Una sola giornata, tre luoghi, sette tappe: la visita di Papa Francesco in Molise, in programma sabato 5 luglio, sarà intensa, ricca di avvenimenti e di segni.
Con un itinerario che seguirà la logica e lo stile che caratterizzano il pontificato, e che sembra essere in continuità anche con i temi toccati dall’arcivescovo di Campobasso-Boiano, monsignor Giancarlo Bregantini, nei testi scritti per la via crucis al Colosseo: il volto di Dio incontrato nei volti degli uomini di oggi chiamati a confrontarsi con i drammi della società e nei volti di chi soffre, e in quelli di chi cerca una speranza o una possibilità di riscatto.
Intanto nella regione è crescente l’attesa per questa visita, la terza di un Papa in poco più di trent’anni dopo quelle di Giovanni Paolo ii nel 1983 (Termoli) e nel 1995 (Campobasso e Agnone), entrambe il 19 aprile. Un’attesa ben espressa dal saluto che i vescovi delle quattro diocesi del Molise hanno rivolto a Papa Francesco. La visita, scrivono, è «un dono in cui Dio ha fissato il suo appuntamento di amore con noi, popolo molisano, che attende di fare memoria della sua alleanza mediante la comunione con te che camminerai tra noi».
Alla vigilia a Papa Francesco si sono rivolti anche i lavoratori di molte delle aziende in crisi del basso Molise, con una lettera aperta nella quale mettono in evidenza la drammaticità della situazione, tra chiusure di attività, licenziamenti e cassaintegrazione; un disagio pesante che tocca la vita di diverse migliaia di famiglie. Da qui l’appello: «Ci aiuti, Santo Padre, a stimolare i nostri amministratori regionali a fare di più per cercare soluzioni all’emergenza lavoro che sta mettendo in ginocchio» questa terra.
Al Pontefice, dunque, il Molise, piccolo ma dalle origini antiche e fiere dei sanniti, chiede un messaggio di speranza, una scossa per superare le difficoltà e i problemi. Per sentirsi meno isolato in un Mezzogiorno piegato dalla crisi economica. E la Chiesa, di questo rinnovato slancio, vuole essere uno dei motori.