbe sulla previdenza complementare, mentre il 55% vede nella casa un bene rifugio per la vecchiaia

Foto repertorio

Foto repertorio

Dopo la pensione? La valigia. Perché di fronte alla prospettiva di assegni sempre più bassi, quasi la metà dei valdostani (45%) si dice disposta addirittura a trasferirsi all’estero per poter mantenere uno stile di vita simile a quello attuale e trovare un ambiente e servizi più adatti alla terza età, senza trascurare la possibilità di fare nuove, piacevoli esperienze.

È il quadro che emerge dall’Osservatorio di Reale Mutua dedicato al welfare che ha elaborato un'indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora su un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, sesso ed area geografica.

Un valdostano su due (50%), infatti, teme che la propria pensione non sarà sufficiente a mantenere un tenore di vita adeguato una volta usciti dal mondo del lavoro, e un ulteriore 25% vede molta incertezza all’orizzonte.

Fra i principali timori, quello di non poter sostenere le spese mediche di cui si potrebbe aver bisogno andando in là con gli anni (45%), o persino cadere in povertà assoluta (45%), non riuscire a dare sostegno economico a figli e nipoti (45%), non poter realizzare i progetti e i sogni attesi da una vita (35%) e dover gravare economicamente sulla famiglia anche per le necessità quotidiane (25%).

Non si tratta solo di pessimismo. A gettare ombre sul futuro pensionistico dei valdostani sono anche le difficoltà del presente, a partire dalle preoccupazioni legate all’instabilità dello scenario economico del momento (65%), ma anche a una generale difficoltà a risparmiare per la vecchiaia (45%) o al timore di imprevisti e spese straordinarie, che costringano a metter mano al portafoglio anzi tempo (40%). Preoccupano anche l’instabilità dello scenario normativo (35%) attuale e la precarietà del lavoro (25%).

Ma quali sono le misure di welfare a cui guardano gli abitanti della Valle D’Aosta per integrare la pensione e prepararsi agli anni della vecchiaia? Il 75% dei valdostani punterebbe sulla previdenza complementare: di questi, il 53% con un fondo pensione, il 33% con un piano individuale di risparmio mentre il restante 13% stipulerebbe una polizza assicurativa. Ciò che conta, dicono i valdostani, è pensarci per tempo, fin da giovani (25%) o da quando si inizia la propria carriera lavorativa (30%).

Più della metà dei valdostani (55%), invece, investirebbe nel mattone. Per il 35% la soluzione è investire i propri risparmi sul mercato finanziario, mentre per il 25% la soluzione è tenere i soldi sul proprio conto corrente.

Ma a chi si rivolgono i valdostani per farsi consigliare? Per il 45% le figure di riferimento sono familiari, colleghi o amici, mentre il 40% si muoverebbe in maniera autonoma, cercando informazioni sul web (25%) o decidendo da sé (15%). Il 30% si affiderebbe a un consulente, il 25% all’agente assicurativo e il 20% alla banca.

“Integrare la pensione di base con una rendita complementare è sempre più una necessità per gli italiani”, afferma Marco Mazzucco, Direttore Distribuzione Marketing e Brand di Gruppo di Reale Mutua. “Occorre essere lungimiranti, giocare d’anticipo e quindi comprendere l’importanza di costruire per tempo, con una forma di welfare appropriata, una vecchiaia serena giorno dopo giorno. Ed è proprio questo uno dei punti chiave del nostro Osservatorio, l’iniziativa che abbiamo lanciato quest’anno per monitorare l’attenzione e la propensione degli italiani rispetto al macro tema del welfare. Analizzando i risultati della ricerca emerge come i nostri connazionali stiano in effetti sviluppando una sensibilità al tema del futuro pensionistico e agli strumenti e opportunità disponibili"

val. pra.

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